L.Bilancio in aula al Senato mercoledì. Confermati fondi per Ponte sullo Stretto

“È stato un grande lavoro ma di concretezza, coesione e condivisione", twitta alle prime luci dell'alba la sottosegretaria all'Economia, Lucia Albano, che ha seguito i lavori della notturna iniziata domenica.

La notte di Palazzo Madama tra il 17 e il 18 dicembre porta in dote la legge di Bilancio. Votati tutti gli emendamenti e il mandato ai relatori, la manovra 2024 arriverà in aula mercoledì 20 dicembre, con inizio della discussione dalle 17.

“È stato un grande lavoro ma di concretezza, coesione e condivisione”, twitta alle prime luci dell’alba la sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, che ha seguito i lavori della notturna iniziata domenica. Ci sono le risorse per il Ponte sullo Stretto di Messina, 2,3 miliardi anche dai Fondi di sviluppo e coesione. Quella che il vicepremier, Matteo Salvini, definisce la compartecipazione di Sicilia e Calabria alla realizzazione dell’opera, anche se Renato Schifani nei giorni scorsi aveva avanzato più di qualche dubbio sulla quantità prelevata dai progetti riservati al Sud.

In commissione Bilancio, però, tutto resta come stabilito dal governo e il ministro delle Infrastrutture e Trasporti esulta via social: “Via libera alla manovra. Significa: aumento degli stipendi per milioni di lavoratori, incremento di fondi per la sicurezza e il contrasto della violenza sulle donne (votato da maggioranza e opposizione), investimenti massicci per nuove infrastrutture su tutto il territorio”. Per Salvini è una legge di Bilancio “responsabile che tutela i più bisognosi e che va nella giusta direzione, come confermano il record storico di occupazione e il prezzo dei carburanti che scende. Avanti così“, esorta.

Non la pensano allo stesso modo le opposizioni. “L’approvazione degli emendamenti compiuta nelle ore più buie della notte, è un golpe contro il SudL”, attacca il deputato di Avs, Angelo Bonelli (Europa Verde). Che rincara la dose: “È una vergogna che decisioni come il finanziamento dissennato di 11,63 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto, che per il Def costerà 14,6 miliardi, e l’utilizzo, per i restanti 2,3 miliardi di euro, delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione in capo alle Regioni, siano state prese senza un adeguato dibattito parlamentare”. Anche il M5S va giù duro: “La conferma del percorso di finanziamento del Ponte con 2,3 miliardi destinati presi dai Fsc è lo sfregio definitivo di Giorgia Meloni al Sud”. Ma è Salvini l’obiettivo dei Cinquestelle: “Un maxi-taccheggio compiuto dal leader della Lega nei confronti di Calabria e Sicilia è la peggiore delle scempiaggini di una manovra che ne è colma”. Diametralmente opposto il giudizio del capogruppo di FdI in commissione Bilancio a Palazzo Madama, Guido Quintino Liris, tra i relatori della manovra. “Partire con un segno meno per quanto riguarda 20 miliardi di Superbonus per ognuno dei prossimi quattro anni e 13 miliardi in meno per le dinamiche dei tassi della Bce è una sfida che soltanto i governi di legislatura, che hanno la barra dritta e che hanno a cuore gli interessi degli italiani possono affrontare e portare a casa”. Dal Senato arrivano buone notizie per i Comuni capoluogo, che con il via libera all’emendamento di Nicola Calandrini ottengono che “le risorse finanziarie derivanti da economie di gestione, oppure quelle residue relative ai finanziamenti assegnati per la realizzazione dei progetti inseriti nel programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, potranno essere utilizzate, nei limiti del 40% del finanziamento concesso, per la realizzazione di quelle opere risultate più onerose a causa del rincaro delle materie prime”, spiega lo stesso presidente della commissione Bilancio.