Lollobrigida insiste: “L’abuso di acqua fa danni, l’uso di vino mette allegria”

l ministro a Bologna per Slow Wine e Sana Food. A monte della polemica c'è la legge sulle etichettature allarmistiche sulle bevande alcoliche introdotta dall'Irlanda

Dopo la bufera dei giorni scorsi, Francesco Lollobrigida difende la sua linea: gli eccessi fanno sempre male, anche quando si assume acqua. Questa volta non parla di morte, ma di “danni”: “Anche un sanissimo prodotto per eccellenza come l’acqua può produrne”, ribadisce, incalzato a margine del Sana, il salone internazionale del naturale e del biologico, di Bologna.

Il ministro dell’Agricoltura punta il dito contro chi vuole “denunciare le incapacità del governo” creando “delle caricature“: “Ho spiegato che di vino si può parlare criminalizzando l’abuso, ma non il consumo, così come, facendo l’esempio del miglior prodotto del pianeta, cioè l’acqua”, si difende. “Non lo dico io, lo dice la scienza“, insiste, invitando i giornalisti ad “approfondire”.

A monte della polemica c’è la legge sulle etichettature allarmistiche sulle bevande alcoliche introdotta dall’Irlanda: “Oggi parlare male del vino, a prescindere, è una cosa folle per l’Europa”, tuona Lollobrigida, aggiungendo che all’interno di una sana alimentazione il vino “non fa male e può anche per alcune patologie far bene: una di queste, lo dice la storia, è l’allegria che produce e la convivialità che fa bene alla testa”.

Qualcuno però, sostiene il ministro, in questi giorni “si dimostra ancora non all’altezza del ruolo che svolge, continuando a non capire che parlare male del governo, è legittimo da parte dell’opposizione, ma parlare male del governo parlando male delle nostre produzioni non è così intelligente”. Chiede di difendere i “valori comuni”, che “non non hanno né destra né sinistra, ma hanno un principio di comunità nazionale che è portatore di interessi di tutti“. Di capire che “siamo in un mercato globale” in cui difendere le produzioni, la qualità che esprimono, la tutela dell’ambiente. Di “concentrarsi sulle cose positive da segnalare rispetto ai nostri prodotti e dargli valore, garantire il lavoro, l’ambiente, l’identità, la tradizione“.

All’Europa domanda invece di “non farsi male da sola”. Soprattutto in un momento in cui il Vecchio Continente dovrà affrontare una trattativa a livello mondiale sui dazi degli Stati Uniti: “Ci protegga dalle chiusure di mercato” ribadisce ricordando che l’Italia è soprattutto un Paese esportatore. “Però lì non balliamo da soli, mentre sul piano interno è l’Europa che deve avere la capacità di comunicare bene e difendere le sue produzioni”.