Maltempo, attesa per Cdm su ddl Ricostruzione. Salvini: “Oggi commissario”
Il consiglio dei ministri è chiamato ad approvare le nuove linee guida per le ricostruzioni dei territori colpiti da eventi calamitosi. Il vicepremier: "Sul nome valutiamo le richieste di tutti per la soluzione più utile e condivisa"
Il consiglio dei ministri di oggi sarà quello che, “valutando le richieste di tutti”, troverà la soluzione “più utile e condivisa” sul commissario alla ricostruzione post alluvione in Emilia Romagna. Il vicepremier Matteo Salvini lo annuncia nel giorno in cui il cdm è chiamato ad approvare le nuove linee guida per le ricostruzioni dei territori colpiti da eventi calamitosi.
Un piano nazionale che, per il governo, dovrà essere utilizzato già dalle operazioni in Emilia-Romagna, in attesa che da Roma venga nominato un commissario straordinario che coordini risorse e interventi per riportare la regione alla normalità. L’attesa, a questo punto, dovrebbe essere finita e sembra ormai scontato che non sarà l’attuale governatore, Stefano Bonaccini
Nel frattempo Nello Musumeci il suo dovere l’ha fatto. Nel senso che il disegno di legge quadro con le nuove regole di ingaggio è pronto. Nella bozza che GEA ha potuto visionare è previsto che il commissario straordinario dovrà essere “individuato tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale, tenuto conto della complessità e rilevanza del processo di ricostruzione“. Dei 24 articoli, la novità sostanziale è rappresentata dai termini, perché d’ora in poi “lo stato di ricostruzione decorre dalla scadenza dello stato di emergenza nazionale” e “non può eccedere la durata di cinque anni, prorogabile fino ad un massimo di dieci dalla dichiarazione con deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri o, ove nominata, dell’autorità politica delegata per la ricostruzione“.
Ancora: “entro sei mesi dalla nomina”, si legge ancora il testo, il commissario “adotta un piano generale pluriennale di interventi riguardante le aree e gli edifici colpiti dall’evento calamitoso, in cui sono determinati anche il quadro complessivo dei danni e il relativo fabbisogno finanziario da sottoporre al Governo“. Ma, senza intaccare le competenze delle Regioni a Statuto speciale e delle Province autonome di Trento e di Bolzano, “mediante l’adozione di direttive, il presidente del Consiglio dei ministri o, se nominata, l’autorità politica delegata per la ricostruzione assicura, sul piano tecnico, l’indirizzo unitario, nel rispetto delle peculiarità dei territori e dei contesti“.
Per quanto riguarda la riparazione, il ripristino o la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali, “i soggetti attuatori degli interventi sono le Regioni, il ministero della Cultura, il Mit, l’Agenzia del demanio” e le Diocesi, “limitatamente agli interventi sugli immobili di proprietà di enti ecclesiastici civilmente riconosciuti”. Tutti loro “si avvalgono anche di una centrale unica di committenza, nei limiti delle risorse stanziate per la ricostruzione“.
Per “potenziare e accelerare la ricostruzione” e “garantire unitarietà e omogeneità nella gestione degli interventi”, la bozza di ddl prevede l’istituzione “con decreto del presidente del Consiglio dei ministri o dell’autorità politica delegata per la ricostruzione” di un organismo “a competenza intersettoriale denominato ‘Conferenza permanente’, presieduto dal commissario straordinario e composto da un rappresentante, rispettivamente, del dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero della Cultura, del ministero del Turismo, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Mit, della Regione o Provincia autonoma, dell’Autorità di bacino distrettuale territorialmente competente, dell’Ente parco o, in assenza di quest’ultimo, di altra area naturale protetta e del Comune territorialmente competenti“.
Infine, “i provvedimenti di natura regolatoria ed organizzativa adottati dal commissario straordinario del Governo sono sottoposti al controllo preventivo della Corte dei conti“.