Mattarella in Emilia Romagna: incontro con volontari e sindaci

Il capo dello Stato ha devoluto la somma collegata al premio Paolo VI alla comunità intitolata a Giovanni XXIII, nata in Romagna.

Domani sarà il giorno di Sergio Mattarella nelle zone dell’Emilia-Romagna colpite dalle alluvioni. Il capo dello Stato, che sin dalle prime ore in cui la furia climatica si è abbattuta su un pezzo importante dell’Italia ha seguito la situazione e si è messo in contatto con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, per esprimere vicinanza e solidarietà alle comunità e cordoglio per le vittime, atterrerà in mattina a Forlì. Da lì partirà, poi, in elicottero verso Modigliana, per sorvolare la zona in cui si sono verificate le frane. Il presidente della Repubblica tornerà poi a Forlì, per incontrare i volontari impegnati nella fase di emergenza, per ringraziarli dell’enorme mole di lavoro che stanno svolgendo ininterrottamente da circa giorni.

Mattarella visiterà anche altre luoghi simbolo della drammatica situazione che sta vivendo la Romagna. In programma, infatti, sono previste le visite a Cesena, Ravenna e Lugo, in cui avrà la possibilità di vedere con i propri occhi la situazione, ma soprattutto di poter parlare con i sindaci delle comunità che vivono un momento estremamente difficile, ma nonostante tutto continuano a lavorare per raggiungere quanto prima una condizione di normalità. L’ultima tappa sarà poi a Faenza, dove incontrerà altri primi cittadini dei comuni colpiti dalle alluvioni.
Il capo dello Stato alla vigilia del suo viaggio, ha voluto anche rivolgere un gesto concreto di vicinanza ai concittadini emiliano-romagnoli, devolvendo la somma collegata al premio Paolo VI alla comunità intitolata a Giovanni XXIII, nata proprio in Romagna. “Alcune delle sue case di accoglienza sono state gravemente colpite dall’alluvione dei giorni scorsi”, ha spiegato in Vaticano, durante la cerimonia di consegna del riconoscimento ricevuto dalle mani di Papa Francesco.

Nel frattempo, nel dibattito politico, continua la discussione sulla nomina del commissario straordinario alla ricostruzione. Sembra sempre più improbabile che l’incarico venga affidato all’attuale governatore, Bonaccini, sul quale ci sono ancora diversi dubbi nella maggioranza di governo. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “serve una persona che possa a tempo pieno dedicarsi alla ricostruzione”, dice ospite del secondo appuntamento di ‘Futuro Quotidiano’, il ciclo di incontri organizzato dal Quotidiano Nazionale e dall’università Luiss. Il responsabile della Farnesina, ricorda che prima “ci sono tanti problemi di emergenza da affrontare, tanti terreni che devono essere liberati dall’acqua” e pur non avendo pregiudizi ribadisce che “bisogna vedere chi è la persona più adatta” anche perché “dovrebbe occuparsi anche di altre due regioni”, le Marche e la Toscana. Anche sui rumors relativi al generale, Francesco Paolo Figliuolo, non si sbilancia Tajani: “Ha fatto benissimo durante il Covid. Ci sono tante persone, donne e uomini, che hanno i requisiti per ricoprire questo ruolo”.

La replica di Bonaccini arriva a stretto giro di posta, dopo l’incontro con il ministro, Raffaele Fitto, sul Pnrr: “Se il ministro Tajani vuol sapere come abbiamo ricostruito dopo il terremoto, e lo sa perfettamente, venga a chiedere qualche informazione. Venga ad ascoltare i sindaci, le imprese, le lavoratrici e i lavoratori, le parti sociali su quello che abbiamo fatto sul terremoto e forse troverà una risposta esemplare, come lo definì il presidente Mattarella lo scorso anno, quando venne per il decennale. E che – lo ringrazio anticipatamente – verrà domani per stare vicino alle popolazioni come sempre”. L’unica cosa che il presidente dell’Emilia-Romagna si augura è che questa decisione non finisca nel tritacarne della polemica: “Il problema non è il nome, ma diventerebbe stucchevole se fosse legato a un tema di disputa politica”.