Il nome stavolta c’è. E’ Francesco Paolo Figliuolo la figura individuata “tra soggetti dotati di professionalità specifica e competenza manageriale” per ricoprire il ruolo di commissario straordinario alla ricostruzione in Emilia-Romagna, e non solo. Dopo giorni di discussione interna alla maggioranza di governo, la scelta è ricaduta sul generale di corpo d’armata, esperto di logistica, che ha riscosso il plauso bipartisan per la gestione della campagna vaccinale per arginare il Covid. “Gode della fiducia del governo“, spiega il ministro della Protezione civile e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci, dopo il Cdm che ha tracciato la strada. Anche se formalmente la nomina avverrà probabilmente la prossima settimana, con un decreto del presidente del Consiglio da approvare in Consiglio dei ministri.
Il suo compito sarà coordinare risorse e la lista degli interventi sui territori colpiti dall’alluvione del mese scorso, ma il suo raggio d’azione sarà allargato anche a Toscana e Marche, danneggiate marginalmente dalla furia di vento e acqua che si è abbattuta sul centro Italia nel mese di maggio. Figliuolo dovrà lavorare a stretto contatto con le istituzioni locali, e avrà come subcommissari i presidenti delle tre Regioni interessate, Stefano Bonaccini, Eugenio Giani e Francesco Acquaroli. A proposito del presidente dell’Emilia-Romagna, che all’ultima riunione del tavolo di confronto con il governo, presieduto proprio da Musumeci, ha portato una stima da quasi 9 miliardi di danni, venerdì scorso ha inviato a Roma un elenco di circa 6.500 interventi ritenuti prioritari. Anche se, sottolinea il ministro, la richiesta era quella di mandare “l’indicazione dei primissimi interventi ritenuti necessari e immediati sul reticolo idrografico e sulla rete viaria provinciale. Prendiamo atto della nota pervenutaci”. Sulla polemica nata per un presunto ritardo nell’invio da parte della Regione, Musumeci taglia corto: “È difficile quantificare se si è in presenza di un ritardo, perché non esiste un parametro. Lo stato di emergenza dura un anno”.
E’ molto probabile che il dossier passi direttamente nelle mani di Figliuolo, che si muoverà in un quadro normativo delineato dal prossimo decreto di nomina e che ricalcherà le norme previste dal disegno di legge quadro approvato in Consiglio dei ministri questa sera, che invece sarà ‘operativo’ solo dopo l’approvazione nei due rami del Parlamento. Si tratta delle regole d’ingaggio studiate dal governo di Giorgia Meloni, che prevedono lo stato di ricostruzione, che decorre dalla scadenza dello stato di emergenza nazionale e avrà una durata di cinque anni, prorogabile fino ad un massimo di dieci. Inoltre, il presidente del Consiglio potrà adottare direttive per assicurare, sul piano tecnico, l’indirizzo unitario e tutti i soggetti attuatori si dovranno avvalere di una centrale unica di committenza. Per “potenziare e accelerare la ricostruzione”, poi, sarà istituito un organismo “a competenza intersettoriale denominato Conferenza permanente”.
Altro passaggio cruciale è quello delle risorse. Musumeci assicura che il governo supporterà la ricostruzione, in attesa anche dei fondi europei prospettati dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma si dice “convinto che riusciremo persino con il Pnrr a mettere a disposizione del commissario tutte le risorse necessarie per far fronte a questa grave emergenza che ha colpito l’Emilia-Romagna”.
Al di là della ricostruzione, il Consiglio dei ministri ha anche approvato un nuovo decreto aiuti per contrastare i rincari dell’energia. Sostanzialmente, si tratta di proroghe delle misure già deliberate nei mesi scorsi. In particolare, il bonus “per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati e quelli in gravi condizioni di salute” anche per il terzo trimestre del 2023, l’azzeramento degli oneri di sistema fino al prossimo mese di settembre e l’Iva al 5% su metano per usi civili e teleriscaldamento. Infine, il Consiglio dei ministri, su proposta della premier, Giorgia Meloni, visto il parere espresso all’unanimità dal Consiglio superiore della Banca d’Italia, ha deliberato la nomina di Fabio Panetta a governatore, dal prossimo 1 novembre, al termine naturale del mandato di Ignazio Visco, previsto per il 31 ottobre. Il decreto di nomina ora sarà sottoposto al presidente della Repubblica, come prevedono sia la procedura di nomina sia lo Statuto di Bankitalia.