La cabina di regia tra governo ed enti locali sull’emergenza maltempo torna a riunirsi oggi, a Palazzo Chigi. La promessa fatta una settimana fa da Giorgia Meloni ai presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Toscana e Marche e ai sindaci e presidenti delle Province colpite dall’alluvione, di renderla strutturale, dunque, regge. A coordinare i lavori sarà, come indicato dalla premier, Nello Musumeci, che sicuramente dovrà ancora una volta rispondere alla domanda, anzi le domande, che tutti pongono da almeno due settimane: quando sarà nominato il commissario straordinario alla ricostruzione? E chi sarà?
Il tema, a meno di clamorosi risvolti dell’ultima ora, non dovrebbe essere ancora sul tavolo. All’interno della maggioranza di governo la discussione è aperta, ma non ci sono sostanziali passi in avanti. Anche perché la scomparsa di Silvio Berlusconi, lunedì scorso, ha messo in stand by ogni trattativa. La pressione delle opposizioni, soprattutto dal Partito democratico, però, sale. “Non c’è più tempo da perdere. Occorre insediare subito una struttura commissariale in grado di intervenire per affrontare le emergenze dell’oggi e per investire in ripartenza e ricostruzione con capacità e conoscenza. Emergenza e ricostruzione sono indissolubilmente legate“, sottolinea il deputato dem, Andrea Gnassi. Sottolineando che a chiederlo sono “cittadini, enti locali, imprese e tutta la rete del terzo settore dell’Emilia-Romagna” per questo “nell’incontro con gli enti locali, il ministro Musumeci ha l’obbligo di mettere fine a promesse e balletto dei veti incrociati”. Ovviamente il Nazareno vorrebbe il governatore emiliano-romagnolo come commissario, ma la maggioranza non cambia idea: le regioni colpite sono tre e per ricostruire ci vorranno anni, mentre il mandato di Stefano Bonaccini scade nel 2025.
Al di là del braccio di ferro politico, continua il lavoro di ricognizione dei danni provocati dalla furia di pioggia e vento. Molti cittadini hanno avuto danneggiamenti – in alcuni casi irreparabili – delle proprie abitazioni, alcune aziende hanno la produzione ferma da settimane (senza prospettive su quando potranno riattivare i macchinari) e l’agricoltura teme danneggiamenti da svariati milioni di euro. I circa 2 milioni stanziati nel decreto Alluvioni rischiano di esaurirsi in breve tempo, ma in più riprese dal governo sono arrivate rassicurazioni che ci saranno altri interventi. Dunque, la partita è apertissima e quello di oggi sarà uno dei passaggi per progettare un graduale ritorno alla normalità.