Come ogni anno, la legge di Bilancio infiamma gli animi e il dibattito politico. La seconda del governo Meloni non sfugge alla regola, anche perché dopo 11 giorni dalla sua approvazione il testo non è ancora stato depositato in Parlamento, ma soprattutto per le prese di posizione della stessa premier e dei suoi ministri, per smentire le bozze circolate in questi giorni, non sempre con una linea unica di comunicazione. Sul punto, però, è il Mef a mettere una parola chiara, con una nota di poche righe ma esplicativa: la manovra è stata infatti inviata alla Presidenza del Consiglio “per consentire la trasmissione al Parlamento, al termine delle operazione tecniche di rito”. Via XX Settembre ribadisce che “il testo presentato è coerente con i principi di responsabilità e serietà annunciati dal governo nel rispetto della tutela delle fasce più deboli e della tenuta dei conti pubblici”.
Giorgia Meloni, al termine del Consiglio Ue a Bruxelles, conferma: “Sconsiglio di rincorrere le bozze, sono molte – dice la presidente del Consiglio -. Stiamo lavorando bene, siamo in dirittura d’arrivo. Il nostro obiettivo è di dare un segnale di compattezza approvandola in tempi rapidi”. Una risposta alle opposizioni, che da giorni attaccano sul ritardo della trasmissione, sulle misure prima lette sulle famose bozze e poi smentite e sparite nelle nuove versioni. Nell’ultima che è circolata in queste ore, però, sono confermati i 200 milioni dedicati al contributo straordinario per i clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico per i mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2024. Addirittura il Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti aumenta di 50 milioni il prossimo anno e viene definito l’eventuale scoperto o franchigia nei contratti per “l’adempimento dell’obbligo di assicurazione” per le imprese che operano in Italia contro gli eventi calamitosi, che non potrà essere superiore al 15% del danno.
Una delle costanti di questi giorni è il programma di copertura dei costi per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Misura su cui ha puntato molte fiches il vicepremier, Matteo Salvini, che ora si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Dedicato a chi per sei mesi diceva ‘è un capriccio di Salvini’ o ‘è un sogno di Salvini, nella legge di Bilancio non ci sarà un euro’. Invece ci sono coperture economiche per le metropolitane di Milano, per le grandi opere al nord, al centro e al sud e per i dieci anni necessari a costruire il Ponte”.
Numeri e cifre che non convincono, però, le opposizioni. Angelo Bonelli, ad esempio, non molla la presa: “Eni ha conseguito utili storici, come confermato dallo stesso ad Descalzi: nei primi 9 mesi del 2023, l’utile è stato di 11 miliardi di euro. Nel frattempo, dalla Manovra economica è scomparso il contributo di solidarietà inizialmente previsto dal governo Draghi, di cui ancora oggi mancano all’appello 8,3 miliardi di euro da parte delle società energetiche e si perde anche il contributo di solidarietà sugli extraprofitti energetici, che avrebbe garantito un’entrata di 2,5 miliardi”, tuona il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs.
Proprio nel giorno del 61esimo anniversario dalla morte di Enrico Mattei, che invece la premier ricorda con una nota: “Un grande italiano e tra gli artefici di quel miracolo che ha reso l’Italia una potenza economica di livello globale”. Aggiungendo che “la ‘formula Mattei’ – riferito al fondatore dell’Eni – è ancora profondamente attuale e ispira l’azione del governo italiano. L’energia rappresenta, infatti, una delle chiavi di quel modello di cooperazione su base paritaria che intendiamo costruire insieme ai nostri partner, a partire dalle Nazioni africane, per una nuova stagione di sviluppo”.
A proposito di energia e transizione, va segnalato che il governo ha scelto ormai la sua traccia. Ed è decisamente ‘tech’, come svelano le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che esulta per il via libera all’emendamento al ddl Concorrenza “che consente l’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici. “Finalmente – commenta il responsabile del Mimit – l‘Italia si muove nella direzione europea, recuperando ritardi decennali”. Anche se, pure in questo caso, la posizione è distante dalle opposizioni. “È totalmente inaccettabile, senza un approfondimento tecnico, senza tenere conto delle tante sentenze esistenti. Gravissimo”, replica il deputato M5S ed ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Che rincara la dose: “ Nel nome di una pseudo maggiore produttività, non tiene conto della salute dei cittadini”.