Il governo continua a lavorare sul Critical Raw Materials Act italiano, per far confluire in un quadro normativo di riferimento la gestione delle materie prime critiche nel Paese. Il piano è di riciclare il più possibile da un lato e riaprire le miniere dall’altro, sburocratizzando le autorizzazioni.
A Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, si riunisce il terzo Tavolo Tecnico Nazionale con i ministri Adolfo Urso (Imprese) e Gilberto Pichetto (Ambiente), i rappresentanti del dicastero degli Esteri, del Cnr, dell’Enea e dell’Asi, dell’Istat e dell’Ispra, oltre alle rappresentanze dei centri di ricerca, dei consorzi di filiera e delle associazioni di categoria della filiera.
Si punta a coordinare i diversi soggetti coinvolti per assicurare un approvvigionamento “sicuro e sostenibile” delle materie prime critiche, tenendo conto degli obiettivi dettati dalla duplice transizione green e digitale e del negoziato sul Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche.
Due giorni fa, in sede di ultimo trilogo, è stato raggiunto un accordo sul testo europeo di compromesso provvisorio, che ora dovrà essere confermato dal voto del Consiglio e del Parlamento per essere cristallizzato. “L’Italia, grazie anche a questo Tavolo, ha contribuito in modo effettivo ai negoziati, registrando risultati positivi, come l’inclusione dell’alluminio nella lista delle materie prime strategiche o il compromesso raggiunto sotto i profili dei benchmark di trasformazione e riciclo“, rivendica Urso in apertura dei lavori. Risultati che, ricorda, sono il frutto anche del nuovo format trilaterale di politica industriale tra Italia, Francia e Germania, insediato nel giugno scorso a Berlino.
Per Pichetto “occorre ripensare alle filiere, fin dalla progettazione, per la ricerca di materiali sostitutivi, ma anche per tecnologie energetiche più durevoli, riparabili, net zero e possibilmente riciclabili al 100%“. La filiera del riciclo è un’opportunità per molte materie prime critiche, una vera e propria “miniera urbana”. “Abbiamo il dovere, considerando le best practices europee di elaborare proposte normative e di governance che supportino iniziative e investimenti per la sostenibilità e la resilienza degli approvvigionamenti“, precisa il ministro dell’Ambiente. Una proposta che porterà alla premier Giorgia Meloni, anche in vista del G7 italiano, sarà quella di contribuire con i tecnici, all’implementazione del ‘Five Points Plan’ sui minerali critici sottolineando la necessità di promuovere azioni di cooperazione con i paesi terzi – con particolare attenzione all’Africa – per, spiega Pichetto, “promuovere una crescita sostenibile anche grazie al ruolo offerto dalle tecnologie per la decarbonizzazione“.