Il lavoro sulla coesione va avanti. Il governo sottoscrive 17 accordi con 15 Regioni e due province autonome, e sta per chiudere le ultime quattro intese che mancano per coprire l’intero territorio nazionale, con Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. “È un lavoro estremamente prezioso“, rivendica la premier Giorgia Meloni durante la riunione del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile.
La somma assegnata dal Cipess dal Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, a disposizione dei territori, si aggira intorno ai 9,8 miliardi di euro. Un pacchetto “particolarmente importante“, che ha movimentato circa 15 miliardi di euro attraverso risorse regionali, nazionali e private, osserva la presidente del Consiglio. Ogni specifico accordo di coesione prevede un programma di interventi e di linee di azione, con cronoprogrammi procedurali e finanziari.
L’Italia è una nazione che nel tempo ha accumulato diversi divari: tra Nord e Sud, tra la costa tirrenica e quella adriatica, all’interno delle stesse Regioni, tra aree più interne e aree più urbanizzate e raggiunte di più da servizi e infrastrutture. “Ridurre questi divari è una delle nostre priorità e la strada migliore per farlo è concentrare le risorse che abbiamo a disposizione, a partire da quelle europee legate alle politiche di coesione, su interventi strategici e di lungo periodo“, spiega Meloni.
Fondamentale però, evidenzia, è anche spendere quelle risorse “bene, nel minor tempo possibile, evitando sprechi e inefficienze“. Anche per questo, con l’Accordo di Coesione non si prevede solo l’erogazione delle risorse per progetti strategici, ma anche un meccanismo di definanziamento per le eventuali risorse non utilizzate. In altre parole: “Se non rispetti i tempi, ti tolgo quelle risorse e le spendo per altro“, mette in chiaro la premier. In più, si prevedono anche strumenti per superare inerzie o inadempienze attraverso l’esercizio di poteri sostitutivi: “Dunque, maggiori responsabilità per tutti, per realizzare in tempi certi e più veloci gli interventi programmati“, afferma.
Fin dall’insediamento, il Governo ha avuto l’obiettivo di “utilizzare gli investimenti pubblici come leva fondamentale per lo sviluppo della nazione, spendere le risorse bene e velocemente evitando sprechi e inefficienze, per realizzare infrastrutture attese da decenni e che rimarranno alle generazioni future, capaci di produrre benessere e crescita strutturale“, le fa eco il ministro degli Affari europei per le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. La deliberazione del Cipess di oggi aggiunge un tassello a questa “strategia di lungo periodo”.