Il governo italiano continua a opporsi alle proposte europee come il regolamento sulle emissioni di anidride carbonica delle auto o la revisione della direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici. Perché “il processo verso un’economia verde deve essere un processo sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”. Lo ha ribadito la premier Giorgia Meloni in Senato durante le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23-24 marzo. Le direttive europee “così come concepite – spiega Meloni – si traducono in una penalizzazione di cittadini e imprese e rischiano di tradursi in nuove dipendenze energetiche proprio quando stanno andando in porto gli sforzi per liberarci dalla dipendenza da gas russo“. In particolare, la cosiddetta direttiva ‘case green’ “rischia di diventare una tassa patrimoniale per gli italiani”. “Alla nostra domanda se ci sono fondi europei per questo tema, ci hanno risposto ‘forse dal 2028’ – continua la presidente del Consiglio -. Peccato che i primi adempimenti debbano essere portati a termine entro il 2027, quindi gli italiani non potranno efficientare le proprie case ‘gratuitamente’, ma dovranno pagarsele da soli, in una situazione già difficile“. Meloni, però, specifica: “Determinati obiettivi sono condivisi dal governo, ma lo scopo va perseguito con una sostenibilità di fondo, sia sociale che economica”.
Sulla transizione green, “il governo italiano è pronto a fare la sua parte”, ma “anche in questo caso un piano ambizioso necessita di un quadro economico e politico coerenti”. Sul piano finanziario, aggiunge “è necessario comprendere come finanziare queste misure, con strumenti che dovranno non limitarsi a garantire una maggiore flessibilità agli aiuti di Stato”. Sul piano politico, “questa ambizione chiama in causa tempi e modi della transizione. Quanto più questa si accelera, con target di difficile raggiungimento, tanto più si aumenta la nostra dipendenza verso fornitori che oggi detengono quasi un monopolio sulle risorse necessarie ad alimentare questa transizione”
L’Italia, ribadisce Meloni, condivide gli obiettivi di transizione verde, “ma rivendichiamo la neutralità tecnologica. Non è l’Europa che deve dirmi come raggiungere quegli obiettivi”. E sulle auto elettriche non cambia idea. “E’ possibile raggiungere gli stessi risultati impiegando energie su cui l’Italia è all’avanguardia, penso ai biocarburanti. Sono materie pragmatiche e con pragmatismo le vogliamo affrontare“.