“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto con questa manovra finanziaria. Abbiamo svolto non un lavoro ragionieristico, ma delle scelte politiche. E’ una manovra che racconta di una visione politica”. Comincia così, Giorgia Meloni, con un applauso a se stessa e al suo governo. Dopo nemmeno un mese di frequentazione di palazzo Chigi, la presidente del Consiglio si presenta con una legge di Bilancio che – come era prevedibile – soddisfa molti e altrettanti ne scontenta. “L’approccio che abbiamo avuto è quello che si avrebbe nella definizione del bilancio familiare. Quando le risorse mancano non ti preoccupi cosa è utile per il consenso, ma di cosa è giusto fare. Si fanno delle scelte e ci si assume le responsabilità”, la spiegazione a margine che dischiude un nuovo orizzonte, meno ‘allegro’ e più realistico. I soldi, insomma, ci sono ma sono contati.
La manovra, che “è politica” e che è “coraggiosa e coerente”, scommette sul futuro. Meloni lo dice e lo ribadisce più volte nel corso della conferenza stampa. “La voce di maggior spesa riguarda il tema del caro bollette. Su 31 miliardi stanziati, 21 sono destinati alla crisi energetica”, sottolinea. Non ci fosse stato da arginare l’aumento di gas e luce “l’intervento sul cuneo fiscale sarebbe stato diverso”. La presidente del Consiglio entra nello specifico senza remore: “Due sono le priorità della nostra legge di bilancio: la crescita, vale a dire mettere in sicurezza il tessuto produttivo, e l’attenzione per famiglie e le categorie più fragili”. Nello specifico “ci sono tre tasse piatte: sui redditi incrementali alle partite Iva una del 15% sul maggiore utile conseguito con una soglia massima di 40mila euro, è una misura rivolta al ceto medio, che serve a riconoscere i sacrifici di chi riesce a fare meglio del passato”. Ci sono poi l’aumento della flat tax a 85mila euro e l’introduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro, contro il 10% previsto attualmente e, commenta Meloni, “fa il paio con l’estensione dei fringe benefit”.
Non sono previste nel 2023 la sugar tax e la plastica tax, gli extraprofitti verranno tassati al 35%, le pensioni minime verranno rivalutate del 120%, ci sarà una tregua fiscale ma non sono previsti condoni. In assoluto, questa legge di bilancio è “rivolta al ceto medio, non ai ricchi”. Resta un passaggio, il più importante: “Credo che la manovra possa essere migliorata in Parlamento, speriamo in un atteggiamento serio e responsabile delle opposizioni, come quello dimostrato da noi”.
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