Meno cinque al voto e le emergenze aumentano. Draghi a Ny per vertice Onu

Il premier è a New York per rappresentare l'Italia alla 77esima Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sul tavolo gli obiettivi dell'Agenda 2030, il Global Food Security Summit e la 'Climate Moment'

Mario Draghi

Il conto alla rovescia è partito. Tra meno di una settimana i giochi delle elezioni politiche 2022 saranno fatti, ma sul tavolo del prossimo governo (e della maggioranza che lo sosterrà) i faldoni delle emergenze non accennano a diminuire. A partire da quella energetica, perché il decreto Aiuti ter darà ossigeno alle casse di famiglie e imprese, poi però il problema di come pagare meno gli approvvigionamento resterà. L’orizzonte del price cap potrebbe non essere lontano, visto che la Commissione europea dovrebbe formalizzare le proprie proposte il prossimo 30 settembre, ma la certezza non è nel protocollo di Bruxelles. C’è grande attesa anche per lo schema di riforma del mercato dell’energia elettrica, in poche parole il disaccoppiamento dal costo del gas, che darebbe una spinta enorme al ridimensionamento delle bollette. Perché pensare di continuare ad ancorare il prezzo della luce, prodotta magari da fonti rinnovabili, alle quotazioni di metano è considerata ormai una follia da quasi tutto lo scacchiere politico continentale.

I negoziati, dunque, hanno la loro importanza. Ma nel frattempo c’è da fare i conti con le utenze dei cittadini o delle piccole imprese, che non sanno più come pagare cifre spropositate. La crisi colpisce anche il Terzo settore, l’ultimo caso è quello della comunità di San Patrignano, che sui social pubblica l’ultima bolletta, corredata da un post molto eloquente: “Agosto 2021: 70mila euro.
Bolletta del gas agosto 2022: 730mila euro, più di dieci volte tanto. Costi insostenibili che mettono a rischio le attività della comunità“. Il mondo politico esprime solidarietà quasi unanime, eppure ogni partito continua ad avere la propria ricetta per risolvere la crisi. La Lega, ad esempio, non molla l’idea di uno scostamento di bilancio per sostenere famiglie e pmi, trovando sponda anche in altre forze politiche. Peccato che non siano della coalizione di centrodestra. È, infatti, Giuseppe Conte a rilanciare il tema: “Lo chiediamo da marzo, ma il governo Draghi è rimasto passivo – dice l’ex premier -. Lo dovrà fare il prossimo esecutivo, e sarà monstre“, avvisa.

Pensiero diametralmente opposto a quello del Terzo polo. “Non in questo momento“, ribatte il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che invece punta le sue fiches sul tetto europeo al prezzo del gas. Misura che preferisce anche la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “È lo strumento più efficace!”, mentre l’altro misura è “il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia prodotta da altre fonti. Se lo facesse l’Europa avrebbe sicuramente un impatto più ampio, ma si può fare anche a livello nazionale“, sostiene in un’intervista a ‘il Giornale’. “Se siamo in ritardo su tetto massimo, che ci salverebbe la vita perché le bollette scenderebbero, è perché hanno fatto cadere Mario Draghi. Se ci fosse stato lui al tavolo dei negoziati avrebbe risolto un po’ di problemi“, punge il ministro degli Esteri e fondatore di Impegno civico, Luigi Di Maio.

Sempre restando in tema di caro energia, ancora dalla Lega arriva un’altra proposta: eliminare il pagamento del canone Rai dalle bollette della luce per alleggerirne il peso. Gli esponenti del Carroccio battono molto sul punto, ma finora le risposte di alleati e competitor non soddisfano le aspettative degli uomini di via Bellerio. Non risponde nemmeno il Partito democratico, il cui segretario, Enrico Letta, vola a Berlino per incontrare i vertici dell’Spd e soprattutto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz. L’obiettivo della trasferta è aprire un canale di dialogo “per arrivare a soluzioni comuni europee contro il caro bollette e la crisi energetica“, spiega su Twitter.

In questo clima da ultimi giorni di campagna elettorale, Mario Draghi saluta per qualche giorno l’Italia. O almeno Roma e Palazzo Chigi, ma è a New York per rappresentare il nostro Paese alla 77esima Assemblea generale delle Nazioni Unite, che torna a svolgersi in presenza dopo la parentesi ‘da remoto’ dovuta al Covid-19. Al fianco del premier ci sono anche i ministri della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, oltre alla vice ministra degli Esteri, Marina Sereni. Al centro dei lavori dell’Unga, che saranno presieduti dal neo eletto presidente, l’ungherese Csaba Korosi, le crisi che il mondo sta vivendo: dalla guerra in Ucraina alla pandemia, alle sfide umanitarie, i cambiamenti climatici, le minacce all’economia globale. Si parlerà delle possibili soluzioni secondo un approccio solidale e sostenibile. In particolare, gli effetti della crisi in Ucraina sulla sicurezza alimentare e sul clima e l’energia sono le priorità all’attenzione anche del segretario generale, Antonio Guterres.

Non a caso sarà questo il filo conduttore dei principali eventi che si svolgeranno durante l’assemblea, visto che sono in programma summit e tavole rotonde sullo stato di attuazione dell’Agenda 2030, sul tema dell’istruzione e dell’evoluzione dei sistemi educativi in attuazione dell’Agenda 2030, il Global Food Security Summit e la tavola rotonda ‘Climate Moment’. Temi di cui il prossimo governo dovrà prendersi carico tra le priorità internazionali da affrontare. Perché i riflettori della campagna elettorale a breve si spegneranno e i dossier andranno affrontati.