La Camera attiverà un’indagine conoscitiva sull’energia nucleare. Il via libera arriva dalla commissione Ambiente, presieduta dal deputato FdI, Mauro Rotelli, che concede il disco verde all’analisi sul ruolo della tecnologia nel processo che dovrà portare l’Italia a compiere la transizione energetica e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Non c’è l’unanimità, però, perché a favore votano tutti i partiti della maggioranza, da Fratelli d’Italia alla Lega, a Noi moderati, ai quali si aggiunge anche Azione. Decidono di astenersi, invece, le forze di opposizione come Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza verdi sinistra, poco convinti però che l’operazione possa avere uno sbocco.
“L’indagine della destra è una chiara operazione di propaganda per rilanciare l’energia dell’atomo”, dice Eleonora Evi, capogruppo di Avs in commissione Attività produttive. “Del resto – continua -, parte dal presupposto che nel nostro Paese i costi energetici troppo alti e la dipendenza da materie prime dall’estero siano il problema da risolvere per garantire la competitività delle imprese italiane. Bene, il nucleare non risolverà né l’uno né l’altra, considerato i costi stratosferici di questa fonte di energia, i suoi tempi lunghi di realizzazione e la dipendenza da importazione di combustibile nucleare dall’estero”. Per il dem Christian Di Sanzo, invece, è “fondamentale che il lavoro dell’indagine si focalizzi sulle soluzioni del futuro del nucleare, in particolare sulla quarta generazione e sulla fusione“. Il deputato del Pd, che è anche ingegnere nucleare, avvisa: “Allo stesso tempo, l’indagine deve permettere di acquisire un quadro preciso dell’attuale situazione sul deposito nazionale e sul futuro del combustibile esausto in modo da permettere all’Italia di chiudere con l’eredità del passato“. Perché “la questione nucleare va affrontata con realismo e senza ideologia, guardando le prospettive del futuro della ricerca, ma allo stesso tempo con una vera valutazione dei costi nel suo complesso e una valutazione sui tempi reali di sviluppo delle nuove tecnologie. Ci prepariamo a questa indagine nella speranza che sia propedeutica a una discussione seria e non ideologica”.
Tranchant, invece, l’opinione dei Cinquestelle: “L’indagine spinta dai partiti di destracentro ricorda un po’ quelle televendite dove, a una modica cifra, ti propongono materassi, poltrone e batterie di pentole in acciaio Inox – attacca Emma Pavanelli -. Tutto bello, salvo poi accorgersi che sotto c’è quasi sempre una fregatura. Nel caso del Nucleare, la Destra dimentica che la cifra è tutt’altro che modica, e che la ‘merce’ potrebbe arrivare 10-12 anni dopo la spesa, perché all’Italia servirebbero tra i 10 e i 15 reattori nucleari, per costi ad oggi non quantificabili. Mai una volta che un solo esponente del Centrodestra parli di rinnovabili”.
Domani alle 18, intanto, è in programma a Roma un incontro organizzato da Azione, nel quale si confronteranno proprio sul tema del nucleare come contributo alla transizione ecologica, Carlo Calenda, con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, il responsabile Energia e ambiente di Azione, Giuseppe Zollino, l’ad di Sogin, Gian Luca Artizzu, e la direttrice de L’Astrolabio Rosa Filippini.