Dopo 15 anni di tentativi, nei mesi scorsi il Parlamento ha varato una legge per la valorizzazione dell’agricoltura biologica: obiettivo primario è la diffusione dell’agricoltura pulita, puntando sia sulla crescita della produzione che sull’aumento di consumi, in coerenza con le politiche europee del Green Deal.
“Il Paese ha la responsabilità di difendere un primato importante nel biologico, come testimoniato dalla recente approvazione della legge, che rappresenta un veicolo di importanti novità per il sostegno della filiera“, il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, partecipando al convegno ‘È l’ora dell’agricoltura bio. Una risorsa strategica per uscire dalla crisi’. “Le azioni messe in campo risultano strategiche per supportare la transizione green e sostenere le sfide future e le mutate esigenze di consumo dei cittadini, anche nell’ottica di allineare l’Italia agli ambiziosi obiettivi europei delle strategie Farm to Fork e Biodiversità 2030 e favorire l’accesso agli investimenti nel contesto della Pac e del Pnrr“, afferma.
Le Associazioni del biologico (Aiab, AssoBio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio) hanno messo a punto un biodecalogo per accelerare la transizione agroecologica applicando pienamente le norme della legge approvata a inizio marzo e nello stesso tempo fornire al Paese una ’riserva strategica’ agricola che permetta di fronteggiare le varie crisi che hanno colpito le nostre società, da quella climatica alla pandemia, fino alla guerra.
“Sull’agricoltura biologica, siamo primi in Europa per numero di operatori, 81.731, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2019, terzi per superficie, dopo Francia e Spagna“, ricorda Patuanelli. La Sicilia è la Regione più bio d’Italia, a seguire Puglia, Calabria, Toscana. Siamo al primo posto per numero di produttori, oltre 71mila. Il valore dell’Expo dei prodotti bio nazionali è pari a 2,9 miliardi di euro e la pandemia è stata un acceleratore green. La programmazione che parte nel 2023, fa sapere il ministro, “vedrà il mantenimento per 1 miliardo e mezzo delle politiche sul biologico ma avranno anche la forza del cofinanziamento legata al trasferimento di risorse ingenti dal primo al secondo pilastro, 90 milioni all’anno per tutta la programmazione fino al 2027 e parliamo di un aggregato di circa un miliardo di euro a sostegno della programmazione biologica. Elemento positivo è la legge sul biologico, con principi chiari e definiti sul rafforzamento della criticità, la penetrazione del mercato verso consumatori che hanno la maturazione giusta per apprezzare la scelta biologica ma che ancora vedono un’offerta che ha delle fratture, che non ha un messaggio chiaro, questo è l’obiettivo principale della legge sul biologico“.
La scelta tra sostenibilità ambientale ed economica, insiste, “non è possibile, non esiste la sostenibilità ambientale senza quella economica e viceversa. Abbiamo avuto fasi in cui lo sviluppo del Paese ci ha portati a dimenticare la sostenibilità ambientale e a prediligere quella economica, questo non è più tollerabile e i cittadini non lo vogliono più“.
Le associazioni chiedono: Filiere di Made in Italy Bio fondate sul giusto prezzo per agricoltori e consumatori; Fiscalità ambientale e crediti di imposta per i costi di certificazione per abbattere i prezzi al consumatore senza costi aggiuntivi per le imprese; Distretti biologici per favorire sistemi locali di produzione e consumo e valorizzare il territorio rurale a partire dalle aree interne e dalle aree naturali protette; Incentivazione delle imprese agricole che integrano attività agricole, zootecniche e forestali, capaci di favorire la biodiversità e chiudere il ciclo dei nutrienti; Ricerca, innovazione, formazione e consulenza per supportare gli agricoltori e i territori nella transizione al bio; Sviluppo della ristorazione collettiva attraverso organizzazioni di prodotto e strumenti adeguati d’informazione e consulenza; Comunicazione e campagne d’informazione ai cittadini per conoscere i valori del bio e favorire l’aumento dei consumi di biologico; Innovazione digitale e piattaforma di tracciabilità unica in favore di consumatore; Semplificazione burocratica; Obbligo del biologico in aree protette ed Efa.