Il nuovo governo partirà con spirito dialogante verso l’Europa. Mancano davvero pochissime caselle a Giorgia Meloni per comporre il mosaico della squadra che dovrà affiancarla a Palazzo Chigi, ma nelle ultime ore le conferme che arrivano su Farnesina e Rapporti con l’Ue lasciano presagire che il centrodestra non abbia nessuna intenzione di iniziare un braccio di ferro con Bruxelles. Agli Esteri, infatti, sembra ormai acquisita la candidatura di Antonio Tajani, che avrà anche l’onore e l’onere di essere vice premier, al pari di Matteo Salvini. Il coordinatore di FI sarà elemento di raccordo con le cancellerie occidentali del Patto atlantico (e non solo), nonché anello di congiunzione fondamentale con il Ppe, che esprime la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ma con ottimi rapporti anche nella sponda gauche con il partito socialista europeo.
Al coordinamento con l’Ue ci sono pochi dubbi che sarà chiamato Raffaele Fitto. Nato (politicamente) nella casa dei moderati europei, negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla costruzione del gruppo dei Conservatori, guidati proprio da Meloni, di cui è stato copresidente fino al 12 ottobre scorso, quando ha formalizzato l’uscita dall’Europarlamento per tornare sui banchi della Camera dei deputati. In questi anni a Strasburgo ha tessuto importanti rapporti con le istituzioni continentali, che torneranno utili a Meloni in preparazione dei Consigli più delicati. Certo, non si può dire che sia stato ‘tenero’ con l’Ue quando c’era da protestare, ma non ha mai alzato muri che potessero compromettere i canali di dialogo. FdI, per dirne una, ha condotto una battaglia durissima contro il Nutriscore, ma argomentando sempre i punti di profondo disaccordo, lamentando le ricadute negative sul comparto agroalimentare italiano, dunque su una fetta consistente della nostra economia.
In queste ultime ore di trattative per il governo, però, va registrata anche una irritualità. Quella di Silvio Berlusconi, che incalzato dalle domande dei cronisti elenca i ministri proposti da FI e che, a sua detta, faranno parte della squadra di Meloni. Tra i nomi che il Cav fa, per Ambiente e Transizione ecologica indica Gilberto Pichetto Fratin, deputato piemontese, vice ministro allo Sviluppo economico dell’esecutivo di Mario Draghi con deleghe a pmi, incentivi, concorrenza e liberalizzazioni. Dunque, c’è una conferma che il Mite sarà affidato a Forza Italia: nei giorni scorsi era circolato il nome di Alessandro Cattaneo, ma l’ex sindaco di Pavia è stato nominato capogruppo alla Camera, mentre al Senato è stata eletta Licia Ronzulli, chiudendo così l’impasse che aveva tenuto bloccati i negoziati tra le forze di centrodestra.
Altra novità riguarda il ministero dell’Agricoltura. Anche se da fonti della Lega confermano che sia tra i dossier a cui Salvini si sta dedicando in questi giorni, per quel ruolo Gian Marco Centinaio non appare più il favorito. Il dicastero potrebbe, infatti, restare nel perimetro di Fratelli d’Italia, che al suo arco ha diverse frecce, come Luca De Carlo o Fabio Rampelli. Il nodo verrà sciolto entro giovedì, giornata in cui potrebbero iniziare ufficialmente le consultazioni al Quirinale, mentre Mario Draghi chiuderà la sua esperienza da premier con l’ultimo Consiglio Ue sull’energia, quello in cui dovrebbero essere formalizzate le proposte su price cap e acquisti comuni di gas. La macchina organizzativa è già in funzione, pronta a partire non appena si concluderanno gli adempimenti parlamentari, con le elezioni di vice presidenti, questori e segretari. A Palazzo Madama tutto si compirà oggi, dalle 15: chiama unica con tre schede. A Montecitorio, invece, è in corso la conferenza dei capigruppo che dovrà stabilire il calendario delle votazioni.
Nel frattempo i partiti hanno scelto i rispettivi presidenti. Tante le conferme: FdI si affida ancora a Francesco Lollobrigida alla Camera e Luca Ciriani al Senato, il Partito democratico non cambia Debora Serracchiani e Simona Malpezzi e la Lega ripunta su Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Anche il M5S lascia Francesco Silvestri a Montecitorio, mentre a Palazzo Madama arriva Barbara Floridia, sottosegretaria uscente all’Istruzione con delega alla Transizione ecologica, che prende il posto di Mariolina Castellone, destinata alla vice presidenza del Senato. Il Terzo Polo, infine, sceglie Matteo Richetti (Azione) e Raffaella Paita (Iv).
Ultima nota riguarda il Quirinale, dove Sergio Mattarella riceve il presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda. Diversi i temi affrontati nel colloquio: dal sostegno netto all’Ucraina al riconoscimento dell’impegno polacco per l’accoglienza dei profughi ucraini, alla necessità di maggiore solidarietà e unità europea, a partire dalla questione energetica, che rischia di provocare gravi conseguenze sui cittadini e sulle imprese. Il presidente della Repubblica si è augurato che dall’imminente Consiglio europeo arrivino soluzioni in tal senso. Sarebbe una bella notizia anche per il nuovo governo.