Dopo l’intesa di massima tra i leader Ue al Consiglio del 20-21 ottobre, la discussione sul pacchetto di misure contro la crisi energetica si sposta ora sul piano tecnico e dal primo vertice dei 27 ministri responsabili per l’Energia esce già un’indicazione: l’obiettivo è il via libera definitivo al Consiglio straordinario del 24 novembre. Quello di ieri è stato un “pezzo importante del puzzle“, ha confermato il ministro dell’Industria della Repubblica Ceca e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Jozef Síkela, annunciando la decisione di indire fra un mese il prossimo vertice ministeriale straordinario per “adottare il pacchetto” di misure proposte dalla Commissione lo scorso 18 ottobre. In caso di fumata nera ci sarà ancora quello ordinario del 19 dicembre.
La proposta di regolamento su cui si sono iniziate a concentrare le discussioni tra i ministri Ue è tripartita. Primo, interventi per contrastare l’aumento dei prezzi del gas, come un ‘price cap’ dinamico per le transazioni sulla principale borsa del gas di Amsterdam, in attesa di un nuovo parametro complementare al Ttf solo per il Gnl. Secondo, una base giuridica per avviare e rendere obbligatori gli acquisti congiunti di gas da parte delle imprese europee. Terzo, nuove regole di solidarietà tra gli Stati membri di fronte al rischio di tagli all’approvvigionamento.
Dal primo round di confronto tra i ministri dell’Ue è emersa una generale tendenza a “concentrarsi sugli acquisti congiunti di gas“, ha messo in chiaro il ministro ceco, a cui ha fatto eco la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, con una precisazione: “Se arriverà l’accordo in Consiglio, saremo pronti ad acquistare 13,5 milioni metri cubi di gas per la prossima stagione, ma anche di più se vogliono i Paesi membri“. La priorità rimane “unire le nostre forze sul mercato globale“, ha puntualizzato Simson: “È nell’interesse di tutti“.
Sul corridoio dinamico per i prezzi del gas è soprattutto l’Italia, rappresentata dal nuovo ministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a spingere: “La discussione è stata ampia, la Commissione si è impegnata a considerare tutte le proposte a parità di condizione, anche quella sul corridoio“, ha spiegato il ministro al termine del vertice: “C’è stata una richiesta da parte dei Paesi di urgenza dell’intervento e di dare una risposta in tempi brevi“, tenendo in considerazione che “la nostra priorità resta l’emergenza prezzi per tutelare famiglie e imprese“.
Secondo quanto specificato dal ministro Síkela, i Ventisette hanno “sostenuto l’introduzione di un corridoio dinamico per evitare picchi in caso di panico su mercati“, ma ci sono state anche “posizioni divergenti sul tetto al prezzo del gas e sul meccanismo di correzione del Ttf“. Da parte sua, la commissaria Simson ha messo in chiaro che “proponiamo un tetto dinamico sul Ttf da utilizzare subito contro i prezzi elevati” e che, parallelamente, la proposta dell’esecutivo Ue prevede di chiedere all’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer) di sviluppare “entro il 31 marzo un indice complementare al Ttf, che rispecchi la situazione del mercato attuale” e che “sarà pronto per la prossima stagione di riempimento degli stock“.
Una parte delle discussioni si è basata anche su un non-paper della Commissione, in cui è stata riassunta l’analisi costi-benefici di una possibile introduzione a livello europeo del meccanismo di sovvenzione iberico (che abbassa i prezzi dell’elettricità da tutte le fonti sovvenzionando quella più costosa, ovvero il gas). Dal documento dell’esecutivo comunitario emergono tutta una serie di criticità di complessa risoluzione – dall’aumento dei consumi di gas ai costi per gli Stati che dipendono dalla produzione di energia elettrica dal gas, fino all’aumento dei flussi verso Paesi terzi – che mettono in ombra i benefici comunque rilevati, pari a 13 miliardi di euro.