Cronaca di una ‘vittoria’ annunciata. In Piemonte Alberto Cirio, governatore uscente, e candidato del centrodestra, ottiene a larga maggioranza la riconferma della Regione staccando, di quasi 20 punti a scrutinio ancora in corso, Gianna Pentenero, sostenuta dal centrosinistra. Una riconferma ampiamente prevista ma non ‘naturale’ in Piemonte dove Cirio diventa il primo governatore a fare il bis in 25 anni. “Sono molto orgoglioso di questo”, ammette il presidente uscente arrivando in serata a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale. “Non era naturale se pensiamo a chi mi ha preceduto, tutte persone di valore come Bresso, Chiamparino e Cota, furono eletti in un primo mandato, ma non vennero mai confermati”, aveva spiegato poco prima ad Alba, nel Cuneese, dove ha atteso l’esito del voto. E ammette di sentire una grande “responsabilità in questo”.
Nel 2019 Cirio con il 49,86% sconfisse il governatore uscente Sergio Chiamparino, che si fermò al 35,8%. Ora la distanza con Pentenero è di oltre 20 punti, 56% a 33,65%. Tanto che la candidata ammette la sconfitta a sole due ore dall’inizio dello spoglio, con una telefonata in cui augura a Cirio “buon lavoro”. “Siamo e sono comunque orgogliosa del lavoro che è stato svolto” perché “è stata una campagna molto breve – commenta l’ex assessora torinese al Lavoro e alla Sicurezza – , se fossimo partiti prima forse avremmo potuto ottenere un altro risultato, ma quello che stiamo vedendo, ancora all’inizio dello spoglio, ci fa dire che il Partito Democratico ha tenuto e ha tenuto bene la coalizione”. Pentenero è entrata in corsa in extremis, nome trovato dal Pd per uscire dalle spaccature tra le possibili candidature di Daniele Valle e Chiara Gribaudo, sostenuti rispettivamente dalla corrente Bonaccini e dagli esponenti dell’area Schlein.
Il successo di Cirio è anche una conferma personale, vista l’affermazione della sua lista civica Cirio Presidente, che sfiora il 12,04%, dietro a Fdi che guida con il 24,55% ma davanti a Fi-Udc-Pli (10,1%), Lega (9,31%) e Noi Moderati (0,69%). Numeri che, forse, gli concederanno più spazio di manovra nella formazione della nuova Giunta, con rapporti di forza tra i partiti che lo hanno sostenuto profondamente diversi rispetto a quelli di 5 anni fa, con una Lega molto ridimensionata e con la formazione della premier Giorgia Meloni a trainare la coalizione. “Insieme faremo le valutazioni, ma senza particolari preoccupazioni“, ribadisce Cirio.
Gli altri tre candidati presidenti si fermano a considerevole distanza. La pentastellata Sarah Disabato è al 7,79%%, Francesca Frediani (Unione Popolare) il candidato delle liste ‘anti-sistema’ Alberto Costanzo (Libertà) sono lontani dalla soglia di sbarramento dl 3%.
Una vittoria che Cirio, vicesegretario nazione di Forza Italia, ha voluto dedicare a Silvio Berlusconi, di cui mercoledì ricorre l’anniversario della scomparsa. “Il centro-destra in Italia è un’invenzione di Silvio Berlusconi e a lui io voglio dedicare questo momento”, spiega dettando poi le priorità. In primis la sanità, con una riforma del sistema delle liste d’attesa. E poi ripartire della infrastrutture. Se, nella prima legislatura, il governatore dice di “aver sbloccato grandi infrastrutture come Tav, terzo valico, Asti-Cuneo, Pedemontana”, da domani ora vede l’impegno “per il tunnel del Tenda, anche se ho competenze solo da tifoso, la tangenziale di Demonte e la seconda canna del Bianco”.