Nuova governance per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con ulteriori semplificazioni, e scure sui bonus edilizi. Il consiglio dei ministri vara il decreto Pnrr e il decreto Incentivi. Il primo ha l’obiettivo di rafforzare la capacità amministrativa e semplificare i procedimenti, per assicurare l’attuazione degli interventi rispettando il cronoprogramma, il secondo prevede uno stop totale alla cessione del credito e uno sconto in fattura per i nuovi interventi: per le opere edilizie non sarà consentito l’utilizzo delle due opzioni previste al posto delle detrazioni fiscali, cessione e sconto, a eccezione degli interventi per cui sia già stata presentata la Cila.
Il dl Pnrr è “frutto del lavoro di questi mesi e la base di un percorso futuro“, spiega il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto. Un risultato che, spiega, va letto insieme all’ok al fondo di sviluppo e coesione. Il decreto, inoltre, sopprime l’Agenzia della coesione e riorganizza queste competenze all’interno del Dipartimento delle politiche di coesione: i due nuclei vengono accorpati in uno, riducendo le persone coinvolte. Intervenendo in materia, spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il governo rende più efficace l’azione della struttura, che deve mettere in campo progetti e usare fondi europei: “Non vogliamo che neanche un euro venga perduto. E’ giusto migliorare la situazione organizzativa in corso d’opera”, afferma.
Lo schema di decreto si articola in tre parti: la prima contiene disposizioni per riorganizzare la Governance per il Pnrr, per rafforzare il sistema di coordinamento, gestione, attuazione e monitoraggio del Piano, anche alla luce dell’istituzione dell’Autorità politica delegata; la seconda rafforza la capacità amministrativa e snellisce le procedure; la terza si occupa di politiche di coesione e di Pac, oltre che di politiche giovanili. E’ un passaggio decisivo anche per i prossimi giorni, rivendica Fitto, perché il governo è impegnato sul Repower Eu, che implementerà il Pnrr: “Ci sono dati oggettivi legati a cambi di scenario, il Piano era stato pensato prima della guerra”.
Sul Dl Incentivi il Parlamento promette battaglia, tanto che l’ex ministro M5S Stefano Patuanelli, dai social, aveva lanciato un appello, con cdm in corso, ai ministri di Forza Italia: “Fermate il vostro governo. Così condannate a morte migliaia di imprese, volutamente, andando contro anche alle associazioni di categoria e ai lavoratori“. Già lunedì nel tardo pomeriggio è previsto un incontro con le associazioni di categoria. “Si è lasciato lievitare il numero dei crediti, anche le due forze politiche che facevano parte di quel Governo hanno cercato di bloccare questo andamento la situazione era fuori controllo ed è stato necessario intervenire per tamponare errori commessi in passato. Un’azione a tutela di imprese, cittadini e banche“, spiega Tajani.
La misura “è chiaramente d’impatto per bloccare gli effetti di una politica scellerata, utilizzata anche in campagna elettorale, che ha prodotto anche un beneficio per alcuni cittadini, ma che ha posto in carico a ciascun italiano 2000 euro“, fa sapere il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che precisa: “Interveniamo sulla cessione dei crediti d’imposta, non sul superbonus, che rimane tale e quale. Valgono 110 miliardi, l’ordine di grandezza, che dev’essere gestito, è questo”.