
Per vedere l’avvio dei cantieri del Ponte sullo Stretto ci vorrà ancora un po’ di tempo. Con il via libera del Cipess al progetto definitivo, Matteo Salvini aveva sperato che il conto alla rovescia per espropri e gru accelerasse, ma la Corte dei conti tira il freno a mano e chiede ulteriori “chiarimenti ed elementi informativi”. A riportare la notizia è il ‘Sole 24 Ore’, che pubblica ampli stralci delle sei pagine di osservazioni trasmesse dai magistrati contabili al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri, in cui “risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione, difettando (…) una puntuale valutazione degli esiti istruttori”, riporta il quotidiano.
La Corte concede venti giorni di tempo per adempiere alle richieste e riprendere, dunque, la valutazione del progetto su cui il governo ha già deciso di impegnare 14 miliardi di euro da qui al 2032, anno in cui è previsto il rilascio dell’opera. Le rilevazioni dei magistrati riguardano soprattutto “le peculiari modalità – condivisione di link che rimanda al sito istituzionale della società Stretto di Messina – con le quali sono stati trasmessi alcuni degli atti oggetto di controllo”.
Ma anche il via libera alla relazione Iropi che dichiarava il Ponte infrastruttura di interesse militare: strumento che nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe portare all’inserimento delle spese nel computo dell’aumento delle risorse per la difesa al 5%, come chiede la Nato. Il ‘Sole’ spiega che la Corte dei conti chiede chiarimenti pure sul piano economico, a proposito delle “plurime prescrizioni e raccomandazioni di cui alla delibera Cipe n. 66/2003 risulterebbero non del tutto ottemperate” e la mancanza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici tra i documento. Inoltre, servono integrazioni per spiegare la discrasia tra i 10,48 miliardi annotati da Kpmg e i 10,51 miliardi delle carte Cipess; così come vengono chieste delucidazioni sugli incrementi di spesa per la sicurezza e la voce opere e misure compensative. Infine, la magistratura contabile non è affatto convinta dalla scelta di escludere l’Autorità di regolazione dei trasporti.
La notizia corre veloce, ma il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti getta acqua sul fuoco. “Tutti i chiarimenti e le integrazioni chieste dalla Corte dei conti fanno parte della fisiologica interlocuzione tra istituzioni e saranno fornite nei tempi previsti, a maggior ragione per un’opera così rilevante”, fa sapere il Mit in una nota. Assicurando che “il Ponte sullo Stretto non è in discussione e gli uffici competenti sono già al lavoro”. Ma le opposizioni alzano i toni e chiedono che il vicepremier, Matteo Salvini, venga a riferire in aula. “La Corte ha bocciato la delibera Cipess sul Ponte sullo Stretto – dichiarano i deputati Pd, Anthony Barbagallo e Andrea Casu –. Un fatto che conferma le criticità già emerse sulla sostenibilità economica, sul rispetto delle norme europee e sulle valutazioni ambientali. Presenteremo diverse interrogazioni parlamentari”. Angelo Bonelli, invece, chiede che Giorgia Meloni rimuova Salvini dal suo incarico: “La progettazione del Ponte sullo Stretto è deficitaria e carente delle informazioni necessarie a renderne sostenibile la realizzazione dal punto di vista economico”. Per il M5S “a ottobre non partirà alcun cantiere, Salvini cambi mestiere”. Duro con il ministro delle Infrastrutture è anche il commento di Italia viva: “Si conferma un pasticcione e un approssimativo, che si lancia in proclami”, dice la senatrice Dafne Musolino. La partita del Ponte, dunque, non si apre.