
Dopo l’alt del Colle al tentativo di inserire all’interno del Dl Infrastrutture una procedura speciale per i controlli anti-mafia, la Lega sfodera il piano B. E prepara per il Parlamento la proposta di Matteo Salvini per aumentare al massimo, “come già fatto con successo per la ricostruzione del Ponte di Genova, per Expo e per le Olimpiadi”, controlli e certificazioni contro le infiltrazioni per tutti gli appalti, le forniture e i servizi sulle imprese che lavoreranno al Ponte.
“Penso e spero che nessuno si opponga a inserire più controlli possibili contro infiltrazioni mafiose. Non penso che il Quirinale sia contro gli organismi antimafia“, commenta il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a margine di un sopralluogo a Genova. L’opera, ricorda Salvini, coinvolgerà più di 100.000 lavoratori e migliaia di imprese in tutta Italia con appalti, servizi, espropri: “Quindi è giusto che gli italiani, io in primis che ci metto la faccia, abbiano la certezza che ogni euro speso non finisca nelle tasche sbagliate. Non uno, ma dieci emendamenti per garantire trasparenza, legalità e verifiche certificate antimafia per quello come per altri cantieri. Spero che nessuno dica di no a maggiori controlli antimafia per il Ponte”, ribadisce. Il Colle aveva ritenuto il passaggio inserito nel Dl Infrastrutture che centralizzava i controlli antimafia in una struttura del Viminale, diretta dal prefetto Paolo Canaparo, non necessaria. “La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina”, ha spiegato ieri l’ufficio stampa del Quirinale. La norma proposta prevedeva invece una “procedura speciale adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale“.
Per questo, la forzatura di Salvini è irricevibile per le opposizioni. “Le norme antimafia sono materia seria, complessa e delicata”, mette in chiaro il capogruppo Pd in commissione ambiente della Camera, Marco Simiani. I Dem promettono battaglia nel corso dell’esame parlamentare, perché “le norme anti-mafia non si possono trattare come un fastidio da aggirare”, insiste Simiani. Che parla di “nervosismo e una preoccupante sgrammaticatura istituzionale” del Carroccio. Le poltrone e il potere “sembrano dare alla testa a Salvini, che si comporta come se fosse al di sopra di ogni critica, di ogni richiamo, di ogni equilibrio”, accusa.
“Davvero Meloni vuole far scrivere la norma antimafia sul Ponte sullo Stretto alla Lega di Salvini?”, domanda Angelo Bonelli. Il deputato di Avs accusa il vicepremier di aver “eliminato i pareri degli organismi tecnici dello Stato” come Ispra, Ingv, Autorità dei Trasporti, Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e Anac per “farsi approvare un progetto vecchio di oltre 25 anni”. Dopo aver aperto uno scontro con il Quirinale, punta il dito Bonelli, “Salvini intende far riscrivere la norma dalla Lega correggendo il decreto in Parlamento, ignorando i rilievi della Presidenza della Repubblica”. Alleanza Verdi e Sinistra chiede in Commissione l’audizione della Procura distrettuale antimafia, perché, spiega Bonelli, “dalle indagini emerse da cinque procure si confermerebbe che Don Ciotti aveva ragione nell’affermare che il Ponte rischia di unire due cosche, non due coste”.
Per la capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, Gabriella Di Girolamo, Salvini “rischia seriamente di doversi andare a nascondere”. Ormai, sostiene, il ministro “lavora solo pro domo sua: il Ponte sullo Stretto per lui è un giochino per combattere la noia. Mai una delucidazione su costi, rischi sismici, rilievi ingegneristici. Ed ora anche il tentativo criminale di aggirare i controlli anti-mafia e renderli più sbrigativi”. Tutto questo, ricorda la pentastellata, nel giorno in cui si commemorano Giovanni Falcone, sua moglie e gli agenti della scorta trucidati a Capaci, “un colpo di genio”.