Il Ponte sullo Stretto di Messina, resuscitato dal governo, rischia di non avere le coperture adeguate per essere realizzato. Arriva infatti dall’Allegato infrastrutture al Def, appena varato dall’esecutivo, un primo punto fermo sui costi dell’opera. Il Ponte in sé costerà almeno 13,5 miliardi, mentre per realizzare le opere complementari al collegamento ferroviario “lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi” serviranno almeno altri 1,1 miliardi. Ancora da stimare, invece, il costo delle opere “di ottimizzazione e complementari alle connessioni stradali”, che considerate “di minor impatto economico, verranno meglio definite e dettagliate nell’ambito dei prossimi contratti di programma con Anas”. In tutto si arriva ad almeno 14,6 miliardi mentre, nelle ultime settimane, con il progetto risvegliato dal decreto legge approvato a fine marzo, si erano ipotizzati costi intorno ai dieci miliardi. Per questo, si legge nell’allegato, “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente”, fermo restando l’urgenza di realizzare un’opera “non più rinviabile e considerata di assoluta strategicità da questo governo per l’Italia e per l’Europa nel suo complesso, in coerenza con il disegno dei Corridoi delle reti transeuropee di trasporto Ten-T”. Immediata la risposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: è ovvio che manchi la copertura per il Ponte sullo Stretto perché “sarà reperita con la legge di bilancio, come sempre avviene per tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale del Def”, fanno sapere fonti Mit, spiegando che il Def è un documento di programmazione, non di stanziamento di risorse e facendo anche presente che non c’è ancora nemmeno la società ad hoc. Inoltre, al finanziamento dell’opera, puntualizza l’allegato, oltre con la manovra 2024, si intende provvedere mediante le risorse “messe a disposizione dalle Regioni a valere, in particolare, sui Fondi per lo Sviluppo e la Coesione; i finanziamenti contratti sul mercato nazionale e internazionale. A tal fine saranno quindi considerate prioritarie le interlocuzioni con finanziatori istituzionali quali la Banca europea degli investimenti e Cassa depositi e prestiti, oltre all’accesso alle sovvenzioni di cui al programma Connecting Europe Facility – Cef (partecipazione al bando entro settembre 2023″).
Ma intanto le opposizioni insorgono: Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi-Sinistra parla di “vera e propria truffa politica e mediatica di chi parla – al solo scopo di fare propaganda – di realizzare un ponte senza avere i soldi per finanziarlo” e chiede al governo di ritirare il decreto destinando le risorse alle infrastrutture del Sud. Dal fronte Cinque Stelle i deputati nelle commissioni Trasporti e Infrastrutture precisano che il “Dl che è mera aria fritta, fatta eccezione per il ritorno in vita della derelitta società Stretto di Messina Spa, carrozzone destinato a moltiplicare le poltrone e a divorare soldi dei contribuenti”. “Salvini e la Lega stanno facendo uno sgradevole gioco delle tre carte, ovviamente a danno dei cittadini italiani”, commentano.
E pensare che la realizzazione dell’opera aveva ricevuto oggi il bene placito delle associazioni di categoria, ascoltate nelle Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera. “Il Ponte- ha spiegato Paolo Uggè, consigliere Confcommercio delegato ai Trasporti, e presidente Fai-Conftrasporto, – consentirà a un popolo di oltre cinque milioni di persone di avere finalmente un vero collegamento con il Continente. Per l’Europa, sarà una preziosa opera di connessione nord-sud, realizzando un’offerta logistica in grado di migliorare la competitività del sistema europeo attraverso una piattaforma proiettata nel mare Mediterraneo“. Dello stesso parere Vittorio Messina, presidente del Caf Confesercenti secondo cui l’opera “rappresenterebbe un vero e proprio rilancio dell’Italia dal punto di vista di ingegneria per un’opera mai realizzata finora. Oltre che sarebbe un segnale di fiducia e speranza”, per la Sicilia. Per Confartigianato e Cna invece il progetto deve essere inquadrato in un ambito complessivo di interventi “in cui una grande opera può essere elemento che trascina tutto il contesto se accompagnata da altre opere”.
Bocciato invece il Ponte dalle associazioni ambientaliste. “Diciamo no a questo progetto che per noi rappresenta più un mito, visto che sono 60 anni di studi e progetti di fattibilità non andati a buon fine. I punti sono i più diversi: sicurezza sismica, anche rispetto al vento; fattibilità tecnica anche sulle strutture mai chiarita in maniera approfondita, le problematiche ambientali che non riguardano solo suolo e sottosuolo ma anche il rumore e i rischi connessi alla salute”, spiegano i rappresentanti del Coordinamento Salviamo il Paesaggio, mentre il Touring Club ritiene che altri siano gli interventi utili al Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia, tipo “infrastrutture e logistica, soprattutto dal punto di vista ferroviario, autostradale, e dei collegamenti marittimi e trasporto merci, favorendo l’intermodalità fra vettori“. Un avvertimento arriva da Carlo Doglioni, presidente dell’INGV: l’area dello Stretto è attraversata da molte faglie, e quindi è sismicamente attiva per questo “dobbiamo immaginare di costruire un attraversamento stabile che sia in grado di resistere a un avvenimento di questo genere”.