Dall’agricoltura ai trasporti su strada, dal riscaldamento degli edifici alla gestione dei rifiuti. Mentre a Sharm el-Sheikh sono in corso i negoziati per alzare le ambizioni globali sul clima, a Bruxelles si fanno passi avanti sul pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, presentato a luglio 2021 per abbattere le emissioni del 55% entro il 2030, come tappa intermedia per la neutralità climatica entro il 2050.
I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo nella notte su una regolamentazione più rigorosa delle emissioni di gas a effetto serra negli Stati membri, attraverso la modifica del regolamento sulla condivisione dello sforzo (Effort Sharing Regulation – ESR), adottato nel 2018 per fissare obiettivi nazionali per la riduzione delle emissioni dei trasporti su strada, del riscaldamento degli edifici, dell’agricoltura, dei piccoli impianti industriali e della gestione dei rifiuti, ovvero tutti settori che non sono inclusi nel sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (l’Ets) e che generano attualmente circa il 60% delle emissioni di gas serra dell’UE. I negoziatori si sono accordati per portare l’obiettivo obbligatorio di riduzione dei gas a effetto serra al 2030 dell’Ue dal 30 al 40% rispetto ai livelli del 2005, come ha proposto la Commissione europea nel ‘Fit for 55’. Per l’Italia, l’intesa significherebbe aumentare il proprio contributo alla riduzione di emissioni del 43,7 %.
Per Bruxelles si tratta del secondo dossier del ‘Fit for 55’ su cui è stato trovato un accordo interistituzionale, dopo l’intesa raggiunta sullo stop alla vendita di auto a combustione interna, diesel e benzina, entro il 2035. Secondo l’accordo, per la prima volta, tutti i paesi dell’UE dovranno ridurre le emissioni di gas serra con obiettivi compresi tra il 10 e il 50%, che vengono stabiliti Paese per Paese in base al PIL pro capite e l’efficacia in termini di costi.
Consiglio e il Parlamento hanno concordato un aggiornamento nel 2025 della traiettoria lineare delle emissioni fissata per ciascuno Stato membro, per andare incontro a eventuali “incertezze del momento”, che potrebbe portare a un adeguamento al rialzo o al ribasso delle assegnazioni di emissioni annuali per il periodo dal 2026 al 2030. Per garantire “flessibilità ai governi”, gli Stati membri potranno inoltre “bancare e prendere in prestito” le assegnazioni di emissioni, anche se la possibilità di scambiare quote con altri Stati membri sarà limitata al 10% delle quote per il periodo 2021-2025, per il 2026-2030 il massimo è del 15%, come spiega una nota. Secondo l’accordo, le risorse che arriveranno da questi scambi di emissioni dovrebbero essere destinati all’azione per il clima.
Per essere applicato l’accordo dovrà essere formalizzato da entrambe le istituzioni individualmente. “Il regolamento sulla condivisione degli sforzi è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi di riduzione dei gas serra”, commenta la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, commentando l’accordo raggiunto nella notte tra i negoziatori di Parlamento e Consiglio Ue sulla revisione del regolamento sulla condivisione degli sforzi (l’Effort sharing regulation), uno dei dossier del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’. “Il regolamento sulla condivisione degli sforzi copre il 60 per cento delle emissioni di gas serra”, ha ricordato in un tweet il vicepresidente esecutivo per il Green Deal, Frans Timmermans. “L’accordo di stasera fa chiarezza sugli sforzi nazionali degli Stati membri, garantisce solidarietà e mostra durante la COP27 che l’UE è sulla buona strada per mantenere i nostri impegni sul clima”.