Seconda giornata al voto per Lombardia e Lazio, dove circa 15 milioni di cittadini sono chiamati a scegliere il proprio presidente di Regione per i prossimi cinque anni. Nei 1882 Comuni al voto, l’affluenza è crollata. Alle 23 di ieri sera (ultimo dato disponibile), era complessivamente al 29,7%, più bassa in Lazio (26,28%) e leggermente più alta in Lombardia (31,78%), a fronte del 70,63% della precedente tornata elettorale, nel 2018. I seggi chiuderanno alle 15.
GEA ha analizzato le parti green dei programmi elettorali dei candidati alle presidenze delle due Regioni. Che sono, per la Lombardia, il governatore uscente Attilio Fontana, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, il candidato del centrosinistra (appoggiato anche dal M5S), Pierfrancesco Majorino, l’outsider, Letizia Moratti, che corre per il Terzo polo (Azione e Italia viva), e Mara Ghidorzi (Unione popolare). Nel Lazio, invece, la sfida è tra l’attuale assessore alla Sanità, Alessio D’Amato (Pd, Terzo polo, Alleanza verdi sinistra, Demos, +Europa e Psi), l’ex presidente della Croce rossa italiana, Francesco Rocca (Fratelli d’Italia, Lega, FI, Udc e Noi moderati), Donatella Bianchi (Movimento 5 Stelle) e Sonia Pecorilli (Pci).
LOMBARDIA – Fontana propone di consolidare il ruolo della Regione nell’economia circolare con una raccolta differenziata (oggi al 73%) che conta di far arrivare “all’83% entro il 2030, con il 62% dei rifiuti urbani e l’85% dei rifiuti delle attività produttive che vengono avviati a recupero e la gran parte di questi effettivamente riciclati”. Inoltre, punta “da un lato alla produzione di energia pulita, con il fotovoltaico, scelto come tecnologia più adatta (e per questo obiettivo dovrà raddoppiare la capacità di produzione), dall’altro saranno le riduzioni di consumi, tramite una forte azione di efficientamento energetico. Inoltre, dobbiamo diventare competitivi anche con l’idrogeno verde”. Terzo fattore “il contenimento del consumo di suolo da cui dipende anche la sostenibilità alimentare, lo sviluppo del settore agricolo e l’assorbimento di Co2”.
Majorino, invece, si pone l’obiettivo di “riqualificare 4mila abitazioni all’anno, portando così il tasso di edifici riqualificati in linea con gli obiettivi europei, adottando misure che puntano a ridurre le bollette e i costi energetici alle famiglie, al contempo creando nuovo lavoro, stabile e locale”, perché “la transizione energetica ed ecologica deve essere portata in primo luogo nelle case gestite da Aler”. Non solo, visto che il candidato di centrosinistra e M5S vuole “ripensare anche a una nuova strategia di intervento sulle rinnovabili e sostenere le comunità energetiche promosse dai Comuni, favorendo in particolare quelle che affrontano il problema della povertà energetica”. Sulle infrastrutture, poi, “deve essere rilanciato il rapporto con Rfi per la revisione della rete infrastrutturale regionale e si dovrà imprimere un’accelerazione rispetto ai cantieri finanziati attraverso Pnrr”.
Anche Letizia Moratti, che è stata sindaca di Milano dal 2006 al 2011, oltre che vicepresidente e assessora al Welfare della giunta Fontana dal gennaio 2021 al novembre 2022, ha in programma “un’azione di accompagnamento e facilitazione per le Cer e centri di ricarica condivisi per il trasporto elettrico”. Ma anche un piano per la mobilità sostenibile, che a suo avviso “parte dalle rotaie e da un ritorno all’efficienza di Trenord, introducendo competizione e investendo nelle infrastrutture”. Per Moratti anche “la navigabilità dei fiumi può diventare un’importante alternativa al trasporto su gomma”.
LAZIO – Francesco Rocca è l’uomo su cui il centrodestra ripone le sue speranze di vittoria. Dalla sua ha la grande esperienza alla guida della Croce rossa italiana e per il Lazio promette che “la transizione ecologica costituirà un punto fermo della mia amministrazione”. Nel suo programma ritiene “fondamentale chiudere il ciclo dei rifiuti”, anche tornando “a investire sulla raccolta differenziata spinta”, perché oggi i dati vedono la regione al 18esimo posto, “un disastro”. Inoltre, con un cambio di paradigma: “È necessario considerare i rifiuti come una materia prima e catturarli nelle migliori condizioni, affinché possano essere reimmessi nel circuito della produzione”. Se vincesse le elezioni, la sua giunta approverebbe “un Piano di localizzazione del fotovoltaico e dell’eolico, per un virtuoso utilizzo delle energie rinnovabili, evitando scempi sul territorio”. Il suo intento è “utilizzare le aree industriali dismesse e di scarso valore. Penso anche l’eolico off-shore, con impianti realizzati senza interferire con il turismo da diporto e, categoricamente, col paesaggio marino”. Rocca vuole anche mettere in sicurezza le coste laziali, “una volta per tutte, e con velocità, salvaguardando il paesaggio e l’economia del mare con un’attenta pianificazione”, istituendo “una Cabina del Mare” con tutti i soggetti interessati.
A sfidarlo c’è Alessio D’Amato, che corre con il centrosinistra. Uno dei cavalli di battaglia della parte green del suo programma è la creazione di “100 Comunità energetiche per 100 comuni”, utilizzano i fondi del Pnrr a disposizione. Assicura che porterà avanti “le due transizioni, digitale e verde” e vuole dare una risposta “alla crisi ambientale e ai fenomeni connessi, come la siccità”. In campagna elettorale ha annunciato di voler istituire un nuovo assessorato all’Economia del Mare, “che per la nostra regione è molto importante: per la pesca, il turismo e il commercio”.
A contendere la Presidenza c’è anche Donatella Bianchi, giornalista e conduttrice di programmi di successo, come ‘Lineablu’ (Rai1). La candidata M5S punta a fare del Lazio “la prima Regione ad aprire un canale parallelo a quello nazionale di incentivi alla ristrutturazione in chiave green” con il Superbonus regionale. E’ contraria al termovalorizzatore di Roma, perché “il futuro non è bruciare tonnellate di rifiuti o trasformare il Lazio nella pattumiera d’Europa”, ma un ciclo dei rifiuti che tenda verso “l’economia circolare riducendo il consumo di materie prime”. E sull’energia conferma il suo no al nucleare “non ideologico”, ma guardando “a numeri e fatti”: “Lasciamo ad altri il populismo su questo tema”.