
I dazi restano un tema centrale nel dibattito pubblico. Se al mondo produttivo qualche preoccupazione la creano (per usare un eufemismo), la politica ha opinioni differenti. Ad esempio, i due vicepremier: per Antonio Tajani “le guerre commerciali non convengono a nessuno”, mentre Matteo Salvini non ne fa un dramma: “E’ stato un ottimo 2024 e potrà essere un 2025 ancora migliore nonostante i timori di alcuni su dazi e scontri”. In particolare, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti concentra la sua attenzione non tanto sulle scelte dell’Amministrazione Trump, ma sulle mosse dell’Ue: “I Dazi ci sono sempre stati in passato e l’economia italiana non ne ha risentito. Sono operazioni di geopolitica ed economia, non dobbiamo avere paura se Stati Uniti e Cina fanno i loro interessi, forse è giunta l’ora che l’Europa faccia i propri”.
Il punto per Salvini è arrivare alla pace, sia in Ucraina sia in Medio Oriente: “Cambia il mondo, anche dal punto di vista del business”. Sceglie una posizione attendista, invece, Gilberto Pichetto: “Vediamo se questi dazi ci saranno o meno, perché una cosa è annunciarlo, un ‘altra applicarli. Aspettiamo di capire come Donald Trump vorrà muoversi, poi dialogheremo”, dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Ricordando che “è anche una questione europea, quindi decideremo con l’Ue”. Di fatto la stessa riflessione del ministro ministro per i Rapporti con l’Europa e il Pnrr, Tommaso Foti, che vede nel dialogo e la trattativa con gli Usa la soluzione. Al pari del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Da Marsiglia, dove ha ricevuto l’onorificenza accademica di Dottore Honoris Causa dell’Università di Aix-Marseille, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avverte che “oggi assistiamo anche a fenomeni di protezionismo di ritorno”, riportando alla mente che “crisi economica, protezionismo, sfiducia tra gli attori mondiali, forzatura delle regole liberamente concordate, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale”.
Errori della storia da non ripetere, ammonisce il capo dello Stato. Un messaggio che sarà stato letto con estrema attenzione dal mondo industriale e produttivo, che teme contraccolpi all’economia dai dazi annunciati dal presidente americano. Una visione a 360 gradi la fornisce il presidente di Alis, Guido Grimaldi, che operando nel settore della logistica ha più osservatori a sua disposizione, ma soprattutto di portata globale. “Fa molta paura ai tanti operatori, armatori e operatori che lavorano a livello mondiale, perché con Dazi così pesanti può ridursi il volume degli scambi. “Speriamo che questo non avvenga”. Qualche numero per capire la portata lo fornisce l’Unione italiana vini, e non sono affatto positivi. Ipotizzando dazi al 20% per tutti i vini fermi e al 10% per gli spumanti, Uiv calcola che “determineranno, nel 2025, una perdita delle vendite di 330 milioni di euro, dato che scenderebbe a 250 milioni qualora il dollaro dovesse mantenere gli attuali livelli di forza”. Cifre che impongono una riflessione seria, rapida e unitaria per non farsi trovare impreparati.