Le gare per il servizio di mensa scolastica possono richiedere standard più alti di prodotti biologici e di carne non bovina. Non possono, però, premiare l’impegno del fornitore a conferire prodotti biologici a chilometro zero e a filiera corta, attribuendo punteggio in base alla percentuale di tali prodotti sul totale. L’attribuzione del punteggio deve, infatti, discendere dal numero di prodotti biologici a chilometro zero e filiera corta che l’offerente si impegna a fornire ed alla loro rappresentatività. La mera indicazione della percentuale di prodotti sul totale è una formula troppo generica. È quanto ha stabilito Anac con la delibera n.103 del 2 marzo 2022, in merito all’istanza di precontenzioso presentata da un’azienda del settore della ristorazione collettiva, la Ladisa Srl.
La società ha contestato gli atti della gara europea a procedura telematica aperta indetta dal Comune di Bruino, nel Torinese (importo base di gara 1.946.720 euro). In particolare, la richiesta di fornire una quantità di prodotti biologici superiore a quanto stabilito dai Cam (criteri minimi ambientali) e l’inserimento di criteri di valutazione delle offerte ulteriori rispetto ai criteri premianti previsti dalla legge. Il disciplinare di gara in questione infatti prevedrebbe di premiare le offerte oltre gli standard minimi di carne non bovina (carne suina e carne avicola), salumi, formaggi, pelati e polpa di pomodoro biologici. Tutte clausole che secondo la società che ha presentato l’istanza sarebbero in contrasto con i Cam che avrebbero invece prudenzialmente ridotto la percentuale di prodotti biologici, visto che vengono per lo più assorbiti dai mercati privati nazionali ed esteri. Anac ha ricordato che, negli atti di gara per l’affidamento del servizio di mensa scolastica a ridotto impatto ambientale, il comune può prevedere requisiti più stringenti dei criteri minimi ambientali contenuti nel Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione.
L’Autorità ha fatto presente che, sebbene i nuovi Cam abbiano previsto un abbassamento generale delle percentuali di biologico, tuttavia, hanno altresì stabilito che per gli utenti in età pediatrica e adolescenziale la percentuale di biologico sia pari almeno al 50% dei prodotti, con un innalzamento del 10% della percentuale rispetto ai precedenti Cam. Quindi l’inserimento del criterio di valutazione legato alla percentuale di prodotti biologici che l’appaltatore si impegna a fornire non risulta né illogico né irragionevole. L’authority ha, invece, contestato alla stazione appaltante i criteri di valutazione delle offerte adottati. Secondo l’Autorità, non sarebbe conforme ai criteri ambientali minimi la richiesta di indicazione della percentuale di prodotti offerti sul totale; l’attribuzione del punteggio dovrebbe, infatti, discendere dal numero di prodotti biologici.