Una vera e propria ‘crociata’ per stoppare le nuove installazioni di impianti eolici e fotovoltaici. A lanciarla è il sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che chiama a raccolta governatori, sindaci e amministratori locali in difesa del patrimonio paesaggistico italiano, tema sul quale a suo modo di vedere “c’è una sensibilità particolarmente debole da parte delle istituzioni” rispetto a “un’aggressione senza nome e senza volto ma di aspetto criminale”.
Sgarbi non intende usare il sostantivo per calcare la mano del suo ragionamento, è proprio quello il senso delle sue parole: “C’è un motivo perché ci sono 9 pale eoliche in Piemonte e 1.700 in Puglia. Perché la criminalità pugliese ha un interesse economico legato alla mafia”. Dunque, è in atto una “devastazione grave del paesaggio con l’autorizzazione dello Stato”. E tuona: “La vera trattativa Stato-mafia è il concetto di devastazione con la cancellazione del suo paesaggio”.
Il sottosegretario al Mic è convinto che “il tema vada affrontato dall’antimafia, alla quale mi appellerò”. Cita un caso specifico, che lo riguarda da vicino: “Matteo Messina Denaro ha i suoi affari in un luogo dove io sono stato sindaco, e da cui sono stato cacciato” e dove sono state installate pale eoliche, “vuol dire che lui ha ottenuto l’autorizzazione. Ma da chi: dalla Regione? Dallo Stato? Come ha fatto a metterle? Perché Matteo Messina Denaro era così interessato all’eolico? – domanda -. Perché è il modo migliore per guadagnare soldi attraverso la complicità dell’amministrazione pubblica che ti dice puoi farlo”. Per questo spera che l’esecutivo di cui fa parte si intesti questa battaglia: “Ho la sensazione che il governo non abbia chiaro che quello che sta accendendo realizza interessi criminali”. Ma almeno “Lollobrigida, con cui ho parlato, ha posizioni simili alle nostre”.
Le esternazioni del sottosegretario non passano inosservate nel dibattito politico. Provocando la reazione del co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli: “Come è possibile che Giorgia Meloni possa ancora tollerare Sgarbi, che ha definito le rinnovabili espressione di una trattativa tra Stato e Mafia e che non più tardi di qualche mese fa paragonò l’eolico allo stupro di un bambino?”. Il deputato di Avs annuncia che il suo gruppo presenterà un’interrogazione “rivolta alla presidente del Consiglio per sapere quale trattativa Stato-Mafia è in corso rispetto a quanto dichiarato dal sottosegretario e se non ritenga opportuno revocargli le deleghe”.
Il discorso di Sgarbi abbraccia diverse realtà, compreso il Lazio, con il caso della provincia di Viterbo che “è arrivata a saturazione”, dice. Dato confermato dal primo governatore che si schiera al suo fianco in questa sfida, il neo presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Che, infatti, annuncia: “A giorni emaneremo le linee guida che bloccheranno nuovi impianti nel Viterbese”, perché “vedere zone meravigliose deturpate e sfregiate è un dolore”. L’ex numero uno della Croce rossa italiana spiega che “nella provincia di Viterbo ci sono 69 impianti eolici, vale a dire il 77-79% degli impianti del Lazio, con 3.252 ettari impegnati, a fronte dei 14 impianti della provincia di Roma, che sono su 258 ettari, dei 25 di Latina su 347 ettari e dei 5 di Frosinone su 60 ettari”. Motivo per cui Rocca si dice “preoccupato” dal “quadro normativo attuale, che consenta uno spazio di manovra limitato”, anche in un territorio “che ha un patrimonio paesaggistico importante, come il nostro”. La partita è iniziata.