Mantenere aperto il tunnel del Monte Bianco per tutto il tempo necessario a garantire un regolare traffico tra Italia e Francia. E’ questa la posizione con cui i tecnici italiani si siederanno domani al tavolo della Conferenza intergovernativa per il traforo, in una riunione d’urgenza convocata all’indomani della frana che ha costretto a chiudere il Frejus ai tir e che ha portato al rinvio, temporaneo, dei lavori sul Bianco. L’organismo italofrancese dovrà infatti stabilire se posticipare l’inizio del cantiere – che sarebbe dovuto partire il 4 settembre per una durata di 106 giorni – alla prossima settimana (come auspica Parigi) o se rinviarlo di un anno, all’autunno 2024, come invece spera Roma. “Rimaniamo in stretto contatto con le autorità francesi, con cui si sta valutando di mantenere il tunnel aperto per tutto il tempo necessario a garantire il traffico dei veicoli”, ha spiegato Antonio Tajani. Il governo italiano si era subito mobilitato per evitare la chiusura, in contemporanea, dei due maggiori valichi transalpini. Lo stesso vicepremier e ministro degli Esteri si era attivato con l’omologa francese, Catherine Colonna, per scongiurare un intasamento dei flussi con la Francia, di traffico anche e soprattutto commerciale, dopo il blocco ai mezzi pesanti del Frejus per la frana caduta il 27 agosto. Il ministro dei Trasporti d’oltralpe, Clément Beaune, in contatto con Matteo Salvini, aveva stimato nei giorni scorsi che la circolazione potesse riprendere entro venerdì 8 settembre, “almeno in una sola carreggiata per senso di marcia”, in modo da far partire il cantiere del Bianco, già calendarizzato da mesi, entro e non oltre l’11 settembre.
Secondo il Geie (il Gruppo europeo di interesse economico che gestisce il Bianco), i sette giorni di ritardo nei lavori si potrebbero riassorbire, riaprendo comunque in tempo per fine anno: la riapertura era fissata al 18 dicembre. Una soluzione che piace alla Regione Valle d’Aosta: “L’unico elemento certo per noi è che la riapertura non può andare oltre il 18 dicembre, sovrapponendosi con un periodo turistico fondamentale per l’economia” aveva detto il governatore, Renzo Testolin. La preoccupazione italiana è infatti evitare che, con una partenza troppo ritardata del cantiere, i lavori sul tunnel del Bianco si svolgano nel pieno delle festività natalizie, cruciali per l’economia turistica del Paese.
L’Italia spinge dunque per la proroga di un anno del cantiere nella galleria tra Courmayeur e Chamonix. Ieri il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi aveva ipotizzato che il Monte Bianco non potesse chiudere “per tutto il 2023” anche perché “col problema delle frane che abbiamo sul Frejus, il rischio vero è che ci potremmo trovare su Ventimiglia più o meno il doppio degli automezzi rispetto a quelli che circolano negli ultimi anni”. Tra le priorità del governo italiano c’è infatti la fragilità del sistema infrastrutturale transalpino: “l’esigenza di un rafforzamento delle interconnessioni con la Francia non è più rinviabile”, ha ribadito Tajani che ha in programma un viaggio a Parigi per riprendere con i francesi il dialogo sulla realizzazione della seconda canna del traforo del Monte Bianco. “Le attuali criticità devono quindi diventare una opportunità: il rilancio del sistema dei trasporti transfrontalieri non è più rinviabile, perché senza connessioni non può esserci sviluppo”, precisano i coordinatori di Forza Italia Piemonte e Valle d’Aosta, il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ed Emily Rini. Ma una buona notizia c’è: il tanto atteso raddoppio del Frejus “sarà operativo nel corso primo semestre 2024”, ha annunciato il vicepremier.