Dopo giorni di attrito tra Forza Italia e il resto della maggioranza, il Dl Superbonus supera lo scoglio della fiducia al Senato e passa al vaglio della Camera. Il decreto ha rischiato di far cadere il governo in commissione Finanze a Palazzo Madama. Non è successo grazie all’intervento di Italia Viva e il testo è stato poi approvato in Aula con 101 Sì, 64 No e nessun astenuto con la fiducia posta dall’esecutivo. “Non è stato facile, perché il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto su un emendamento governativo, ma ha anche votato con l’opposizione alcuni emendamenti“, lamenta il senatore leghista Massimo Garavaglia, durante le dichiarazioni di voto al Senato. “Ma nonostante l’atteggiamento di FI l’emendamento governativo è stato approvato, i lavori si sono chiusi in maniera ordinata“, sostiene. La maggioranza “non è mai stata messa in discussione” per il ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, che mette un punto alle polemiche: “I numeri, 101 a 64, non lasciano dubbi o spazi alle interpretazioni“. Quanto alla fiducia, si motiva con l’urgenza: “Abbiamo necessità di fare in fretta, siamo già abbastanza in ritardo sulla trasmissione del decreto alla Camera, dove deve essere approvato assolutamente entro mercoledì”, afferma Ciriani.
Per Forza Italia, incassato lo slittamento della Sugar Tax a luglio 2025, resta comunque il nodo dell’emendamento spalma-crediti retroattivo al primo gennaio 2024. Una questione di principio, per il segretario Antonio Tajani, che avverte: “Se diamo l’idea che possiamo fare norme retroattive la gente non si fida più di noi“. “Avremmo preferito più collegialità, ma siamo favorevoli al provvedimento nel suo complesso“, abbassa i toni il senatore azzurro Roberto Rosso in dichiarazione di voto, annunciando la fiducia di Fi al Dl, per “la profonda lealtà che ci caratterizza“. Ma, insiste, “prepariamoci ad aiutare le famiglie e le imprese che saranno in difficoltà“.
Il Superbonus è il “provvedimento più distruttivo, iniquo e folle, se vogliamo, della storia repubblicana recente“, sostiene il leader di Azione, Carlo Calenda, puntando il dito contro “la maggior parte delle forze politiche che sostenevano il governo Conte, che l’hanno approvato, ma allo stesso identico modo le forze dell’attuale maggioranza che lo hanno costantemente difeso“, il provvedimento, tuona, “più di destra mai fatto nella storia repubblicana“. E’ “sbagliato concettualmente“, anche per Matteo Renzi. Il leader di IV, forza che ha salvato il Dl, ricorda comunque che “è stato mantenuto per due anni dal governo Draghi e per due anni dal governo Meloni. E’ una misura sbagliata a cui il governo ha scelto di dare una risposta secondo noi non all’altezza della critica che il governo ha fatto, perché se dite che questo è la voragine dei conti pubblici dovreste spiegare anche quanti ministri hanno utilizzato il Superbonus“. “Tajani vota la fiducia al governo e incassa una nuova sconfitta, stavolta sul Superbonus”, è il tweet al vetriolo di Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva alla Camera, che affonda: “Da rassicuranti ad accondiscendenti, il passo è breve. Cosa si fa per sopravvivere”.