Energia, tandem Pichetto-Cingolani: un segnale di continuità in Ue

Il ministro dell'Ambiente e la sicurezza energetica avrà il suo predecessore come advisor, oggi l'esordio in Europa al Consiglio Ue sull'Energia. Intanto la neo premier Giorgia Meloni sarà alla Camera per il discorso programmatico su cui chiederà la fiducia

Una linea di continuità “importante anche per l’Europa“. Sono le parole del neo ministro dell’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, per spiegare la scelta del governo di affidare il ruolo di consulente, o meglio di advisor, al predecessore, Roberto Cingolani, che oggi farà il suo esordio nella nuova veste a Lussemburgo, per il Consiglio Ue dei ministri dell’Energia, al fianco del neo inquilino del dicastero di via Cristoforo Colombo. Tanti i dossier aperti in questa fase di crisi: “C’è un sacco di roba da vedere – spiega lo stesso Cingolani a ‘La Stampa’ -. L’idea, che era già stata discussa informalmente, è quella di chiudere tutti quelli che sono ancora aperti, a partire da price cap e rigassificatori“. Per questo compito non percepirà alcun compenso, una volta finito tornerà alla sua vita e a nuove esperienze professionali. Ma è, idealmente, un prolungamento del passaggio di consegne tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, che ha come scopo quello di dimostrare che l’Italia non ha nessuna intenzione di cambiare linea. ‘Benedetto’ anche dagli industriali: “Credo sia stata un’ottima scelta – dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi -, perché dà continuità su un dossier delicato come quello dell’energia. Noi avevamo sempre chiesto di avere competenze, a partire dal primo giorno, e questo va nella giusta direzione“.

Una “continuità immediata” la definisce Cingolani. Che ha scelto di accettare l’offerta perché in ballo c’è “una tale mole di problemi e di argomenti, che chiunque venisse al ministero impiegherebbe uno o due mesi per prendere tutto in mano e capire“. Non è difficile immaginare che nei discorsi salterà fuori anche il nucleare, visto che l’intenzione è di non lasciar cadere nel vuoto le parole pronunciate in campagna elettorale: “La posizione del governo italiano è certamente quella di andare avanti nel diversificare, tra i vari Paesi, le fonti di approvvigionamento, dunque anche nel sostituire quelle che erano le forniture dalla Russia“, spiega Pichetto Fratin alla platea del Forum Automotive. Aggiungendo che più avanti, “naturalmente non siamo a tempi immediati, guardiamo in modo favorevole alla sperimentazione del nucleare di nuova generazione, che secondo noi deve essere attuata“.

Intanto, tra i temi che oggi l’Italia è chiamata a discutere in Europa ce n’è anche uno che il neo responsabile dell’Ambiente ha seguito con molta attenzione sino a pochi giorni fa, nella veste di vice ministro allo Sviluppo economico: quello dell’automotive. O meglio, del passaggio all’elettrico dal 2035. Perché la speranza che Bruxelles possa rivedere la propria posizione non è del tutto tramontata, anche se la strada resta in salita. “Non ho la sfera di cristallo, il problema viene comunque chiaramente posto – dice il ministro a ‘il Giornale’ -. Sono tutte valutazioni da fare, a livello complessivo, dopo una verifica sulla capacità delle imprese di raggiungere l’obiettivo al 2035. Anche in considerazione delle criticità di approvvigionamento di microchip e batterie“. Lo step da raggiungere, però, è “la possibilità di ragionare sui tempi e sui modi“, ma “senza dimenticare i biocarburanti, l’idrogeno e le deroghe a settori specifici“.

Per il nuovo governo italiano, intanto, oggi sarà una (prima) giornata cruciale. Perché Meloni è attesa alla Camera, alle ore 11, per il discorso programmatico su cui chiederà la fiducia. Alle 12.30 consegnerà il testo in Senato, dove la discussione e il voto potrebbero tenersi mercoledì, per poi rientrare a Montecitorio per la replica e lo scrutinio. Secondo quanto trapela da Palazzo Chigi, l’intenzione della premier è quella di “tracciare un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un’intera legislatura“, a conferma della “natura fortemente politica del governo” e con l’obiettivo di “dare seguito concreto e attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale“.

Anche sul piano internazionale Meloni si sta muovendo con rapidità. Dopo l’incontro informale, a Roma, con il presidente francese, Emmanuel Macron, la presidente del Consiglio sceglie i suoi canali social per rispondere ai tanti messaggi di congratulazioni che sta ricevendo. Non solo dall’Occidente, con Joe Biden e i capi di Stato e di governo europei in testa. Anche dal Medio Oriente. Messaggi ai quali replica con due tweet dal forte valore strategico. Il primo, indirizzato al presidente egiziano, Abdel Fattah al-Sisi: “Abbiamo a cuore la stabilità del Mediterraneo e del Medio Oriente e siamo determinati a rafforzare la nostra cooperazione bilaterale su questioni cruciali come la sicurezza energetica, l’ambiente, i diritti umani“. L’altro post è riservato a Salman bin Abdulaziz Al Saud, Re del Regno dell’Arabia Saudita e Custode delle Due Sacre Moschee, e al Principe ereditario Mohammed bin Salman: “L’Italia è fortemente interessata alla stabilità in Medio Oriente e all’ulteriore cooperazione in materia di sicurezza energetica, investimenti e diritti umani“, scrive Meloni. Segno che la partita di governo è già entrata nel vivo.