Cento milioni di euro, da dividere in 36 Comuni delle isole marine minori, per mettere in sicurezza gli edifici pubblici strategici dai rischi legati ai terremoti. A partire da scuole e ospedali. E’ l’inizio di un piano più articolato del ministero della Protezione civile, che arriverà a coinvolgere tutta la Penisola, da Nord a Sud.
Quello presentato oggi è comunque “il più robusto intervento di prevenzione antisismica mai realizzato sulle Isole minori“, rivendica Nello Musumeci. Sui territori coinvolti dalla misura, insistono circa 225mila italiani, in sette regioni (Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Lazio, Toscana e Liguria).
La pubblicazione del bando, a cura del dipartimento ‘Casa Italia’ in collaborazione con quello della Protezione civile, è anche una prima risposta al richiamo dell’articolo 119 della Costituzione che impone allo Stato di adoperarsi per ridurre i “gravi e permanenti svantaggi naturali della insularità“.
“Siamo ormai abituati a guardare alle Isole marine soprattutto dal punto di vista paesaggistico e naturalistico e ce ne ricordiamo quasi sempre nei mesi estivi. Si tratta, invece, di territori fragili e vulnerabili, dal punto di vista della protezione civile, che hanno bisogno di una concreta messa in sicurezza. Ovviamente stiamo analizzando analoghi interventi di prevenzione antisismica anche sul territorio della Penisola“, spiega il ministro.
L’obiettivo finale, ribadisce, è “lanciare un piano serio, concreto, finalizzato in tutta Italia per i territori maggiormente esposti dal punto di vista sismico”.
Si inizia dalle isole minori perché le condizioni di chi ci vive sono “diverse” rispetto a quelle dei cittadini che vivono la penisola. “Ci sono tanti disagi dal punto di vista della mobilità e in caso di soccorso le operazioni diventano più complicate. Vogliamo rendere autonome le isole, mettendo in sicurezza gli abitanti e quanti lavorano nelle strutture pubbliche”, sostiene. Le isole in totale sono 49, 27 quelle interessate dal bando perché abitate. Ventidue sono le piccole isole disabitate e, avverte Musumeci, “dobbiamo lavorare perché questo numero si blocchi altrimenti fra 20 anni quasi tutte le isole minori lo saranno“.