La marcia (dei trattori) su Roma è ingranata. Poche ore e gli agricoltori saranno nelle strade della Capitale per protestare contro le politiche europee sul Green Deal che penalizzano le aziende. Alle porte della città ci sono circa 250-300 macchine pronte a sfilare per la città, facendo lampeggiare al massimo livello la spia dell’attenzione da parte delle istituzioni. La protesta sta quasi monopolizzando il dibattito politico, al punto da aver già fatto virare verso altre direzioni l’Unione europea, mentre in Italia, il governo, continua a rivendicare di essere intervenuto sul tema ben prima che montasse la rabbia degli agricoltori. Lo ribadisce anche la premier, Giorgia Meloni, da L’Aquila, durante la firma dei patti di coesione con la Regione Abruzzo: “Abbiamo difeso il comparto agricolo da alcune scelte ideologiche, abbiamo liberato 3 miliardi per il settore”, ricorda. E a breve ci saranno altre risorse, con il cambio di rotta deciso dall’esecutivo sull’Irpef agricola.
Intanto scoppia il caso-Sanremo: da uno dei movimenti di protesta, Riscatto Agricolo, annunciano che domani una rappresentanza salirà sul palco dell’Ariston, mentre la Rai smentisce di avere avuto “qualsiasi tipo di contatto con gli agricoltori”.
La modifica della misura introdotta nell’ultima legge di Bilancio è confermata dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Rispondendo al question time della Camera al posto del collega, Francesco Lollobrigida, impegnato a Berlino per l’apertura della fiera Fruit Logistica, annuncia che è “allo studio, nel primo veicolo normativo utile, che potrebbe essere la legge Milleproroghe, una misura volta a prevedere un’esenzione dall’Irpef destinata a quegli imprenditori agricoli che necessitano di un effettivo sostegno, ferme tutte le altre agevolazioni normative“. Il decreto sarà in aula a Montecitorio dal prossimo 15 febbraio, ma il governo ha già preannunciato l’intenzione di porre la questione di fiducia.
Anche a livello locale le istituzioni si stanno già attivando per trovare soluzioni. In Calabria il governatore, Roberto Occhiuto, incontrando gli agricoltori in protesta a Rosarno, assicura la disponibilità a “promuovere un tavolo Regione-agricoltori per ascoltare le proposte e per valutare in modo concreto quali interventi possiamo mettere in campo per venire incontro alle richieste”. Questo perché “la solidarietà di chi governa si deve tradurre in atti concreti”. Dal mondo delle associazioni è ancora Ettore Prandini a parlare, spiegando che la Coldiretti “non è filogovernativa”. Il presidente dei coltivatori diretti ricorda: “Siamo stati i primi a protestare contro le politiche ambientali folli dell’ex commissario Timmermans e in Europa abbiamo chiesto di fermare le importazioni di cibi extracomunitari nel rispetto del principio di reciprocità”.
Tra le forze politiche, invece, la solidarietà per quella parte di settore che affronta difficoltà è bipartisan, anche se con i dovuti distinguo. Dalla maggioranza è l’Ue nel mirino, per le politiche ideologiche troppo restrittive del Green Deal. Nelle opposizioni Azione ha una visione più pragmatica del problema: “Non si può andare sotto il costo di produzione e non si può comprare sotto il costo medio. Serve un limite sotto il quale non si può andare”, dice il segretario di Azione, Carlo Calenda. Matteo Renzi preannuncia, intanto, una mozione di sfiducia individuale di Iv al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il dem Federico Fornaro, poi, chiede “politiche serie e concrete e non del bombardamento di demagogia e propaganda elettorale”, perché “i nemici dei nostri agricoltori non sono l’Europa o la transizione ecologica, ma il sottocosto, le speculazioni in filiere troppo lunghe, lo sfruttamento del lavoro che altera la competitività tra le imprese”.
Dal M5S è Chiara Appendino a incalzare l’esecutivo: “Gli agricoltori devono essere i protagonisti della necessaria transizione ecologica, non le vittime. Ripristinate i 2 miliardi che avete tolto agli agricoltori. Fatti, non parole”, dice in aula alla Camera l’ex sindaca di Torino. Duro anche Angelo Bonelli: “Meloni sta manipolando la protesta degli agricoltori attribuendo la crisi degli agricoltori al Green Deal europeo. Si faccia un giro in Sicilia, dove la siccità sta provocando gravi danni agli allevamenti senza precedenti: gli animali non hanno più erba dove pascolare. La premier – dice ancora il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs – dà la colpa alla transizione ecologica quando la siccità nel 2022 ha provocato danni all’agricoltura per 6 miliardi di euro”. Intanto, le ruote dei trattori sono pronte a calpestare l’asfalto di Roma.