Il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno nelle liste della Lega, ha dedicato un capitolo ai temi ambientali nel suo ultimo libro. Finora però, dai dibattiti pubblici è emerso poco il suo pensiero sui temi che hanno segnato quest’ultima legislatura a Bruxelles, quelli legati alla transizione energetica e alle direttive che stanno cambiando il panorama economico continentale in chiave green. Vannacci ne parla in esclusiva a GEA a poche ore dall’apertura delle urne.
Generale, secondo alcuni produttori la sfida delle auto elettriche è già persa in favore dei cinesi. C’è allora modo di aprire ai biocarburanti?
“L’estremismo di questa Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen, che con il commissario Timmermans ha per anni tentato di sacrificare interi settori produttivi sull’altare dell’ideologia green, va necessariamente fermato. Penso sia necessario mettere al bando la direttiva che prevede l’addio ai motori a benzina e diesel dal 2035: una eurofollia che mette in ginocchio aziende, lavoratori e famiglie italiane, tutto a vantaggio di Pechino. Solo con lo stop a quel provvedimento si può tutelare la nostra competitività. L’obiettivo è anche inserire una piena legittimazione dell’utilizzo di biocarburanti nell’ambito della revisione del Regolamento sulle emissioni, che è prevista per il 2026. Con una maggioranza diversa da quella attuale in Ue, facendo gioco di squadra con il Governo italiano, è ancora possibile cambiare rotta e difendere l’industria dell’automotive, una delle più grandi eccellenze italiane”.
Altro tema caldo è quello della Politica agricola comune, tutti dicono che va cambiata. In che direzione?
“Per anni, i produttori e gli agricoltori italiani sono stati rappresentati da questa Europa come i principali nemici dell’ambiente. E’ un approccio profondamente sbagliato e le numerose proteste dei trattori in tutta Europa non sono che la conseguenza delle politiche estremiste Ue contenute nel Green Deal. La Pac va completamente rivista, ribaltando completamente l’approccio tenuto finora, e mettendo gli agricoltori al centro: vanno eliminate tutte le imposizioni e limitazioni ideologiche. Meno oneri burocratici, più attenzione alle aziende. Gli agricoltori italiani vanno sostenuti, non criminalizzati”.
Alla Lega non piace la direttiva Case green. Secondo lei c’è possibilità di rimediare nella prossima legislatura?
“Rispondo con una provocazione: il Green deal è roba da ricchi. E sapete perché? Perché i costi della transizione ecologica sono enormi e non possono essere alla portata di tutti. Chi può permettersi l’auto elettrica, pannelli solari, cibo biologico, case ultra-green? Chi ha soldi. Chi invece lotta ogni giorno per mettere insieme il pranzo con la cena ha altre priorità”.
Il cambiamento climatico però c’è…
“L’ambientalismo oggi è un tema discusso in termini fortemente ideologici e identitari, quindi, poco realistico. Indubbiamente sono in corso dei cambiamenti climatici – pure significativi – d’origine antropica, ma come ce ne sono stati già in passato e il pianeta è capace di autoregolarsi”.
La Lega dice “Più Italia e meno Europa”, ma la Bce spinge invece per l’unione dei mercati dei capitali. Gli Stati Uniti d’Europa sono fattibili?
“Basterebbe già non avere un’Europa matrigna, che non decida sulla sovranità della nostra Nazione. Cosa succederà lo sapremo molto presto. Se, come credo, il centrodestra avrà la meglio nella tornata elettorale europea avremo la possibilità di cambiare direzione, di dare un nuovo volto a questa Europa che, sotto la direzione Von der Leyen, non è stata capace di dare risposte ai Paesi membri. Abbiamo la possibilità di cambiare tutto, anche gli equilibri con le altre Nazioni. Vedremo”.