Ponte Stretto, l’obiettivo resta il via ai cantieri in estate. Salvini: “Risposte entro 30 giorni”

Nonostante le 239 richieste di integrazione documentale dalla Commissione Via-Vas del Mase e gli approfondimenti voluti dal ministero della Cultura, per il ministro la rotta è tracciata

Il programma non cambia per il Ponte sullo Stretto di Messina. Nonostante le 239 richieste di integrazione documentale dalla Commissione Via-Vas del Mase e gli approfondimenti voluti dal ministero della Cultura, la rotta è tracciata. “Non c’è nessuna pietra tombale, nessuno stop”, dice l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, ai microfoni di Radio24. “Anzi – replica –, abbiamo fatto due passi in avanti, perché attualmente stiamo percorrendo due procedure parallele: la Valutazione di impatto ambientale e la Conferenza dei servizi”. Il manager fa la proporzione con i numeri del progetto: “Vale 13,5 miliardi, è il ponte sospeso più lungo al mondo, con 40 chilometri di strade e collegamenti ferroviari, che opera su 13 siti ambientali protetti”, dunque a fronte di tutto questo e del fatto che “abbiamo presentato oltre 10mila elaborati, mi permetto di dire che 200 osservazioni e chiarimenti sono un numero congruo”.

Ciucci è sereno: “Siamo sul pezzo, conosciamo bene quello che dobbiamo fare e lo stiamo facendo al meglio possibile. Tutte le critiche costruttive e le richieste di chiarimento sono ben accette”. Ergo, “sulla base dell’attuale calendario, prevediamo entro la fine dell’estate di avere l’approvazione del Cipess, poi ci sono una serie di attività, perché un cantiere del genere non parte con le escavatrici, per le quali l’avvio è entro il 2024”, mentre il vero e proprio via ai lavori sarà entro il 2025 “sostanzialmente, se per cantiere intendiamo le escavatrici”.

Date che coincidono con quelle che ripete il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini: “Conto che entro 30 giorni Stretto di Messina Spa mandi le risposte alle osservazioni degli altri ministeri, perché l’obiettivo è arrivare all’avvio dei lavori dall’estate 2024″. Il vicepremier ha puntato molte delle sue fiches politiche sull’opera che “coinvolgerà circa 120mila lavoratori e alcune migliaia di aziende”. Salvini, infatti, spiega: “Sto parlando con l’amministratore delegato della società e con Webuild, la capofila di una cordata che coinvolge anche professionalità giapponesi, danesi, spagnole e americane: le migliori ingegnerie mondiali che da anni lavorano al ponte più studiato, più indagato, ma ancora non realizzato”.

La convinzione del leader della Lega si scontra con la contrarietà delle opposizioni. Angelo Bonelli addirittura lo sfida pubblicamente: “Facciamo un referendum sul Ponte, raccogliamo insieme le firme e andiamo a votare, io per il no e lui per il sì e vediamo se gli italiani vogliono questa opera”, dice a ‘today.it’. Il Pd, invece, presenta un documento, consegnato al Mase, frutto di un lavoro congiunto a livello nazionale e regionale che parte da un presupposto: il decreto legge 35 del 2023 che autorizza la costruzione non è conforme alle normative europee su Vas, Via e Valutazione di incidenza ambientale. Perciò di progetto “sbagliato e pericoloso” parla la capogruppo alla Camera, Chiara Braga, mentre la responsabile Conversione ecologica, Clima, Green economy e Agenda 2030 della segreteria dem, Annalisa Corrado, lo definisce un “ecomostro”. Affondando ancora il colpo: “Il Ponte sullo Stretto è un enorme giocattolone per la propaganda di un politico che non considera l’immane emorragia di fondi pubblici che questo progetto comporterebbe”.

Non ci va leggero nemmeno l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. “Le 239 richieste di integrazione al progetto del Ponte sono ben più di un’opposizione ideologica, come Salvini ha sempre sostenuto. Sono la consapevolezza tecnica, scientifica e ambientale che quel progetto è da rivedere completamente” oltre che “vecchio”, dichiara l’attuale deputato M5S e vicepresidente della Camera. Anche Iv, che pure non è contraria all’opera, attacca: “L’incredibile approssimazione dimostrata da Salvini fa quasi sorgere il dubbio che il ministro in realtà non voglia realizzare l’opera”, accusa la senatrice e coordinatrice nazionale, Raffaella Paita. La macchina organizzativa dell’opera, però, è in moto: entro un mese si conosceranno le risposte ai rilievi o se arriverà una richiesta di extra-time per produrle.