In vigore la legge Ue su mercati digitali: obblighi da marzo 2024

La prima legislazione al mondo che fissa paletti contro i comportamenti abusivi delle Big Tech nella sfera online ha iniziato dal 1° novembre il suo corso di applicazione

Il Digital Markets Act, la legge Ue sui mercati digitali, è in vigore. A tre mesi dall’intesa finale tra i co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea, la prima legislazione al mondo che fissa paletti contro i comportamenti abusivi delle Big Tech nella sfera online ha iniziato dal 1° novembre il suo corso di applicazione, la cui fase transitoria si concluderà nel marzo 2024 con l’applicazione di tutti gli obblighi per le piattaforme ‘gatekeeper’.

La legge sui mercati digitali specifica con precisione le caratteristiche per identificare i controllori dell’accesso al mercato digitale: fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue negli ultimi tre anni, valutazione di mercato di almeno 75 miliardi, almeno 45 milioni di utenti finali mensili, almeno 10 mila utenti aziendali stabiliti nell’Ue, e controllo di uno o più servizi di piattaforma di base (marketplace, app store, motori di ricerca, social network, servizi cloud, servizi pubblicitari, assistenti vocali e browser web) in almeno tre Paesi membri. A essere prese di mira sono soprattutto le Big Tech statunitensi, come Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft. Toccate solo parzialmente le piccole e medie imprese, esentate dagli obblighi a meno che non diventino gatekeeper emergenti (con una posizione competitiva “comprovata ma non ancora sostenibile”).

A proposito di obblighi, dovrà essere essere garantito il diritto degli utenti di disdire l’abbonamento ai servizi della piattaforma principale e l’interoperabilità delle funzionalità di base dei servizi di messaggistica istantanea. In altre parole, i più grandi servizi di messaggistica (Whatsapp, Facebook Messenger o iMessage) dovranno aprirsi all’interoperabilità con le piattaforme più piccole, dando agli utenti più scelta nello scambiarsi messaggi, inviare file o fare videochiamate attraverso le app. Dovrà poi essere garantito un “accesso equo” alle funzionalità degli smartphone agli sviluppatori di app e i venditori dovranno poter aver accesso ai propri dati sul marketing nelle piattaforme online. Ma soprattutto, l’esecutivo Ue dovrà essere sempre informato sulle fusioni, per evitare le cosiddette ‘killer acquisition’, ovvero le acquisizioni di società emergenti da parte delle aziende che dominano il mercato digitale.

Il Digital Markets Act vieta di pre-installare sul dispositivo determinate applicazioni software o richiedere agli sviluppatori di app di utilizzare determinati servizi per comparire negli store digitali, classificare più in alto i propri prodotti e servizi e riutilizzare i dati privati raccolti ai fini di un altro servizio. Dure le sanzioni in caso di violazione delle regole: multa fino al 10% del fatturato globale e 20% in caso di recidiva. Con una violazione della legge per almeno tre volte in otto anni, la Commissione Ue potrà aprire un’indagine di mercato. L’unico responsabile per l’applicazione del regolamento sarà proprio l’esecutivo comunitario, con la possibilità affidata agli Stati membri di autorizzare le autorità nazionali della concorrenza ad avviare indagini su possibili infrazioni e a trasmettere le loro conclusioni a Bruxelles.

Con la sua entrata in vigore, la legge Ue inizierà a essere applicata a partire dal 2 maggio 2023 e al più tardi entro il 3 luglio 2023 i potenziali ‘gatekeeper’ dovranno notificare alla Commissione i servizi della piattaforma principale. Entro il 6 settembre 2023 l’esecutivo Ue valuterà quali aziende soddisfano le soglie e, dopo la designazione, le piattaforme avranno sei mesi di tempo per conformarsi ai requisiti, al più tardi entro il 6 marzo 2024.