Al World Economic Forum di Davos in Svizzera, il Fondo monetario internazionale ha presentato uno studio sull’intelligenza artificiale generativa secondo il quale il 40% dei lavori sono a rischio. Luca Vajani, 44 anni e amministratore unico di Aries Tech, nel suo hub tecnologico di Seregno in Brianza fa già ampio uso di Ai (Artificial Intelligence) e non sembra così drastico. “Una parte dei lavori sparirà ma la maggior parte resterà, certo è che le persone dovranno cambiare il modo di lavorare. Dovranno cambiare anche i modelli di business. Parliamo di capacità di adattamento all’evoluzione tecnologica, chi non la capirà avrà difficoltà operative”.
L’impatto dell’intelligenza artificiale è paragonabile a quello di internet nel 2000 o è più selettivo?
“Più selettivo certamente. Finché non avremo robot applicabili, non si potranno cambiare certi lavori. Internet invece è stato più generalista, penso alle mail che hanno soppiantato il vecchio sistema postale. L’Ai sarà più efficiente nel comandare i processi digitali, non sostituirà meccanico o idraulico, che saranno invece aiutati dall’intelligenza artificiale con semplificazioni… Stiamo lavorando a progetti che intercettano mail in ingresso per analizzare le richieste dei clienti così da rispondere automaticamente o da generare un preventivo. Non avremo un meccanico in meno ma avrà più tempo da dedicare alla sua azienda. Se verranno tagliati posti, saranno quelli ridondanti per le diffusione digitale che abbiamo”.
L’intelligenza artificiale consuma parecchia acqua ed energia. Costa, questo può frenarne lo sviluppo?
“Nella fase iniziale è un freno, quando dobbiamo metterla in piedi ci scontriamo infatti con il costo delle macchine su cui girano questi modelli. Ma si fanno passi avanti, certi modelli possono essere eseguiti su un cellulare, quindi con un consumo ridicolo, penso a P2 di Microsoft che fa assistenza direttamente sul telefono…”
L’Ai può far risparmiare energia a un’azienda?
“Un lavoro che abbiamo fatto si basa su uno studio che analizza i consumi ed è in grado di proporre azioni per consumare meno. Capisce che l’umidità e la temperatura è tot e ti suggerisce che se apri la finestra a una certa ora non avrai un deficit di temperatura ma consumerai meno. Altro aspetto correlato: se ho un computer con Ai che mi gestisce flussi di mail, ottimizza calendario e arrivo ad avere informazioni rapidamente, verosimilmente le persone dovranno stare di meno negli uffici, perché gli stessi obiettivi raggiunti oggi in 8 ore potranno essere raggiunti in 5 perciò le aziende posso risparmiare ore di energia elettrica o riscaldamento. L’Ai potrebbe essere un punto di svolta per migliorare la qualità di vita, ovvero aumentare la produttività e quindi la redditività lavorando anche meno giorni”.
E la Pubblica amministrazione? Con l’Ai si potrebbe veramente abbattere la burocrazia?
“Si può fare già oggi questo processo e in una maniera semplice. Penso a servizi legati ad esempio al catasto o al rinnovo della carta d’identità, … Sarebbe veramente una svolta per sgravare cittadini e impiegati pubblici, basterebbero piccole Ai locali”.
Il Pnrr può essere utilizzato per questa svolta?
“I fondi Pnrr sono disponibili ma abbiamo tante agevolazioni per chi investe in tecnologie innovative… i soldi ci sono ma purtroppo vengono poco utilizzati”.
Lei parlava di piccole stazioni di intelligenza artificiale locali. Quando costerebbero a un comune medio?
“Direi meno di 100mila euro se integrasse una serie di servizi di media difficoltà come anagrafe o Urp”.
A livello internazionale siamo indietro rispetto allo sviluppo e alla diffusione dell’Ai?
“I Paesi asiatici sono anni luce avanti rispetto a noi, così come gli Usa. A livello europeo c’è questo spauracchio delle regolamentazioni e dei garanti della privacy che invece rallenta la diffusione della tecnologia e l’innovazione. La Germania e il Regno Unito sono un po’ più avanti di noi, però ripeto: è tutto frenato da queste commissioni che discutono su come regolare l’Ai anche con proposte burlesche, tipo iper tassare chi fa Ai per sostener i redditi di chi perde il lavoro”
Pensi di essere a fine gennaio 2030. Come sarà la nostra vita con l’intelligenza artificiale?
“Immagino di alzarmi dal letto e dire al mio robot di prepararmi le uova e stirarmi la camicia, di pianificare gli appuntamenti: in un futuro non molto lontano saranno le Ai a parlarsi per concordare varie cose tra segretarie digitali. E’ comunque azzardato fare previsioni anche a 6 mesi. Sicuramente nei prossimi anni assisteremo a una rivoluzione con auto con l’Ai a bordo e case domotiche, considerando che man mano che verranno ristrutturare avranno soluzioni sempre più efficienti. Alexa è solo l’inizio…”