Sanremo lascia le porte aperte alla protesta degli agricoltori, ma manca il comunicato

La faccenda dei trattori al Festival di Sanremo si fa sempre più complicata. Se già ieri la Rai aveva deciso di non fare salire gli agricoltori sul palco dell’Ariston, ma di consegnare le loro istanze alla lettura di un comunicato da parte di Amadeus. Ora pare potrebbe non succedere neanche questo. Non per volontà dell’organizzazione della kermesse, che anzi conferma la sua disponibilità. Il problema, al momento, è di ragioni pratiche: non è ancora arrivato un comunicato congiunto che possa essere declamato durante la prima serata. “Stiamo aspettando il comunicato degli agricoltori. Siccome sono tante le mail ricevute e non sappiamo a chi dare risposta, aspettiamo che ne arrivi uno che Amadeus leggerà sul palco. La Rai è disponibile a portare a conoscenza del grande pubblico i problemi, le difficoltà e le richieste del mondo agricolo. Aspettiamo un comunicato, quando lo avremo Amadeus è pronto a leggerlo“, spiega il direttore ufficio stampa Rai, Fabrizio Casinelli. E gli dà manforte lo stesso conduttore del Festival, precisando che se le associazioni degli agricoltori manderanno un comunicato unitario “siamo pronti a leggerlo anche questa sera“.

Capisce le ragioni della Rai il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, che conferma che “gli agricoltori non hanno una rappresentanza sindacale unitaria. Hanno problemi diversi da regione a regione e da coltivazione a coltivazione“. E aggiunge che ci sarebbero tante problematiche e tanti messaggi da mandare dal palco della kermesse, “ma è un programma televisivo, non può essere lo Speakers’ Corner di Hyde Park. C’è stata un’ampia disponibilità da parte della Rai, se si organizzano è facile verificare le loro rivendicazioni e inserirle in scaletta, se invece ognuno dice la sua è un casino“.

Insomma, se le associazioni si metteranno d’accordo, bene. Altrimenti sul palco non verrà letta neanche una riga. Ma i segnali, al momento, non sono buoni. Se da una parte Riscatto Agricolo aveva annunciato di voler salire sul palco e di non accontentarsi della lettura del comunicato, dall’altra Danilo Calvani, leader Agricoltori Traditi, questa mattina a Radio Cusano ha detto che “Sanremo non ci serve più” e a proposito del comunicato ha sottolineato: “Noi abbiamo il nostro, ma verrà letto quello degli altri (‘Riscatto Agricolo’ ndr). Non vogliono che parliamo noi. Ciò non vuol dire che siamo divisi; semplicemente noi, a differenza degli altri, non vogliamo avere nulla a che fare con la politica”.

I trattori verso Sanremo. Amadeus: “Se arrivano li faccio salire sul palco”

I trattori, dopo Roma, arriveranno nella città dei fiori? Ogni Festival di Sanremo ha la sua causa e la sua protesta. La kermesse da sempre raccoglie gli umori e fa da cassa di risonanza alla pancia del Paese. E negli scorsi anni moltissime proteste sono arrivate nella riviera ligure, alcune di queste conquistando anche l’ambitissimo palcoscenico. Basta pensare al 1984, quando Pippo Baudo invitò sul palco gli operai dell’Italsider di Genova. O, più di recente, pochi anni fa arrivarono in città i gilet gialli italiani, senza conquistare la ribalta dell’Ariston.

La loro proposta gli agricoltori, in protesta da giorni, l’hanno lanciata, dicendo che arriveranno in Liguria e chiedendo al direttore artistico del Festival Amadeus di farli salire sul palco. Sollecitazione a cui il presentatore non sembra affatto contrario, anzi. Quella degli agricoltori “è una protesta assolutamente giusta, sacrosanta, che riguarda il diritto e la tutela del lavoro“, commenta Amadeus nella conferenza stampa che dà il via alla 74esima edizione della kermesse. Per questo “se vengono i trattori, io li faccio salire sul palco”, aggiunge, precisando però che al momento “nessuno dei trattori mi ha contattato e io non ho contattato nessuno, non so nulla“.

La suggestione è che, a questo punto, in città i trattori potrebbero arrivare sabato, in occasione della serata finale del Festival. Proprio quella in cui la co-conduzione sarà affidata a Fiorello, che per primo sostiene la protesta degli agricoltori: “Sarebbe bene che gli agricoltori arrivassero sul palco di Sanremo, un palco come questo non lo trovi tutti i giorni. Il problema è importante e anche grave e bisogna intervenire”. Ma non perde l’occasione di scherzare: “Forse i trattori sul palco non ci entrano, ma due rappresentanti della categoria sicuramente sì, anzi speriamo che lo facciano. Con Al Bano primo della fila”.

Blanco calcia i fiori e i florivivaisti insorgono

Non c’è Festival di Sanremo senza la sua polemica. E, questa volta, a farne la spesa sono proprio gli storici protagonisti della kermesse: i celebri fiori della riviera ligure. Partendo dalla tv e atterrando rapidamente sui social, come i tempi impongono, il momento di ordinaria follia di Blanco, ospite della prima serata, ha fatto il giro d’Italia. Era dai tempi di Bugo che non si creava un simile tamtam. In un impeto di rabbia, causa auricolari non funzionanti per un problema tecnico, il cantante ha sfogato tutta la sua ira sullo stuolo di rose rosse presente sul palco, fra i fischi e i ‘buuu’ della platea.

Nessuno ha gradito l’exploit dell’ultimo vincitore del Festival, insieme a Mahmood. Ma i più arrabbiati sono coloro che proprio di fiori vivono, che li coltivano e li curano. A partire dai florivivaisti fino ad arrivare alla Coldiretti, che al cantante ha addirittura deciso di inviare un mazzo di fiori, con la preghiera di non calpestarli in quanto simbolo del lavoro quotidiano di oltre ventisettemila imprese e duecentomila occupati. Ad accompagnare il mazzo, un biglietto: “Gentile Blanco, i fiori sono un messaggio di pace, amore e bellezza. Non calpestarli. Grazie”. I giovani florovivaisti della Coldiretti hanno invitato anche il cantante a visitare una serra per rendersi conto di persona di quanto lavoro c’è dietro la coltivazione di ogni fiore. Senza contare che si tratta di un comparto strategico per il Paese che vale 2,5 miliardi di euro con 30mila ettari di territorio coltivati, impegnato nel garantire bellezza e a migliorare la qualità della vita con il contrasto ai cambiamenti climatici, all’inquinamento dell’aria e al dissesto del territorio.

A indignarsi anche i rappresentanti delle istituzioni locali. Dal presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, che tuona “nessuno tocchi i fiori di Sanremo!”, fino ad arrivare all’assessore all’Agricoltura Alessandro Piana, che ha spiegato come “fuoriprogramma, scatti umorali o show per catturare l’attenzione non possono ledere la dignità del lavoro dell’uomo e quella sacralità che connota da sempre i fiori di Sanremo: solo chi è coinvolto in agricoltura sa quanta manodopera e quanti sacrifici stanno dietro ad un palco immerso di fiori, in una città che del fiore ha fatto il suo emblema, la sua storia e la sua tradizione”.

Insomma, un vero e proprio affaire ‘green’. Che però vede Amadeus più morbido, impegnato a spiegare come Blanco si sia già scusato con lui e con il Festival e convinto che non sia il caso di punirlo ulteriormente. D’altronde, lo stesso artista ha usato i social per chiedere perdono. “Chiedo scusa alla città dei fiori“, ha scritto su Instagram, corredando una foto. Nell’immagine, una poesia scritta alle 4.30 della scorsa notte: “Cadono fiori, Ariston. Si spezzano fiori, Ariston. Cala il sipario, Ariston. Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston. Mi hai visto fragile come un bimbo… e qui proprio qui, dove mi ha i insegnato a correre, sono caduto… mi sono rotto la faccia e piango, Ariston. Ma poi… Rido, rido, rido, rido, rido, rido e grido. Perché non sono perfetto come mi volevi ma finalmente sono me stesso. Ti voglio bene Ariston con tutta la mia follia”.

Alla fine, a stemperare la tensione è il sindaco di Sanremo, Alberto Bianchieri: “Non si è mai parlato così tanto di fiori, qualcosa di positivo c’è. Credo che bastino le scuse”. Vicenda chiusa, quindi. Fino alla prossima polemica.