Caccia abusiva nella laguna di Venezia: Trump Junior denunciato

La battuta di caccia nella laguna di Venezia è costata la denuncia a Donald Trump Junior, il figlio del presidente degli Stati Uniti, immortalato in un video (che risale al dicembre scorso) ad abbattere animali protetti, in un’area protetta.

E’ il consigliere regionale del Veneto di Alleanza Verdi Sinistra Andrea Zanoni a presentare l’esposto ai carabinieri forestali di Mestre, dopo la pubblicazione di un filmato della Field Ethos – The global hunt for adventure. Sulla vicenda, il consigliere deposita un’interrogazione in Regione per conoscere quali sanzioni si intenda mettere in atto, come “la sospensione o revoca dell’autorizzazione nei confronti dell’azienda faunistica venatoria e dei responsabili di atti in violazione delle norme italiane ed europee“. Intanto, la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, presenta un’interrogazione al governo italiano.

Non entra nel merito il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, che fa sapere di essere in attesa di un “report” per saperne di più e “avere tutte le informazioni al riguardo“. Glissa pure il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Non conosco i fatti“, spiega. “Vedremo di capirli, poi ci sarà qualcuno che verificherà se le leggi sono state rispettate oppure no“.

L’area in cui si trovava il figlio del magnate è tutelata dalle norme europee e fa parte di un sito della Rete Natura 2000 Ue, come Zona Speciale di Conservazione denominata ‘Laguna medio-inferiore di Venezia’. Il video mostra alcune persone, tra cui Donald Trump Junior, mentre uccidono diversi esemplari. In primo piano una Casarca (Tadorna ferrugginea), un’anatra molto rara in tutta Europa e protetta dalla direttiva Ue Uccelli e dalla legge italiana sulla tutela della fauna selvatica. L’uccisione o la detenzione di questo animale è sanzionata penalmente.

Trump J. in Italia non avrebbe potuto cacciare“, spiega il consigliere ecologista del Veneto, ricordando comunque che solo i residenti di una delle Regioni italiane possono cacciare in Italia, perché occorre avere il tesserino che per legge viene rilasciato dalla Regione di residenza del richiedente. “Non è la prima volta che denuncio episodi simili“, lamenta Zanoni, che nel 2009 denunciò Re Juan Carlos per una battuta senza tesserino venatorio nell’Azienda Faunistico Venatoria di Valle Dragojesolo degli Stefanel.

Si dice pronto a un esposto alla procura della Repubblica e a un’interrogazione parlamentare a Pichetto anche il Movimento 5 Stelle: “Siamo particolarmente preoccupati e inorriditi dalle immagini del video diventato virale nelle ultime ore“, denunciano i deputati della commissione Agricoltura Alessandro Caramiello, Susanna Cherchi e Sergio Costa. Il ruolo internazionale dell’Italia e i buoni rapporti con l’amministrazione Trump del governo Meloni, insistono, “non possono in alcun modo trasformare il nostro Paese nel giardino personale del Presidente Usa e della sua famiglia, né nella loro tenuta di caccia“.

A chiedere la presenza in Aula di Matteo Piantedosi sulla vicenda è il Partito democratico, con un’interrogazione a prima firma di Stefano Vaccari, capogruppo in commissione Agricoltura e segretario di presidenza della Camera, sottoscritta anche da Forattini, De Maria, Manzi, Simiani, Ferrari, Rossi, Fornaro, Roggiani, Ghio, Graziano. “Donald Trump Junior ha violato le norme italiane ed europee partecipando ad una battuta di caccia nella laguna di Venezia lo scorso dicembre? Aveva tutti i titoli autorizzatori per poter esercitare la caccia in Italia? La battuta di caccia è avvenuta nel rispetto di tempi, orari e specie cacciabili oppure, come si evince da video ed immagini, sono state abbattute specie protette, come ad esempio un esemplare di casarca?”, domandano i deputati dem. Il ministro dell’Interno, ribadiscono, dovrà riferire al Parlamento perché “non sarebbe tollerabile che vi siano cittadini privilegiati rispetto ad altri ed anche per contestare ai diretti interessati le eventuali infrazioni commesse, anche di carattere penale“.

In Islanda fine della stagione della caccia alle balene: uccise 24

La stagione di caccia alle balene in Islanda si è conclusa quest’anno con 24 esemplari uccisi. Lo hanno annunciato i balenieri, mentre il futuro è incerto per questa pratica sempre più controversa. Kristjan Loftsson, direttore di Hvalur, l’unica compagnia ancora impegnata nella caccia alle balene in Islanda, ha annunciato sabato sera la fine della stagione 2023, che è stata notevolmente accorciata a sole tre settimane a settembre dopo essere stata interrotta a giugno per due mesi.

L’Islanda è uno dei soli tre Paesi, insieme a Norvegia e Giappone, ancora impegnati nella caccia commerciale alle balene, nonostante le aspre critiche di ambientalisti e animalisti. Non è ancora noto se il ministro della Pesca Svandís Svavarsdottir annuncerà nuove quote per il quinquennio 2024.

Il 20 giugno l’Islanda ha sospeso temporaneamente la caccia alle balene per due mesi, in seguito alla pubblicazione di un rapporto commissionato dal governo che concludeva che i metodi di caccia utilizzati non erano conformi alla legge sul benessere degli animali. Il monitoraggio effettuato dall’agenzia veterinaria del governo aveva dimostrato che gli arpioni esplosivi utilizzati dai balenieri causavano alle balene un’agonia prolungata, con una caccia che durava fino a cinque ore dopo l’arpionamento. Il 1° settembre il governo ha autorizzato la ripresa della caccia alle balene, con restrizioni sui metodi utilizzati e la presenza di ispettori ufficiali a bordo, che filmano ogni balena catturata.

Le quote annuali in vigore autorizzavano la caccia di 161 balenottere, il secondo mammifero marino più lungo con i suoi 20 metri di lunghezza dopo la balenottera azzurra, e di 217 balenottere minori (minke whales) che possono raggiungere i 7-10 metri di lunghezza. Ma i cacciatori hanno raramente raggiunto queste quote. L’anno scorso hanno ucciso 148 balenottere.