Conclave, Re agli elettori: Momento complesso, via i personalismi e umanità al centro

In questo “tornante della storia tanto difficile e complesso” bisogna superare le “considerazioni personali” e mettere l’umanità al centro. E’ un monito chiaro quello che il decano dei cardinali, Giovanni Battista Re, lancia nell’omelia della messa pro eligendo Romano Pontifice, poche ore prima che le porte della Sistina si chiudano per i 133 elettori.

Dovranno dare al mondo un nuovo Papa e il mondo, ricorda, “si attende molto dalla Chiesa per la salvaguardia di quei valori fondamentali, umani e spirituali, senza i quali la convivenza umana non sarà migliore né portatrice di bene per le future generazioni“. L’attesa è tanta, ma anche “fiduciosa”.

Si cerca una sintesi tra le diverse sensibilità, le diverse regioni, le diverse priorità. Ma il contesto è difficile per tutti e le urgenze devono essere chiare: “Pregare, invocando lo Spirito Santo, è l’unico atteggiamento giusto e doveroso”, scandisce Re, ribadendo l’atto di “massima responsabilità umana ed ecclesiale” per una scelta di “eccezionale importanza”.

Fuori dunque gli egoismi per “avere nella mente e nel cuore solo il bene della Chiesa e dell’umanità”. Quindi, il richiamo all’unità, che sembra smarrita: “Fra i compiti di ogni successore di Pietro vi è quello di far crescere la comunione: la comunione di tutti i cristiani con Cristo; la comunione dei Vescovi col Papa; la comunione dei Vescovi fra di loro. Non una comunione autoreferenziale, ma tutta tesa alla comunione fra le persone, i popoli e le culture“, avverte Re. L’unità che, tranquillizza, non significa uniformità, ma “salda e profonda comunione nelle diversità, purché si rimanga sempre nella piena fedeltà al Vangelo“.

Dopo la morte di Papa Francesco, il 21 aprile, il cardinale 91enne ha guidato le dodici congregazioni generali. Ma nella Sistina lascia la guida delle elezioni al più anziano dei cardinali dell’ordine dei vescovi, Pietro Parolin, considerato anche il candidato più forte per il Soglio pontificio: “Auguri doppi!” gli dice al momento dello scambio della pace. Negli ultimi cento anni, ricorda Re, lo “Spirito Santo ci ha donato una serie di Pontefici veramente santi e veramente grandi“. La preghiera è che “ci regali un nuovo Papa secondo il cuore di Dio per il bene della Chiesa e dell’umanità”, che sappia “risvegliare le coscienze” e le “energie morali e spirituali nella società odierna, caratterizzata sì da grande progresso tecnologico, ma che tende a dimenticare Dio”.