Bandiere Blu nel segno della sostenibilità. Fee: “Trend positivo”
Una cartina al tornasole dello stato di salute del mare e dei laghi italiani. Con l’assegnazione delle celebri Bandiere Blu della Foundation for Environmental Education (Fee) anche quest’anno è stato possibile scattare una fotografia aggiornata delle aree di balneazione nazionali. I risultati sono lusinghieri: 210 in totale i comuni che hanno ricevuto il riconoscimento e ben 14 nuove spiagge inserite nell’elenco.
La Liguria si conferma al primo posto con 32 località insignite della Bandiera Blu, seguita da Campania, Toscana, Puglia (tutte a quota 18) e Calabria e Marche (17). Quindi spazio a Sardegna (15), Abruzzo (14), Sicilia (11) e Lazio con 10 località. Il Trentino conferma le sue 10 Bandiere Blu, 9 quelle per Veneto ed Emilia Romagna, 5 quelle presenti in Basilicata. Con un nuovo ingresso il Piemonte sale a quota 3 Bandiere Blu, 2 quelle assegnate in Friuli Venezia Giulia e una a testa per Lombardia e Molise. Nella classifica sono comprese le 17 Bandiere assegnate ai laghi.
“Il trend è positivo anche per quest’anno – spiega a GEA Claudio Mazza, presidente di Fee –. Crescono ancora le località del centro e del Sud dell’Italia, ma bisogna sottolineare come l’assegnazione delle Bandiere Blu sia solo la punta dell’iceberg di un percorso di continuo miglioramento basato su una serie di criteri che vengono aggiornati periodicamente. Per questo oltre al crescere della qualità delle acque è bello vedere una maggiore attenzione al tema della sostenibilità e un ulteriore impegno in questo senso da parte delle amministrazioni”.
L’Italia si è anche confermata tra i Paesi europei con le acque balneabili di livello più alto, secondo il rapporto annuale realizzato dall’Agenzia europea per l’ambiente e la Commissione europea. Un risultato a cui contribuisce anche Fee: “Al di là delle acque balneabili, le località Bandiera Blu devono essere state qualificate come eccellenti in senso più ampio negli ultimi quattro anni – sottolinea Mazza –. I criteri sono 32 e riguardano tutta la gestione del territorio, a cui la qualità del mare è strettamente collegata. Anche per quanto riguarda la sicurezza dei bagnanti: nelle località da noi premiate è garantita la presenza degli assistenti oltre che negli stabilimenti anche nelle spiagge libere”.
Certo, le criticità non mancano. “La depurazione resta il problema principale da affrontare – afferma Mazza -, a cui segue quello dell’efficienza delle reti fognarie. Da monitorare è anche la situazione dei fiumi: soprattutto in occasione dei forti temporali estivi i versamenti in mare creano situazioni difficili e molti comuni si trovano a dover pagare per situazioni che non dipendono direttamente da loro. Ecco perché bisognerebbe intervenire anche con i Contratti di Fiume che, pur non essendo una risposta definitiva, restano comunque un buono strumento”.
Quest’anno la Fondazione ha introdotto una novità tra i criteri di assegnazione delle Bandiere Blu: l’impegno sociale e l’inclusività, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. “Una scelta naturale che si inserisce nel percorso di continuo miglioramento a cui accennavo prima – sottolinea Mazza –. Chiediamo che l’aumento di performance sia dimostrato, attraverso una politica fatta di piccoli passi, ma estremamente concreti. Nuovi criteri e indicatori vengono introdotti ogni anno, ma l’accessibilità è sempre stato un punto centrale delle nostre richieste. Quest’anno abbiamo deciso di imprimere un ulteriore stimolo sul piano dell’inclusività sociale per i portatori di handicap e sul fronte della solidarietà. Dopo aver monitorato cosa i comuni già facciano in questo senso, abbiamo suggerito la partecipazione alla 2+Milioni di KM di Dynamo Camp: una sfida non competitiva aperta a tutti gli amanti della bicicletta, attraverso la quale raccogliere fondi per i bambini con malattie gravi e croniche. Il nostro compito è anche questo: sollecitare ed essere da stimolo per i comuni, ma anche far capire che alcuni risultati si raggiungono solo se sono condivisi dalla comunità locale e che bisogna lavorare sia per raggiungerli che per mantenerli”.
Un impegno che viene già ripagato, almeno dal punto di vista delle presenze turistiche. “La Bandiera Blu è un marchio ormai riconosciuto a livello internazionale: è un’indicazione della quale il turista tiene presente e, a detta delle stesse categorie di settore e di studi svolti al riguardo, risulta fortemente trainante al momento della scelta della località in cui soggiornare”, conclude Mazza.
Di classifica in classifica, nei giorni scorsi è stata diffusa anche quella de ‘Il mare più bello’, stilata da Legambiente e Touring Club Italiano. A conquistare le Vele Blu le località che possono contare su acque cristalline, ma anche sulla possibilità di coinvolgere i turisti con escursioni, passeggiate e luoghi d’arte, senza dimenticare la gestione sostenibile del territorio e un’offerta turistica di qualità.
Caratteristiche ambientali e livello di ospitalità hanno permesso a Legambiente di assegnare da una a cinque Vele Blu a 427 spiagge e 82 approdi turistici. Al vertice la Sardegna, con sei comprensori turistici a Cinque Vele, seguita da Toscana e Puglia con 3 comprensori e da Sicilia e Campania con due. Un comprensorio a Cinque Vele anche in Basilicata e Liguria. Il Trentino-Alto Adige si distingue nella classifica dei laghi – ben tre su sei raggiungono le Cinque Vele – ma è il lago del Mis, nel Bellunese, in Veneto, a conquistare il titolo di “lago più bello d’Italia”.