Associazioni ambientaliste a Salvini: “Città 30 km/h modello di sostenibilità”

Le associazioni ambientaliste Legambiente, Fiab, Asvis, Kyoto Club, Vivinstrada, ANCMA, Salvaiciclisti, Fondazione Michele Scarponi, AMODO si schierano a favore delle Città 30 km/h  – peraltro già realizzato in diverse città europee – e chiedono un incontro al ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini attraverso una lettera congiunta inviata al dicastero. Secondo le realtà associative, il provvedimento è il più “innovativo ed efficace per contrastare l’incidentalità sulle strade urbane, in quanto coniuga una drastica riduzione delle stragi stradali, l’integrazione tra le diverse composizioni modali di trasporto, il rispetto degli impegni climatici, il miglioramento della vivibilità, oltre che una significativa fluidificazione del traffico”.

Dal testo della lettera emerge che Milano sarebbe l’ultima città in termini temporali a vedere applicato detto provvedimento, dopo Olbia, Cesena, Bergamo, Torino e Bologna. Luoghi che stanno avviando percorsi per diventare Città 30, “consapevoli che – in conformità a quanto richiesto dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030 (PNSS) – occorre trovare le risorse per pianificare interventi soprattutto strutturali e non solo di segnaletica, oltre che a monitorare i risultati”. Non dimentichiamo, aggiungono le associazioni, che “il bene vita messo ogni giorno a repentaglio sulle strade urbane può essere salvaguardato solo attraverso nuove politiche più rapide ed efficaci, in grado di cambiare le città, le strade, il sistema della mobilità, gli stili di vita e di guida, per fermare crisi climatica e strage stradale”.

Secondo i dati Aci-Istat 2021, infatti, gli incidenti stradali attualmente sono in Italia la prima causa di morte per i giovani, oltre a essere la prima causa di morte del lavoratore in itinere. Ogni giorno si contano 561 feriti e 7,9 vittime (uno ogni 3 ore), soprattutto in ambito urbano, con un costo sociale complessivo pari a 16,4 miliardi di euro, pari allo 0,9% del Pil nazionale.
“Moderare la velocità come previsto dalle Città 30 ― concludono le associazioni firmatarie della lettera ― non rappresenta un limite alla libera e celere circolazione delle persone e delle merci, in quanto attualmente com’è a tutti noto la velocità media all’interno delle città è di 29,4 km/h, scendendo fino a 7-8 km/h nelle ore di punta. L’automobile privata non è il mezzo più veloce e affidabile nei centri urbani”. E individuano nell’intermodalità tra i vari mezzi di trasporto (trasporto pubblico urbano, sharing e mobilità attiva), la possibilità di ottenere “una riduzione del tasso di motorizzazione di cui l’Italia detiene primato europeo con relativa congestione del traffico, difficoltà negli spostamenti e aumento degli agenti inquinanti, oggetto spesso di procedure di infrazione da parte dell’Europa”.

Capodanno, i fuochi d’artificio peggiorano la qualità dell’aria e terrorizzano gli animali

Negli ultimi anni, la tradizione di salutare il nuovo anno con botti e fuochi d’artificio si è sempre più rivelata pericolosa e nociva non solo per gli esseri umani e per la salute degli animali – domestici e selvatici – ma anche per la qualità dell’aria. A spiegarlo è l’Arpa Lombardia, la quale ricorda che “nelle ore immediatamente successive all’utilizzo di fuochi d’artificio si registra un peggioramento dei valori della qualità dell’aria, anche con elevati picchi in atmosfera, in particolare di polveri sottili (PM10). La tipologia degli inquinanti prodotti dagli scoppi è nociva  e contiene tra l’altro valori non trascurabili di potassio (K), stronzio (Sr), bario (Ba), magnesio (Mg), alluminio (Al), zolfo (S), titanio (Ti), manganese (Mn), rame (Cu), bromo (Br), piombo (Pb)”.

Di Capodanno in Capodanno, è dunque cresciuto il numero dei Comuni che emanano ordinanze per vietare l’utilizzo di botti e fuochi d’artificio durante i festeggiamenti di Capodanno. Iniziamo l’elenco, però, subito con un paradosso. Se, da un lato, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente lombarda segnala i danni che i fuochi d’artificio provocano alla qualità dell’aria, dall’altro l’annullamento di alcune delle misure previste dal “piano aria e clima” da parte del Tar (dopo un ricorso di alcuni commercianti) permette, di fatto, di sparare botti e fuochi. Sul sito del Comune di Milano si legge infatti: “In attuazione delle sentenze Tar Lombardia n. 2033/2022 e n. 2034/2022, il divieto di accensione di fuochi d’artificio, compresi i petardi, mortaretti e artifici esplodenti in genere, di cui all’art. 10 del regolamento per la qualità dell’aria avente ad oggetto ‘Combustioni all’aperto’ è annullato”. Il risultato più evidente è proprio che il Comune non potrà emanare alcuna ordinanza, né alcun divieto.
Per quanto riguarda altre città, da anni la Capitale vieta l’utilizzo di botti e fuochi d’artificio, così come a Torino; a Bologna il divieto è entrato in vigore il 24 dicembre e lo sarà sino al 7 gennaio 2023; niente botti per la notte di San Silvestro nemmeno a Bari, Sassari, Treviso e Cecina.

Nel caso in cui alcune amministrazioni cittadine non prendessero provvedimenti in tal senso, si può fare riferimento al decalogo Oipa. L’Organizzazione internazionale protezione animali ha infatti realizzato un video attraverso il quale consiglia come tutelare gli ‘amici a quattro zampe’ che, terrorizzati dal rumore, potrebbero scappare di casa e correre per strada, correndo il rischio di essere investiti. A loro si aggiunge la fauna selvatica che, disorientata dai botti, potrebbe schiantarsi contro alberi, muri, cavi elettrici o – come nel caso degli animali domestici – scappare in strada.
Ecco i punti del decalogo Oipa: teniamo gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi; non lasciamoli soli, potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi. Stiamo loro vicini, mostrandoci tranquilli e cercando di distrarli; non lasciamoli in giardino. Teniamo in casa o in un luogo protetto gli animali che abitualmente vivono fuori per scongiurare il pericolo di fuga; teniamo alto il volume di radio o televisione, chiudendo le finestre e le persiane; lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è loro vietato; durante le passeggiate teniamoli al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura; facciamo visitare l’animale da un veterinario comportamentalista affinché valuti la possibilità di una terapia di supporto; evitiamo soluzioni fai da te somministrando tranquillanti, alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico; organizzare una “gita fuori porta” per trascorrere il Capodanno in luoghi lontani dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi; chiediamo al nostro Comune un’ordinanza contro i botti e sensibilizziamo l’opinione pubblica su quanto questi inutili rumori possano essere dannosi per gli animali domestici e selvatici

Anche le “lanterne cinesi”, fatte spesso volare in occasione del Capodanno, possono causare il ferimento e la morte di animali. Si sono verificati diversi casi di selvatici e domestici ustionati, strangolati, o morti per emorragia interna dopo aver ingoiato il metallo tagliente dello scheletro delle lanterne. Il loro volo incontrollato è inoltre molto pericoloso, in quanto facile innesco di incendi boschivi.