Cresce l’impatto dei rifiuti elettronici: riciclato solo il 17%
La tecnologia risolve la vita, ma non è esente da controindicazioni; e nello specifico la produzione di rifiuti (Raee, acronimo per rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Il fenomeno dell’E-waste è preso in seria considerazione anche dall’Unione europea dal momento che le case produttrici di apparecchi elettronici ed elettrodomestici corrono sempre più veloci e immettono sul mercato con sempre più frequenza nuovi modelli più performanti e aggiornati. Non produrre rifiuti è impossibile, la soluzione rimane il riciclo che però resta ancora troppo limitato.
Secondo il Global E-waste monitor nel 2020, a livello mondiale, sono state prodotte 53,6 milioni di tonnellate di Raee con un incremento del 21% rispetto al 2018. Di questa massa di vecchie lavatrici, pc, frigoriferi, cellulari o semplici cavi, solo il 17,4% è stato riciclato. Il 38% dei rifiuti totali è prodotto da tre sole nazioni: Cina (10,1 milioni di tonnellate), Usa (6,9 milioni) e India (3,2). Il più alto tasso di recupero di materiale spetta invece all’Europa, che ricicla il 42% dei suoi rifiuti elettronici; segue l’Asia con l’11,7%, mentre America e Oceania si assestano intorno al 9%. Ma cosa succede a quell’82,6% di Raee che non viene recuperato? Il destino di questa massa di materiale è incerto, non si sa dove venga smaltita. Nei Paesi ad alto reddito, in genere, sono presenti impianti per il riciclaggio dei rifiuti: infatti, l’8% dei rifiuti è conferito in discarica o avviato a incenerimento, soprattutto i piccoli pezzi. In altri casi, invece, questi prodotti vengono resi nuovamente funzionanti e riusati. Spesso accade che vengano spediti in Paesi meno ricchi dove sono destinati al mercato dell’usato, anche se non sempre le esportazione sono legali.
Nell’analisi del Global E-waste monitor viene evidenziato anche il fatto che i rifiuti elettronici contengono al loro interno sostanze nocive per l’ambiente e per l’uomo, come ad esempio il mercurio, e che 98 milioni di tonnellate di equivalenti di anidride carbonica sono stati rilasciati nell’atmosfera a causa del riciclaggio non conforme di frigoriferi e condizionatori d’aria, contribuendo al riscaldamento climatico. Oltre a un danno ambientale, il mancato recupero dei materiali rappresenta anche uno spreco economico, dal momento che vengono dispersi, abbandonati o bruciati preziosi materiali come oro, argento e rame che compongono, ad esempio, ‘l’anima’ degli smartphone.
Venendo alla situazione italiana, il 14° rapporto annuale del centro di coordinamento Raee ha registrato un incremento del 5,3% di raccolta di rifiuti nel 2021 rispetto all’anno precedente. In numeri assoluti significa 385.258 tonnellate di Raee che non sono finite in discarica. La raccolta pro capite si assesta intorno a 6,4 kg per abitante, in crescita del 5,5% rispetto all’anno prima. Prima di entrare nel dettaglio delle tipologie raccolte, è bene chiarire come vengono definiti i rifiuti, in base alla sigla R da 1 a 5. R1 sono gli apparecchi refrigeranti, come frigoriferi condizionatori; gli R2 sono i grandi bianchi, vale a dire lavatrici, lavastoviglie, microonde etc; gli R3 sono tv e monitor dei pc; R4 sono le lampade, gli aspirapolvere, i frullatori, i pc, le stampanti, i cellulari etc; infine gli R5 sono le sorgenti luminose come lampadine e neon.
Nel 2021 in Italia sono stati effettuati 18.000 ritiri sull’intero territorio pari a 598 missioni al giorno, l’8,5% in più rispetto al 2020. Un incremento significativo legato soprattutto all’aumento di richieste di ritiro dei vecchi televisori (R3) a seguito dell’introduzione del Bonus TV: sono infatti quasi 7mila in più rispetto all’anno precedente. Gli R3 hanno infatti fatto la parte del leone, rappresentando quasi i due terzi del totale delle tonnellate raccolte. Seguono a distanza i grandi bianchi (R2) che si attestano a +3,1%. Cresce anche la raccolta delle sorgenti luminose (R5), che raggiungono le 2.713 tonnellate (+2,9%) e quella degli apparecchi di freddo e clima (R1) che arrivano a pesare 99.595 tonnellate in forza di un incremento del 2,7%. In calo invece i piccoli elettrodomestici e l’elettronica di consumo (R4) che a seguito di una contrazione dell’1,4% si ferma a 77.308 tonnellate, mettendo così fine al trend di crescita avviato negli ultimi anni.