In Liguria Bucci sfida Orlando: infrastrutture e rigassificatore tra i temi decisivi

Anche il centrodestra ha il suo candidato alle prossime elezioni regionali in Liguria del 27 e 28 ottobre prossimi. È Marco Bucci, attuale sindaco di Genova, la figura su cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi puntano le proprie fiches per battere Andrea Orlando, che invece correrà con l’appoggio di Pd, Movimento 5 Stelle e Avs, in attesa che anche Iv e Azione sciolgano le rispettive riserve.

La fumata bianca della coalizione di governo arriva dopo settimane di riflessione, in alcuni momenti vera e propria indecisione sul daffare. Poi, l’accelerazione nelle ultime ore, dopo due vertici ravvicinati dalla fine della pausa estiva. Una volta incastrate tutte le tessere del mosaico, l’annuncio arriva con una nota congiunta: “Bucci è la persona giusta per dare continuità alla crescita della Liguria portata avanti in questi anni grazie all’ottimo lavoro del centrodestra. Bucci ha dimostrato, sul campo, di essere un ottimo amministratore. È stato uno dei protagonisti di quel ‘modello Genova’ – ricordano i leader dell’area – che ha consentito in tempi record di ricucire la ferita del ponte Morandi e costruire il nuovo Ponte San Giorgio, ha realizzato grandi opere infrastrutturali, ha investito sulle specificità del territorio e si è occupato di riqualificare le periferie genovesi”.

Di contro Orlando risponde lanciando la sua campagna di comunicazione via soocial, sul web e in tutte le province liguri. Il claim scelto è ‘Liguri, a testa alta‘, mentre lo slogan è “Fare per bene”. Una scelta precisa, spiega lo staff di Orlando: “Bisogna risollevare la Liguria, farlo a testa alta, orgogliosi della nostra terra che non merita il malgoverno degli ultimi anni e gli scandali degli ultimi mesi, e che rischia una paralisi con conseguenze irreversibili per il sistema economico, sociale e produttivo della regione”.

Un chiaro riferimento al caso che ha visto finire sotto inchiesta l’ex governatore, Giovanni Toti, ma allo stesso tempo la partita per le infrastrutture, che potrebbe rivelarsi decisiva per la vittoria alle urne. Non a caso la scelta del centrodestra è ricaduta su un amministratore locale, Bucci, la cui figura resterà comunque legata alla tragedia del crollo del viadotto del Polcevera, ma anche alla ricostruzione record e la nascita del Ponte San Giorgio. Quello che, nel lessico comune, ha preso il nome di ‘modello Genova’. Il tentativo è quello di giocare sulle differenze di vedute nel centrosinistra su alcune opere strategiche, come la Gronda. Ma anche sul rigassificatore Italis LNG, che una volta esaurito il suo compito a Piombino, dovrebbe approdare proprio nei mari liguri.

In questo scenario, e su questi temi, è ovviamente Orlando ad avere le maggiori difficoltà di compattare una coalizione. L’ex ministro, però, già nei giorni scorsi, commentando l’elenco di opere che Azione ritiene strategiche, ha sottolineato che “sono tutte volute o finanziate dal centrosinistra, e da ultimo dal governo Conte 2. Non credo quindi che sarà complicato per la coalizione trovare una quadra per rimetterle in moto”. Semmai, accusa il dem, “per molte di queste sarà complicato trovare le risorse, perché la destra le ha definanziate”.

Chiara anche la posizione di Orlando sul rigassificatore. Parlando del costo dell’energia e dei possibili interventi per abbatterlo, sottolinea che la Liguria ha anche tante altre frecce alternative al suo arco. “Il trasferimento da Piombino a Vado costerebbe 500 milioni che andrebbero a gravare sulle bollette”, mentre qui “abbiamo il vento, il sole, il mare, l’acqua per l’idroelettrico ma siamo la ventesima regione per la produzione di rinnovabili”. La sfida per la Regione passa anche da questi temi.