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Istat certifica il boom degli agriturismi: in 10 anni +24.4%

Il settore agrituristico è in ripresa e i viaggiatori apprezzano soprattutto le strutture che offrono servizi green. L’Istat ha reso noti i dati del rapporto “Le aziende agrituristiche tra pandemia e resilienza”, che confronta il 2021 con il 2020 e, per alcune categorie, l’arco temporale di un decennio (2011-2021). In questo decennio, le strutture agrituristiche sono aumentate del 24,4%. Il tasso medio annuo di crescita è del 2% (1,3% nel nord-est e 2,6% al centro), 330 nuove aziende solo nell’ultimo anno. Se si considerano solo le strutture con alloggio che, per numero e importanza economica, formano il core di questo settore, la crescita rispetto al 2011 è del 23,2%, con un tasso medio annuo di crescita dell’1,9%.

Rispetto all’anno caratterizzato dalla pandemia, le aziende prese in esame sono cresciute dell’1,3%; tra il 2011 e il 2021, il tasso medio annuo di crescita è del 2%. Il 63,3% dei comuni italiani ospita almeno una struttura di questo tipo, con picchi virtuosi in Toscana e Umbria. L’anno scorso, oltre tre milioni di persone hanno visitato agriturismi: un aumento del 36,9% rispetto al 2020, complice la pandemia e gli spostamenti vietati (o, quantomeno, limitati), ma comunque inferiore ai 3,2 milioni registrati nel 2011. Crescono, tuttavia, i viaggiatori stranieri di questo settore: 68% in più rispetto al 2020. Dal rapporto, che analizza vari aspetti compresa la conduzione al femminile delle strutture e la cessazione delle attività, si evince che risulta vincente la struttura che mira a offrire varie tipologie di servizi, meglio ancora se collegati alla natura: escursionismo, equitazione, fattorie didattiche, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport e trekking. Rispetto al 2020, il maggiore incremento (+5,5%) si registra quindi nelle strutture che offrono “altre attività”; in particolare, cresce l’offerta di mountain bike (+9,5%), osservazioni naturalistiche (+7,9%) ed escursioni (+7%). Curioso come alcune province tendano a specializzarsi nell’offerta di specifiche tipologie di servizi: a Palermo, il 62% delle aziende offre equitazione e il 97% escursioni; a Napoli, il 74% propone osservazioni naturalistiche; a Catania, il 97% mette a disposizione attività sportive; a Caserta, il 59% organizza trekking. Le strutture che offrono la tradizionale attività di alloggio sono invece rimaste invariate (+0,8%), mentre quelle con ristorazione sono cresciute del 2,8%. Per quanto riguarda infine la distribuzione sul territorio, il 53,3% di queste strutture è ubicato in zona collinare (53,3%), il 30% si trova invece in zone montuose: spicca in particolare la Provincia autonoma di Bolzano con le sue 3.253 aziende, che coprono il 42% del totale delle 7.788 strutture ubicate in montagna. Il restante 16,1% delle strutture si trova in pianura (4.076 in totale), con Puglia ed Emilia-Romagna in testa (rispettivamente 559 e 467 aziende agrituristiche). La densità delle strutture sull’intera superfice italiana è di 8,3 per 100 km2 (era 6,7 nel 2011), dato che aumenta se si considera il Centro: 16 aziende agrituristiche per 100 km2, con la Toscana (23 aziende per 100km2) che detiene il primato. Segue il Nord-est, con una densità di circa 12 strutture ogni 100 km2, dove la regione con più alta densità è il Trentino Alto-Adige (28 aziende agrituristiche per 100 km2).