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Dialuce (Enea): “Completare stoccaggi ma servono anche piccoli gesti”

Se sono ottimista per l’inverno che verrà? L’importante per ora è completare il riempimento degli stoccaggi di gas e ovviamente sarà importante adottare misure comportamentali per ridurre il consumo e farli durare di più“. Gilberto Dialuce, presidente di Enea, non si sbilancia, resta realista e prevede che non potremo evitare del tutto i disagi creati dalla crisi del gas: “Con gli stoccaggi siamo a ottimo punto, ma criticità potrebbero arrivare nella seconda metà dell’inverno, verso verso febbraio-marzo e poi tutto dipenderà da quello che succederà con le importazioni dalla Russia, che a oggi sono circa la metà“, spiega contattato da GEA.

Il piano di risparmio adottato dal Mite si è basato sul rapporto Enea presentato due mesi fa, che prevedeva possibilità di intervenire per contenere i consumi, “non solo per le criticità attuali, ma anche in ottica di decarbonizzazione“, ricorda Dialuce.

Investire nelle rinnovabili “non basta“, occorre “aumentare l’efficienza energetica, consumare in modo intelligente e consumare meno. Questo documento faceva un’analisi a tutto campo, non solo per ridurre la temperatura degli ambienti e la durata del periodo complessivo del riscaldamento, ma proponeva anche altri interventi sugli stili di vita. Significa rendersi conto consapevolmente di quanto l’energia sia un bene prezioso“.

I piccoli gesti ci coinvolgono tutti, sono fondamentali e a costo zero: “Si possono fare da subito, intervenendo su cose anche banali come la durata della doccia o la lavatrice solo a pieno carico. Se lo facessero tutti gli italiani, investendo in una campagna di informazione, ci sarebbe una crescita stabile delle coscienze che porterebbe 2,7 miliardi di risparmio“. Sommata ad altre misure che comporterebbero investimenti minimi, come sostituire le lampadine con i led, rinnovare gli elettrodomestici, installare pompe di calore elettriche al posto della caldaia, il risparmio sarebbe notevole: “Se sommiamo tutto c’è un grosso potenziale, 6 miliardi e mezzo di metri cubi che possono essere risparmiati strutturalmente“.

Quanto invece alle grandi decisioni da prendere a livello centrale per il mix energetico italiano, l’obiettivo è guardare alla decarbonizzazione e il futuro passa per l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili ma anche dal nucleare di quarta generazione e in prospettiva dalla fusione. Sono fonti da integrare alle rinnovabili, che sono intermittenti: “C’è il tema dello stoccaggio stagionale, che a oggi è ancora da inventare“, ricorda Dialuce.

Uno degli scenari fatti a livello nazionale ed europeo prevedono un aumento della quota rinnovabile, ma ci sono ancora consumi non facilmente immaginabili elettrificabili – afferma -. Elettrificare questi processi non è semplice“. Le imprese che hanno bisogno di calore, ma non ad altissima temperatura, possono sfruttare il solare termodinamico, quelle che hanno bisogno di temperature molto più alte dovranno puntare sull'”idrogeno, prodotto con rinnovabili“. Per il settore dei trasporti pesanti, per i quali l’idrogeno è una possibilità, dovranno passare anche dai biocarburanti, ma non solo. “Se oltrepassiamo il 2030, nell’ultimo miglio, dal 2030 al 2050, saranno necessari salti tecnologici e alcuni paesi contano anche sul nucleare di quarta generazione e, in prospettiva, sulla fusione“.

La quarta generazione del nucleare vedrà la luce tra non molto, assicura: “È già in via di sviluppo, ci sono progetti di reattori che possono essere alimentati a piombo fuso (Enea è in un progetto di ricerca). È una tecnologia commercialmente disponibile in un orizzonte abbastanza vicino, nell’arco di una decina di anni“.

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Ecco come risparmiare 2,7 miliardi di metri cubi di gas

Risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano e ridurre la bolletta delle famiglie di circa 180 euro/anno, grazie a un insieme di misure nel settore residenziale. È questo in estrema sintesi l’obiettivo dello studio ‘Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale’, elaborato dall’ENEA e presentato l’11 luglio dal presidente Gilberto Dialuce nel corso di un evento stampa online al quale hanno partecipato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, il delegato nazionale Energia e Rifiuti dell’ANCI, il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e la direttrice del Dipartimento Efficienza energetica dell’ENEA, Ilaria Bertini.

Lo studio approfondisce due specifiche linee di azione, ovvero misure comportamentali e misure amministrative con particolare riferimento al riscaldamento invernale. In queste ultime rientra l’abbassamento di 1 °C dei termostati, dai 20° abituali a 19° per ottenere un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico del 10,7%; inoltre, la riduzione di un’ora al giorno dell’accensione può contribuire ad una diminuzione del 3,6% del consumo. Attuando in contemporanea queste due misure e aggiungendo anche la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas (1,65 miliardi dalla diminuzione di 1°C e 550 milioni dalla riduzione di un’ora giornaliera). Sul fronte delle bollette, queste proposte possono originare un risparmio complessivo, calcolato ai prezzi attuali, di 178 euro all’anno per famiglia.

Risparmiare energia è un imperativo e come ENEA vogliamo dare il nostro contributo sul fronte della ricerca, delle tecnologie innovative e della promozione di una cultura sull’uso intelligente di questo bene, senza rinunciare al comfort, in una prospettiva di decarbonizzazione e di progressiva riduzione delle forniture dall’estero già da quest’inverno”, ha sottolineato il presidente Dialuce.

A livello comportamentale, l’utilizzo delle pompe di calore elettriche già installate per il condizionamento estivo anche per il riscaldamento invernale, la riduzione dell’uso del gas per acqua calda sanitaria e cucina, il minor consumo di energia elettrica grazie a un uso migliore degli elettrodomestici possono portare ad un risparmio di 3,6 miliardi di metri cubi/anno. Ulteriori 0,4 miliardi possono essere risparmiati con la sostituzione di elettrodomestici e climatizzatori con modelli ad alta efficienza e l’installazione di un’illuminazione a LED.

La tempestiva adozione delle misure indicate nello studio – ha aggiunto Dialuce – anche scontando un fattore di riduzione degli effetti dovuti alla difficoltà di controllare nei riscaldamenti non centralizzati, potrebbe inoltre consentire di ridurre la pressione sugli stoccaggi di modulazione del gas per il prossimo inverno, per riempire i quali, almeno al 90% entro ottobre, il Governo ha adottato misure straordinarie”, ha aggiunto Dialuce. Lo studio ENEA, come ha ricordato il presidente, è partito dal settore residenziale, responsabile di circa il 30% dei consumi finali di energia e del 12% delle emissioni dirette di CO2, “ma è prevista l’estensione anche al terziario, con l’accortezza di distinguere i consumi delle utenze alle quali non applicare le misure, come ospedali e scuole“.

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Gli interventi comportamentali, che dipendono da scelte del cittadino andrebbero supportati con campagne di informazione e comunicazione mirate, sottolineando che, adottando comportamenti più virtuosi, i vantaggi economici possono arrivare fino a 240 euro all’anno per famiglia”, ha spiegato la direttrice del Dipartimento Efficienza energetica dell’ENEA, Ilaria Bertini. Se anche solo la metà delle famiglie adottasse le misure che non richiedono spese iniziali, si potrebbe arrivare già dal prossimo inverno a un risparmio di 1,8 miliardi di metri cubi di gas. Ma non solo. “È necessario – ha detto – accrescere la consapevolezza nel consumatore attraverso una diretta correlazione fra l’uso domestico dell’energia, il consumo e il costo. La vera chiave di volta è proprio la pervasiva diffusione di sistemi di misura negli edifici che possono evidenziare ai consumatori l’impatto di condotte/atteggiamenti poco virtuosi e mitigarli attraverso azioni comportamentali o l’impiego di sistemi di regolazione automatici (building automation), che hanno ormai costi contenuti, semplicità di installazione e interfacce intuitive”, ha concluso.

Più nel dettaglio, le misure amministrative proposte da ENEA (modifica dei tempi di accensione degli impianti e della temperatura massima interna consentita) sono state definite utilizzando una metodologia che si basa sulla definizione di modelli energetici applicati a due abitazioni tipo’, rappresentative del parco edilizio italiano: un appartamento in edificio plurifamiliare e una villetta unifamiliare. I fabbisogni energetici sono stati calcolati utilizzando il metodo dinamico orario, ripetendo le simulazioni per ogni zona climatica italiana, con più città per zona, e considerando i periodi convenzionali di accensione degli impianti e il numero attuale di ore giornaliere di riscaldamento.

Per ogni zona climatica sono state calcolate percentuali di risparmio medie, considerando la diversa incidenza, nel parco immobiliare italiano, del numero di appartamenti (70% delle abitazioni) e di fabbricati monofamiliari (30%). Tali percentuali di risparmio sono state quindi applicate sui volumi di gas naturale per riscaldamento effettivamente consumati in ogni zona. I risultati di tale calcolo analitico sono stati anche confrontati con i dati forniti da Snam sui volumi invernali globali di gas forniti ai punti di riconsegna del gas alle reti di distribuzione cittadine, riscontando una buona convergenza.

Dialuce (ENEA): Nucleare soluzione per futuro, idrogeno non ancora competitivo

Idrogeno verde, nucleare di quarta generazione o modulare, spinta sulle rinnovabili e sui sistemi di accumulo: “Non c’è un’unica strada che ci porterà alla decarbonizzazione al 2050 perché un sistema soltanto elettrico difficilmente riuscirà a integrare le esigenze dell’industria, dei trasporti, soprattutto quelli aerei e navali e della produzione di calore”. E, ancora, “è fondamentale guardare alle nuove tecnologie, ma con un occhio alle ricadute sul Pil, all’industria e alla filiera nazionale”. Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), guarda avanti, ma lo fa con quella lungimiranza e quel senso pratico frutto di 40 anni di lavoro nel campo degli idrocarburi, della sicurezza degli approvvigionamenti, della liberalizzazione dei mercati, ma anche delle nuove tecnologie, efficienza energetica, fonti rinnovabili e ricerca di sistema elettrico.

CENTRALI A CARBONE

Nell’intervista a GEA, Dialuce traccia il cammino del futuro prossimo, ma non prima di aver stilato il bilancio di un anno di lavoro: “Essere qui è un compito complesso e sfidante, soprattutto in questo momento caratterizzato da una accelerazione della transizione energetica ed ecologica”. Un momento in cui la guerra in Ucraina ha fatto deflagrare la crisi degli approvvigionamenti, al punto che alcuni Paesi si sono riconvertiti all’uso del carbone con il rischio di fermare il percorso di decarbonizzazione: “Le tensioni sul fronte del petrolio e del gas confermano che il percorso della decarbonizzazione è fondamentale sia per il raggiungimento degli obiettivi climatici sia per una maggiore indipendenza energetica”, sottolinea Dialuce. “Nell’immediato – puntualizza – c’è un problema: avremo sufficienti forniture di gas per il prossimo inverno? In Italia non si tratta di riaprire centrali a carbone già chiuse, anche perché non sarebbe comunque così facilmente attuabile, ma di utilizzare quelle ancora in esercizio al livello massimo consentito per quelli che sono i limiti emissivi, cercando in questo modo di risparmiare gas”. Il tema decarbonizzazione, quindi, resta più che mai valido “ma ovviamente abbiamo una fase contingente in cui occorre fare ricorso a tutto quello che esiste”.

TRIVELLE

La diversificazione delle fonti di approvvigionamento è la strada intrapresa dal governo per superare la ‘schiavitù’ dalla Russia. Ma in Italia il gas c’è, solo che non viene estratto: “Nel corso degli ultimi anni – spiega il presidente dell’ENEA – si è assistito a una riduzione di queste attività perché l’opinione pubblica le ha percepite come eccessivamente rischiose per l’ambiente”. In realtà, ricorda, “queste attività si svolgono nel nostro Paese da moltissimi anni e non ci sono stati gravi incidenti con conseguenze irreversibili sull’ambiente. Tornare indietro ora è complesso perché molte compagnie sono andate all’estero a lavorare”. E quindi? “Si possono valorizzare le infrastrutture e concessioni esistenti, perché fare altri investimenti in zone come l’Alto Adriatico – dove sono concentrate le maggiori risorse da sviluppare- richiederebbe di partire con nuove infrastrutture da zero e servirebbero alcuni anni”, puntualizza Dialuce.

NUCLEARE E SMALL REACTOR

Una via d’uscita potrebbe essere rappresentata dal nucleare, ancorché osteggiato da due referendum e da tanta preoccupazione. Ma Dialuce apre uno spiraglio, sia pure con prudenza. “ENEA – dice – segue varie linee di ricerca, focalizzate in modo particolare sulla fusione. Potrebbe essere la soluzione definitiva del futuro, perché consentirebbe di avere a disposizione volumi di energia notevolissimi e del tutto indipendenti. Si tratta, però, di fare un grande sviluppo tecnologico, su cui Enea sta investendo moltissimo, circa 600 milioni di euro in 5 anni per arrivare poi a un progetto complessivo europeo e internazionale di un reattore a fusione”.

ENEA sta lavorando anche sulla ricerca per il nucleare di quarta generazione “con la società newcleo che, attraverso il crowdfounding, sta promuovendo lo sviluppo di questo tipo di reattori”. In base all’accordo, ENEA realizzerà un prototipo in scala più piccola per testare questo meccanismo di reattore di quarta generazione raffreddato a piombo fuso, “che è un sistema innovativo – ricorda Dialuce – che dà grandi garanzie di sicurezza rispetto ai sistemi tradizionali ad acqua. Potrebbe essere una tecnologia disponibile tra 5-10 anni”.
C’è poi la soluzione degli Small Modular Reactor, “dei piccoli reattori di potenza più bassa che hanno un diverso tipo di utilizzo, perché sono prefabbricabili in serie in unità singola, costruiti in luoghi diversi dal sito in cui verranno poi effettivamente utilizzati”. Sono l’evoluzione di quelli già in uso sulle portaerei, sui sommergibili, sui rompighiaccio. “Questa tecnologia potrebbe avere una futura diffusione – afferma il presidente dell’ENEA – se raggiungesse costi di produzione energetica concorrenziali per un seguito commerciale”.

HYDROGEN VALLEY

Infine, ma non certo ultimo, c’è l’idrogeno. Un tema che sta molto a cuore a ENEA e ai suoi ricercatori perché “può sostituire alcuni usi finali del metano – ricorda Dialuce – soprattutto per la produzione di calore ad alta temperatura, come l’industria del vetro, dell’acciaio, della ceramica, per le quali al momento sembra essere l’unica alternativa a portata di mano”. Il problema è che l’idrogeno non esiste in natura, ma va estratto dall’acqua o dal metano utilizzando energia. Se lo vogliamo ‘clean’ non si può partire dal metano, ma si deve usare energia rinnovabile per il processo di elettrolisi o per la produzione da biomasse con cattura e riutilizzo della CO2. In ogni caso si tratta di processi energetici ancora costosi e, dal punto di vista dell’efficienza “vanno testate le linee di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzo”, racconta Dialuce. Con una precisazione non di poco conto: “L’idrogeno è un gas altamente infiammabile, più del metano e va testato dal punto di vista della sicurezza. Bisognerà poi investire per abbassare il costo di produzione perché oggi non è competitivo. Grazie ai fondi ottenuti dal Ministero della Transizione Ecologica in ambito PNRR, ENEA sta lavorando proprio su questo. Siamo partiti con un programma di ricerche con Cnr e Rse per mettere insieme il meglio delle tecnologie e delle professionalità dei nostri tre enti di ricerca e l’Hydrogen Valley che sorgerà alla Casaccia seguirà in scala reale l’intero ciclo dell’idrogeno verde per testarlo e trasferirne poi i risultati alle imprese della filiera italiana”, conclude il presidente dell’ENEA.