
Leone riceve Mattarella: Ucraina e Gaza sul tavolo della diplomazia della pace
Ucraina e Gaza. Ma anche il “contributo della Chiesa nella vita del Paese”. Tra sorrisi e strette di mano, Sergio Mattarella e Robert Prevost hanno il loro primo colloquio a porte chiuse nello studio del Palazzo apostolico in Vaticano. Ancora una volta, tutto ruota intorno a quella pace che sembra lontanissima, in un mondo martoriato.
Il primo scambio di saluti di persona c’era stato il 18 maggio, giorno in cui Leone XIV ha presieduto la messa per l’inizio del Pontificato. Già in quella occasione, come per il primo saluto dalla loggia delle benedizioni, il pensiero di Leone era rivolto alle aree di crisi. Il capo dello Stato arriva nel cortile di San Damaso poco prima delle 9, accolto dal reggente della prefettura della casa pontificia, monsignor Leonardo Sapienza. Il cortile è allestito per l’occasione, una composizione di fiori tricolore, il lungo tappeto rosso, 16 ‘gentiluomini di Sua Santità’.
Ad accompagnare il presidente della Repubblica, una delegazione consistente. Tutta la sua famiglia, i tre figli Laura, Bernardo e Francesco con i coniugi e i cinque nipoti, oltre ai suoi consiglieri, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Francesco Di Nitto.
Poco meno di un’ora di colloquio a porte chiuse, poi lo scambio dei doni, in cui spicca il messaggio per la Pace di Papa Francesco, che Prevost regala al presidente: “Ho reso omaggio alla sua tomba a Santa Maria Maggiore il giorno prima del Conclave“, ricorda lui, donando al Pontefice due volumi cinquecenteschi su Sant’Agostino. Poi, l’incontro del presidente con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da Mirosław Wachowski, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati (il segretario Paul Gallagher è in visita a Cuba, in occasione del 90esimo anniversario dei rapporti diplomatici bilaterali tra la Santa Sede e il Paese caraibico). “Durante i cordiali colloqui in Segreteria di Stato è stato espresso compiacimento per le buone relazioni bilaterali esistenti. Ci si è soffermati su temi di carattere internazionale, con particolare attenzione ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Nel prosieguo della conversazione sono state affrontate alcune tematiche di carattere sociale, con speciale riferimento al contributo della Chiesa nella vita del Paese”, spiega il Vaticano.
“Ho portato al nuovo Pontefice l’affetto dell’Italia”, racconta poco dopo il capo dello Stato ad Arezzo, visitando la sede di Rondine Cittadella della Pace. Mattarella riporta ai ragazzi una citazione di sant’Agostino già utilizzata dal Papa agostiniano in occasione del suo incontro con la stampa mondiale: “Anche all’epoca di Agostino, a Ippona, c’era chi si lamentava dei tempi difficili, brutti, cupi. La sua risposta fu: ‘I tempi siamo noi’, sottolineando – osserva il presidente – che i tempi si modellano secondo quello che noi ci mettiamo dentro”.