Addio all’orsa Amarena, uccisa a colpi di fucile. Pichetto: Faremo chiarezza

Amarena è morta. L’orsa abruzzese ghiotta di ciliegie era una star dei social e in un recente video è stata ripresa mentre passeggiava pacificamente tra le strade di San Benedetto dei Marsi insieme ai suoi due cuccioli. E’ stata uccisa a fucilate, alla periferia del paese, fuori dal Parco nazionale, da un uomo che è stato identificato dai Guardiaparco e interrogato dai carabinieri.

Un episodio “grave”, deplora il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, che chiede chiarezza quanto prima: “Sono in costante contatto con tutti i soggetti istituzionali che in queste ore lavorano per far luce sulla vicenda, è necessario adesso il massimo coordinamento tra ministero, Regioni, Ente Parco, Ispra, Cufa, sindaci e prefetti“, sostiene. L’impegno è rivolto ora alla protezione dei cuccioli, che non sono ancora autosufficienti e che si cercherà di lasciare in libertà.

Un gesto “incomprensibile” che lascia rabbia e dolore, tuona il presidente dell’Abruzzo, Marco Marsilio. Negli anni, spiega, le comunità fuori e dentro ai parchi “hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini“. Mai, garantisce, un orso ha rappresentato un qualunque pericolo per l’uomo, “neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati”. Per questo, annuncia, la Regione è pronta a costituirsi come parte civile “contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente“.

L’episodio arreca un danno enorme alla popolazione, che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche (sempre indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua), non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo.

Contro l’autore di questo “biocidioEnpa ha già presentato denuncia per uccisione di animali e si costituirà anch’essa parte civile chiedendo il massimo della pena. Ma domanda anche di mettere mano alla norma sul bracconaggio e inasprire le pene: “Deve diventare un delitto e prevedere sicuramente il carcere”, sottolinea l’associazione.

La notizia è “terribile” e rischia di vanificare gli sforzi per la conservazione dell’orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d’Europa, ricorda il Wwf. Amarena, rileva l’associazione, è diventata il simbolo della “violenza insensata con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell’orso in Appennino”. Un atto di bracconaggio che è conseguenza di “un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura”, sostiene il presidente nazionale del Wwf, Luciano Di Tizio, che parla di “propaganda politica, con tutte le distorsioni che ne conseguono“.

Concordano l‘Alleanza Verdi Sinistra e il Movimento 5 Stelle, secondo cui azioni del genere sarebbero motivate da un clima di odio verso i grandi mammiferi e di campagne pro-caccia. “Questo governo è il responsabile morale”, conferma la co-portavoce di Avs Eleonora Evi, secondo cui “l’uomo si sente libero di imbracciare un fucile e sparare“. La “rabbia che proviamo per questo atto crudele è immensa, e ciò mette in evidenza l’urgente necessità di affrontare il problema dell’ignoranza e della caccia indiscriminata a creature di questo genere. Non ci sono pene o sanzioni che possano riportare in vita Amarena o riparare il danno che è stato inflitto alla sua famiglia e al nostro patrimonio naturale“, aggiunge Angelo Bonelli.

La notizia “fa suonare l’ennesimo campanello d’allarme a proposito della convivenza con questi splendidi animali“, scrivono i senatori e i deputati pentastellati in commissione Agricoltura. “Un gesto sconsiderato, ingiustificato e inaccettabile. E che ci dice molto di quanto deleterie possano essere le campagne mediatiche e politiche portate avanti per l’uccisione degli orsi, come – denunciano – quella di Fugatti in Trentino. Dobbiamo continuare a lavorare nel segno del rispetto degli animali e della convivenza con la fauna selvatica, cui spesso siamo noi ad arrecare problemi, ed evitare di creare un clima da far west e da grilletti facili”.

Orso Marsincano

Il Tar di Trento sospende l’ordinanza di abbattimento per gli orsi JJ4 e MJ5 fino al 27 giugno

Jj4 e Mj5 sono salvi, almeno per ora. Il Tar di Trento, infatti, ha accolto i ricorsi delle associazioni animaliste e sospeso provvisoriamente il provvedimento di abbattimento dell’orsa che ha ucciso il runner Andrea Papi ad aprile e dell’esemplare maschio accusato di aver aggredito un escursionista a marzo. L’ordinanza è sospesa fino al 27 giugno, mentre l’udienza di merito è fissata per il 14 dicembre. E secondo la Lav proprio fino a questa data non potranno essere uccisi i due esemplari.

Intanto le associazioni animaliste continuano a spingere per le possibili alternative agli abbattimenti. “Noi abbiamo elaborato delle proposte – spiegano Enpa, Leidaa e Oipa, che hanno presentato congiuntamente ricorso contro i decreti del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti -, che svilupperemo ulteriormente nelle prossime settimane, proprio per dimostrare che non c’è alcuna necessità di abbattere JJ4. L’orsa potrà andare a vivere in un posto molto lontano dal Casteller e soprattutto molto diverso. Ci sono dei precedenti molto incoraggianti dove gli animali sono stati trasferiti e stanno bene e vivono in situazioni compatibili con le loro esigenze etologiche”. La Lav va oltre, spiegando che “le possibilità di trasferire gli orsi sono concrete e reali e depositeremo l’approfondimento richiesto del progetto per portare in salvo gli animali in un rifugio santuario sicuro, sostenendone interamente le spese”.

Di tutt’altro avviso il presidente trentino Maurizio Fugatti, che sostiene che il Tar abbia dato ragione alla Provincia autonoma. Visto che, sostiene, “il Tar riconosce come i ricorsi non siano supportati da un presumibile fondamento giuridico e ravvisa già profili di inammissibilità”. L’ipotesi di trasferimento avanzata da qualche associazione – viene rilevato dalla Provincia – “non è suffragata da alcuna concreta e fattibile proposta da cui risulti anche l’impegno dei proponenti a farsi carico di tutti gli oneri. Per questo motivo, si può affermare che la scelta definitiva di confermare l’abbattimento sia di MJ5 che di JJ4 sia stata ritenuta validamente motivata”. Secondo Fugatti la sospensione degli abbattimenti “è stata disposta esclusivamente per un aspetto procedurale, ovvero allo scopo di permettere alle associazioni ricorrenti di impugnare anche le linee guida e il rapporto Ispra e Muse del 2021, non essendo ancora decorsi i termini per impugnare tale documentazione. Proseguiranno, quindi le operazioni di individuazione e identificazione di MJ5.

Alla luce delle ordinanze pubblicate stamani – è il commento del presidente Fugatti – emerge come la Provincia abbia svolto la propria istruttoria alla base dei provvedimenti adottati per gli Orsi pericolosi, JJ4 (responsabile dell’uccisione di Andrea Papi), e MJ5 (che ha aggredito un uomo in Val di Rabbi), in maniera ragionevolmente approfondita. Una conferma della validità delle decisioni adottate per garantire in primo luogo l’incolumità delle persone e la gestione degli animali problematici. Sostanzialmente – conclude il presidente – traspare dai provvedimenti del Tar la legittimità della decisione di abbattimento, che la Provincia ha adottato proprio sulla base di questa approfondita istruttoria”, conclude Fugatti.