london stadium

London Stadium coperto di pannelli solari: energia entro fine 2024

Il London Stadium, sede delle Olimpiadi del 2021 e ora casa del West Ham United, verrà avvolto da una membrana di pannelli solari per ridurre le emissioni di carbonio. Lo rivela la Bbc, spiegando che si stima che il progetto costerà 4 milioni di sterline nei primi due anni, ma che si ripagherà interamente in cinque anni. Secondo i documenti di pianificazione, i lavori potrebbero iniziare nel sito di East London entro la fine dell’anno. L’edificio potrebbe quindi iniziare a produrre energia entro la fine del 2024, secondo il proprietario dello stadio, la London Legacy Development Corporation (LLDC), un organismo istituito dopo i Giochi del 2012 per gestire lo sviluppo dell’area intorno al Queen Elizabeth Olympic Park di Stratford. Un contratto per l’installazione del progetto afferma che lo schema offre una “fantastica opportunità per mostrare una tecnologia all’avanguardia“.

L’obiettivo è ridurre significativamente le emissioni di carbonio, in linea con l’impegno del sindaco Sadiq Khan di trasformare Londra in una città a “zero emissioni di carbonio” entro il 2030. Il municipio ha accettato di contribuire con 45.000 sterline a uno studio di fattibilità e a un business case per il progetto.

I documenti di bilancio di LLDC affermano che la nuova tecnologia potrebbe generare circa tre milioni di kilowatt di energia ogni anno. Stuart Dossett, consulente politico senior presso il think tank ambientale Green Alliance, ha dichiarato: “È fantastico vedere un edificio così iconico, teatro di così tanto orgoglio nazionale, che ci guida verso il nostro futuro più verde. Il solare può essere costruito rapidamente per produrre energia economica e pulita per alimentare i nostri edifici. Prima espandiamo l’uso delle energie rinnovabili, prima possiamo tagliare le bollette e le emissioni di carbonio“.

pannello solare

Il pannello solare che si apre come un origami: è l’idea di Levante

Come nasce l’idea per un innovativo pannello fotovoltaico? A volte bastano l’esperienza personale e qualche suggestione da mondi che a prima vista sembrerebbero lontanissimi da quello delle energie rinnovabili, come gli origami e i mattoncini Lego. È il caso della start-up Levante, che si trova nel pieno della fase di sviluppo di un pannello fotovoltaico smart, modulare, estendibile e trasportabile, il cui lancio sul mercato è previsto per il prossimo anno.

Io e Kim Myklebust, co-founder con me della start-up, siamo velisti e camperisti e nei nostri viaggi ci siamo trovati spesso ad avere il problema di portare con noi sistemi in formato compatto per produrre energia – spiega Sara Plaga –. Purtroppo le soluzioni al momento a disposizione sono ingombranti, non utilizzabili in spazi ristretti e poco efficienti per raggiungere il fabbisogno di energia necessario in viaggio. Prendendo ispirazione dalla tecnica degli origami e dai mattoncini delle costruzioni abbiamo così progettato un pannello ripiegabile, che ha una configurazione chiusa e una aperta. Quando è chiuso è facilmente trasportabile, mentre una volta aperto raggiunge il massimo della potenza. Il valore aggiunto? Il pannello funziona sia da chiuso che da aperto e, perciò, anche in spazi molto limitati, come ad esempio su una barca. Inoltre è modulare: la struttura è composta da celle triangolari indipendenti tra loro anche dal punto di vista energetico e, all’occorrenza, è possibile staccare uno o più moduli”.

pannello solare

Oltre ad essere smart – grazie alla tecnologia IoT integrata l’utente può controllarlo da remoto attraverso lo smartphone – il pannello studiato da Levante spinge al massimo l’efficienza. Dotato di un sistema integrato di orientamento verso il sole e di un’interfaccia fotovoltaica bifacciale che sfrutta al meglio anche i riflessi, il prodotto garantisce un aumento del rendimento energetico fino al 70% e usa il 40% di spazio in meno per produrre la stessa quantità di energia di un pannello tradizionale. Inoltre, già si pensa a una versione con un sistema di apertura e chiusura automatizzato.

Fare bene all’ambiente per noi non significa però solo produrre energia pulita – sottolinea Plaga –. Ecco perché ogni dettaglio è stato pensato in ottica green. La struttura che fa da cornice ai pannelli è realizzata in fibra di carbonio, leggera e resistente, riciclata dall’industria automobilistica. Ogni cella del fotovoltaico può poi essere smontata mantenendo la struttura in carbonio, lasciando la possibilità di aggiornare nel tempo il sistema con nuovi pannelli più performanti. Di fatto, ogni singolo componente può essere disinstallato, recuperato e rigenerato a fine vita, riducendo in maniera sensibile l’impatto sull’ambiente e sulle persone”.

Nonostante il co-founder Myklebust sia finlandese e l’idea potesse essere sviluppata anche al di fuori dei confini italiani, Levante ha deciso di puntare in maniera decisa sul made in Italy. “Una garanzia di qualità – spiega Plaga –: cerchiamo infatti fornitori italiani e ci interessa avere un controllo sulla filiera produttiva per assicurare gli standard green che ci siamo imposti”.

In attesa del lancio del prodotto, Levante continua la fase di test forte dei dati che arrivano dalle ricerche di mercato. Stando ai dati, il 75% dei velisti e dei camperisti vorrebbe adottare energie rinnovabili per alimentare i dispositivi elettronici o lo stesso veicolo elettrico, ma a bloccarli è la mancanza di soluzioni efficienti. Per sopperire a queste problematiche chi viaggia è obbligato ad allacciarsi alla rete, accendere il motore o utilizzare un generatore: scelte che sono limitanti, pericolose, rumorose e necessitano di costi aggiuntivi legati al combustibile. Opzioni che presto potrebbero rivelarsi obsolete e non più convenienti grazie all’intuizione di Levante.