Parlamento Ue

Nel ‘Fit for 55’ i nuovi sviluppi su Ets e tassa CO2 frontiere

Il Parlamento europeo voterà tra martedì 7 e mercoledì 8 giugno su otto proposte del pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, presentato dalla Commissione lo scorso 14 luglio.

La revisione del sistema Ets

L’Aula di Strasburgo dovrà adottare la sua posizione sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, l’Ets (emission trading system), tra le componenti più importanti del pacchetto sul clima ‘Fit For 55’. Il mercato europeo del carbonio è operativo dal 2005 e copre il settore energetico, industriale e i voli commerciali dentro la Ue. Obbliga poco più di 10mila centrali elettriche e fabbriche ad alta intensità energetica a comprare un permesso per ogni tonnellata di CO₂ emessa, come disincentivo finanziario per far inquinare di meno: meno inquini, meno paghi. Le quote sono acquistabili tramite aste, ma il sistema conserva un numero annuale di permessi che vengono assegnati gratuitamente alle industrie.

Con il sistema attuale, stima Bruxelles, le emissioni di CO₂ nei settori coperti dall’Ets dovrebbero diminuire del 43% entro il 2030. Per questo, nel pacchetto ‘Fit for 55’ ha previsto una revisione del sistema Ets arrivare a ridurle del 62% entro il prossimo decennio. Prevede di aumentare il cosiddetto fattore di riduzione lineare (LRF) dal 2,2 al 4,2%: questo significa, in sostanza, che ogni anno verranno immessi sul mercato il 4,2% in meno di certificati di CO₂. Secondo la proposta della Commissione, i certificati gratuiti che vengono assegnati alle aziende scadranno entro il 2036, ma già a partire dal 2026 le indennità saranno ridotte del 10% all’anno. Parte centrale della proposta dell’Esecutivo è l’inclusione del settore marittimo e l’introduzione di un nuovo mercato del carbonio complementare esteso a partire dal 2026 anche a trasporti ed edifici, due settori particolarmente difficili da decarbonizzare.

L’Aula di Strasburgo voterà sulla proposta principale del relatore Peter Liese, eurodeputato tedesco del Partito popolare europeo (Ppe), approvata in commissione per l’Ambiente (Envi) lo scorso 17 maggio. La relazione votata in Envi chiede un’ulteriore riduzione del numero di quote annuali disponibili fino al 2030 e l’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti urbani nell’Ets a partire dal 2026. La relazione chiede l’abolizione delle quote gratuite per le industrie già entro il 2030, ma un accordo trovato tra i gruppi di Renew Europe e Socialdemocratici (S&D) potrebbe portare la data al 2032 (quindi oltre la soglia fissata dalla commissione Envi). Quanto al secondo sistema Ets per edifici e trasporti, i deputati chiederanno di non inserirlo prima del 2029, quindi tre anni dopo rispetto alla proposta della Commissione Europea e soprattutto spingeranno perché sia applicato solo a trasporti ed edifici pubblici e aziendali, non a quelli privati.

Tassa sul carbonio alle frontiere

Nel ‘Fit for 55’ la Commissione europea ha proposto anche l’introduzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (acronimo CBAM – Carbon Border Adjustment Mechanism) dell’UE, uno strumento complementare all’Ets perché obbligherà gli importatori ad acquistare certificati di CO₂, come fanno le industrie europee. Porterà a eliminare definitivamente tutte le quote gratuite che vengono rilasciate oggi per non svantaggiare troppo le imprese europee dalla concorrenza internazionale. Per l’Esecutivo europeo dovrebbe applicarsi non prima del 2026 ai settori dell’energia elettrica, fertilizzanti, acciaio, ferro e alluminio, dopo una fase transitoria tra 2023 e il 2025 in cui alle aziende sarà richiesto di fare dei test.

Successivamente, il CBAM sarà introdotto gradualmente e le quote gratuite del sistema Ets saranno ridotte tra il 2026 e il 2035, con l’abolizione totale dei certificati gratuiti al 2036. L’Aula di Strasburgo voterà invece sulla relazione votata in Envi il 17 maggio, a prima firma dell’eurodeputato olandese Mohammed Chahim (S&D), che chiede di fare entrare in vigore il CBAM un anno prima rispetto alla proposta della Commissione, vale a dire dal 2025. Per gli eurodeputati, è necessario estenderne il campo di applicazione ai prodotti chimici organici, la plastica, l’idrogeno e l’ammoniaca, nonché alle emissioni indirette. Chiedono, infine, un’autorità indipendente per il monitoraggio delle regole CBAM, per monitorare il funzionamento del meccanismo.

Parlamento Ue

Prende forma la linea del Parlamento Ue sul ‘Fit for 55’

Dalla riforma del mercato europeo del carbonio alla tassa sulla CO2 alle frontiere. Inizia a prendere forma la posizione dell’Europarlamento sui principali dossier dell’ambizioso pacchetto sul clima ‘Fit for 55’, proposto dalla Commissione Europea il 14 luglio dello scorso anno. Oltre una decina – tra testi di riforma o nuove proposte – per andare a rivoluzionare buona parte della legislazione europea in materia di clima ed energia.

Gli eurodeputati della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo hanno adottato la loro posizione sulla riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, l’ETS (emission trading system). Insieme al meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere (la cosiddetta tassa sul carbonio alle frontiere), la revisione dell’ETS è tra le componenti più importanti del pacchetto sul clima ‘Fit For 55’: attualmente copre il settore energetico, industriale e i voli intra Ue, ma secondo le stime di Bruxelles mantenendo la traiettoria attuale le emissioni di CO2 nei settori coperti dall’ETS dovrebbero diminuire del 43% entro il 2030, con la revisione si dovrebbe arrivare a ridurle del 62% entro il prossimo decennio.

La proposta della Commissione prevede, tra le altre, l’inclusione del settore marittimo e un nuovo mercato del carbonio complementare esteso a partire dal 2026 anche a trasporti ed edifici, due settori particolarmente difficili da decarbonizzare. Il secondo ETS è una delle parti più controverse del fascicolo e i deputati hanno infine trovato un compromesso chiedendo di non inserirlo prima del 2029, quindi tre anni dopo rispetto alla proposta dell’Esecutivo. Il compromesso è stato trovato a fatica ma è stato adottato con il 69% dei voti, ha spiegato l’eurodeputato tedesco Peter Liese (PPE), relatore per il Parlamento europeo sul dossier, confidando la delusione per la “resistenza dei socialdemocratici e dei verdi, anche tedeschi, nonché di molti liberali e parte del mio stesso gruppo”. Secondo il compromesso raggiunto, inoltre, le quote gratuite saranno gradualmente eliminate dal 2026 e scompariranno entro il 2030 e tutti i ricavi saranno utilizzati esclusivamente per l’azione per il clima nell’Ue e negli Stati membri.

Luce verde tra gli eurodeputati della commissione ENVI anche per l’introduzione di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (acronimo CBAM) dell’Ue, uno strumento complementare al mercato europeo del carbonio (ETS) perché obbligherà gli importatori ad acquistare certificati di CO2, come fanno le industrie europee nel sistema ETS, e porterà a eliminare definitivamente tutte le quote gratuite che vengono rilasciate oggi per non svantaggiare troppo le imprese europee dalla concorrenza internazionale.

Secondo la proposta dell’esecutivo comunitario, dovrebbe applicarsi all’energia elettrica, fertilizzanti, acciaio, ferro e alluminio ed entrare in vigore non prima del 2026 dopo una fase transitoria e in maniera graduale. Per gli eurodeputati, bisogna estenderne il campo di applicazione ai prodotti chimici organici, la plastica, l’idrogeno e l’ammoniaca, nonché alle emissioni indirette, sfruttare le risorse del bilancio dell’Ue per sostenere i paesi meno sviluppati attraverso importi equivalenti alle somme raccolte tramite CBAM e creare a livello europeo un’autorità centralizzata che si occupi del meccanismo.

Entrambi i dossier, insieme ad altri fascicoli del ‘Fit for 55’, dovrebbero andare al voto in plenaria dell’Europarlamento nella sessione prevista dal 6 al 9 giugno a Strasburgo. Dopo il via libera dell’Eurocamera, potrà iniziare il negoziato con i governi che la Commissione europea spera di concludere prima della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP27) in programma a Sharm el-Sheikh (7-18 novembre 2022).