Ecco ‘gennarzo’, con temperature invernali simil-africane di 10° sopra la media

Zanzare a gennaio in Italia, minime di 10 gradi e massime oltre i 20 gradi. Il clima del nostro Paese sembra quello dell’Egitto in inverno: i valori notturni sono circa 9 gradi più alti della media, durante il giorno possiamo tranquillamente girare con una felpa di cotone anche in montagna. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma che il caldo anomalo è padrone non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa centro settentrionale con massime che hanno toccato 19 gradi in Polonia, 18 gradi in Germania e persino 15 gradi in Lituania oppure 13 in Danimarca. In queste ore le anomalie termiche, cioè le temperature superiori alla media del periodo, insistono ancora su tutto il Continente a eccezione di Lapponia, parte della Norvegia, Scozia e Irlanda. Responsabile di questo caldo anomalo, lo sappiamo, è l’Anticiclone Africano che domina e dominerà la scena per tutta questa settimana; al momento sembra che da domenica 8 gennaio qualcosa cambierà, ma attendiamo conferme. In questo contesto simil-africano invernale, le temperature medie ricordano più marzo o aprile rispetto al tipico freddo gennaio, potremmo chiamare questo mese ‘Gennarzo’: anche l’anno scorso la situazione fu simile, con un periodo invernale caldo che, in quel caso, non ebbe particolari scossoni freddi nemmeno nei mesi seguenti. Per questo inverno le previsioni stagionali e sub-stagionali prevedono un trimestre in generale sopra la media termica, con una blanda possibilità di un leggero calo delle temperature da metà mese e con qualche spiffero più freddo a marzo.

Al momento, quello che è certo, è che il freddo in Italia non arriverà prima di 10 giorni, anche perché il gelo non è presente nemmeno nelle aree polari: a Capo Nord abbiamo delle piogge con temperature sopra gli zero gradi e le anomalie termiche delle aree artiche oscillano in questi giorni sui +3°C rispetto alla media. Nonostante il caldo Anticiclone Africano presente, deboli piogge potrebbero comunque interessare la Liguria, il Piemonte sud-orientale e i settori pianeggianti e prealpini della Lombardia con la prima blanda perturbazione del 2023; la ragione di queste piogge delle prossime ore è da ricercare nella disposizione dell’alta pressione. L’Anticiclone si sviluppa da Sud-Ovest verso Nord-Est, in pratica dall’Algeria verso i Balcani e poi verso l’Ucraina, lasciando un po’ scoperto il settore occidentale europeo e parte del nostro Nord-Ovest.
Su queste zone scoperte, deboli infiltrazioni umide provocano piovaschi isolati, mentre le perturbazioni organizzate transitano convinte solamente dalle Isole Britanniche verso il Mare del Nord.
Da domenica 8 è previsto un generale calo dell’alta pressione con l’arrivo di piogge diffuse. Per il vero freddo però sembra che ci sia da aspettare ancora un bel po’.

La maggiore stabilità atmosferica dovuta alla presenza di un’area anticiclonica purtroppo va a incidere anche sulla qualità dell’aria favorendo l‘accumulo di smog nei bassi strati con conseguente peggioramento della qualità dell’aria, in particolare intorno alle grandi aree urbane come Milano, Torino, Bologna e Roma. Si registrano infatti già condizioni “pessime” con ripercussioni pure sulla nostra salute: da non sottovalutare il rischio di malattie alle alte vie respiratorie (soprattutto in persone fragili come bambini e anziani).
Va detto che la Pianura Padana per la sua conformazione geografica, che la vede “chiusa” tra la catena alpina e quella appenninica, in caso di condizioni anticicloniche persistenti, come succede spesso in inverno o in estate, può incorrere facilmente in situazioni di inquinamento acuto nelle aree urbane, a causa della scarsa ventilazione e di un pessimo rimescolamento dell’atmosfera in prossimità del suolo. Solamente l’arrivo di una perturbazione atlantica potrebbe scardinare questa sorta di gabbia infernale e contribuire a rendere meno problematica la situazione, le precipitazioni infatti aiutano a “pulire” l’atmosfera, ma per l’arrivo di un fronte perturbato si dovrà attendere ancora qualche giorno.

Nel dettaglio, martedì 3 al nord ci saranno piogge modeste nella zona Ovest, coperto e nebbioso altrove; qualche pioggia in Toscana per quanto riguarda il Centro, cielo poco nuvoloso al Sud. Mercoledì 4, nebbia o cielo coperto in pianura, soleggiato in montagna per quanto concerne il Nord; al Centro, cielo a tratti nuvoloso, specie sulle tirreniche; bel tempo prevalente al Sud.  Infine, nebbia o nubi basse in pianura, soleggiato in montagna al Nord nella giornata di giovedì 5, quando al Centro il cielo si presenterà a tratti nuvoloso, specie sull’Alta Toscana; al Sud, prevalenza di bel tempo.
La tendenza è che l’Anticiclone sarà sempre presente su gran parte dell’Italia, per tutta la settimana.

Capodanno, i fuochi d’artificio peggiorano la qualità dell’aria e terrorizzano gli animali

Negli ultimi anni, la tradizione di salutare il nuovo anno con botti e fuochi d’artificio si è sempre più rivelata pericolosa e nociva non solo per gli esseri umani e per la salute degli animali – domestici e selvatici – ma anche per la qualità dell’aria. A spiegarlo è l’Arpa Lombardia, la quale ricorda che “nelle ore immediatamente successive all’utilizzo di fuochi d’artificio si registra un peggioramento dei valori della qualità dell’aria, anche con elevati picchi in atmosfera, in particolare di polveri sottili (PM10). La tipologia degli inquinanti prodotti dagli scoppi è nociva  e contiene tra l’altro valori non trascurabili di potassio (K), stronzio (Sr), bario (Ba), magnesio (Mg), alluminio (Al), zolfo (S), titanio (Ti), manganese (Mn), rame (Cu), bromo (Br), piombo (Pb)”.

Di Capodanno in Capodanno, è dunque cresciuto il numero dei Comuni che emanano ordinanze per vietare l’utilizzo di botti e fuochi d’artificio durante i festeggiamenti di Capodanno. Iniziamo l’elenco, però, subito con un paradosso. Se, da un lato, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente lombarda segnala i danni che i fuochi d’artificio provocano alla qualità dell’aria, dall’altro l’annullamento di alcune delle misure previste dal “piano aria e clima” da parte del Tar (dopo un ricorso di alcuni commercianti) permette, di fatto, di sparare botti e fuochi. Sul sito del Comune di Milano si legge infatti: “In attuazione delle sentenze Tar Lombardia n. 2033/2022 e n. 2034/2022, il divieto di accensione di fuochi d’artificio, compresi i petardi, mortaretti e artifici esplodenti in genere, di cui all’art. 10 del regolamento per la qualità dell’aria avente ad oggetto ‘Combustioni all’aperto’ è annullato”. Il risultato più evidente è proprio che il Comune non potrà emanare alcuna ordinanza, né alcun divieto.
Per quanto riguarda altre città, da anni la Capitale vieta l’utilizzo di botti e fuochi d’artificio, così come a Torino; a Bologna il divieto è entrato in vigore il 24 dicembre e lo sarà sino al 7 gennaio 2023; niente botti per la notte di San Silvestro nemmeno a Bari, Sassari, Treviso e Cecina.

Nel caso in cui alcune amministrazioni cittadine non prendessero provvedimenti in tal senso, si può fare riferimento al decalogo Oipa. L’Organizzazione internazionale protezione animali ha infatti realizzato un video attraverso il quale consiglia come tutelare gli ‘amici a quattro zampe’ che, terrorizzati dal rumore, potrebbero scappare di casa e correre per strada, correndo il rischio di essere investiti. A loro si aggiunge la fauna selvatica che, disorientata dai botti, potrebbe schiantarsi contro alberi, muri, cavi elettrici o – come nel caso degli animali domestici – scappare in strada.
Ecco i punti del decalogo Oipa: teniamo gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi; non lasciamoli soli, potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi. Stiamo loro vicini, mostrandoci tranquilli e cercando di distrarli; non lasciamoli in giardino. Teniamo in casa o in un luogo protetto gli animali che abitualmente vivono fuori per scongiurare il pericolo di fuga; teniamo alto il volume di radio o televisione, chiudendo le finestre e le persiane; lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è loro vietato; durante le passeggiate teniamoli al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura; facciamo visitare l’animale da un veterinario comportamentalista affinché valuti la possibilità di una terapia di supporto; evitiamo soluzioni fai da te somministrando tranquillanti, alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico; organizzare una “gita fuori porta” per trascorrere il Capodanno in luoghi lontani dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi; chiediamo al nostro Comune un’ordinanza contro i botti e sensibilizziamo l’opinione pubblica su quanto questi inutili rumori possano essere dannosi per gli animali domestici e selvatici

Anche le “lanterne cinesi”, fatte spesso volare in occasione del Capodanno, possono causare il ferimento e la morte di animali. Si sono verificati diversi casi di selvatici e domestici ustionati, strangolati, o morti per emorragia interna dopo aver ingoiato il metallo tagliente dello scheletro delle lanterne. Il loro volo incontrollato è inoltre molto pericoloso, in quanto facile innesco di incendi boschivi.