Parigi dice ‘no’ ai monopattini in sharing: confermato stop dal 1 settembre

I parigini hanno votato ieri all’89,03% contro i monopattini elettrici in sharing, accusandoli di essere un “fastidio. Come promesso quindi, alla vigilia del referendum che si è tenuto domenica, la sindaca Anne Hidalgo ha quindi sancito la fine dello sharing dal 1 settembre. Questo “voto cittadino” – una forma di voto senza precedenti a Parigi – avviato per dirimere il vivace dibattito creato dallo sfrecciare dei monopattini sui marciapiedi e sulle strade della capitale francese, è stato caratterizzato da una partecipazione molto bassa, inferiore all’8%, circa 103.084 parigini. Ciononostante, la sindaca socialista si era impegnata a “rispettare puramente e semplicemente il risultato“. Lei stessa aveva fatto campagna per il ‘no’, sottolineando che la rimozione di questa sorta di scooter avrebbe ridotto il “fastidio” sui marciapiedi della sua città.

Dopo averli accolti nel 2018, Parigi diventerà quindi l’unica capitale europea a bandire completamente questi monopattini in sharing alla scadenza dei contratti dei tre operatori privati (Lime, Tier e Dott), il 31 agosto. Parigi si va cosi a unire a Barcellona (in Spagna) e a Montreal (in Canada), dove i leggeri veicoli a due ruote in sharing sono stati completamente vietati. A Lisbona il loro numero sarà presto dimezzato.

I monopattini sono accusati dai loro detrattori di essere abbandonati ovunque nello spazio pubblico, di sfiorare a tutta velocità i pedoni sui marciapiedi e di avere uno scarso primato ecologico perché vengono rottamati dopo pochi mesi. Dopo la morte di una donna italiana di 32 anni nel giugno 2021, investita da un monopattino elettrico su cui viaggiavano due persone, Parigi aveva costretto gli operatori a limitare la velocità a 10 km/h in 700 aree densamente popolate. Introdotti nel 2018 a Parigi, allora pioniera nel settore, i monopattini in sharing hanno gradualmente perso il loro lato giocoso e utile per diventare “oggetto di tensione” tra i parigini, secondo Hidalgo, che ha moltiplicato le misure per regolamentarli prima di sostenere il loro divieto assoluto. In generale sono stati coinvolti in 408 incidenti a Parigi nel 2022, in cui tre persone sono morte e 459 sono rimaste ferite, secondo le autorità.

Il 1 settembre non ci saranno più scooter self-service a Parigi“, ha confermato Anne Hidalgo annunciando i risultati. Il sindaco l’ha salutata come “una bella giornata per la democrazia partecipativa, che è molto meglio della democrazia delle opinioni e della democrazia dei sondaggi”. “Centomila votanti è un dato molto positivo e incoraggiante, soprattutto in un momento in cui la democrazia non se la passa bene“.

Le tre società di sharing Lime, Dott e Tier Mobility “prendono atto” del voto delle cittadine e dei cittadini di Parigi. In una nota, i tre operatori confermano che il loro contratto “non verrà rinnovato dal primo settembre“. “Prendiamo atto di questa consultazione inedita, la cui partecipazione sarebbe potuta essere più ampia e rappresentativa se le modalità della votazione fossero state differenti: più seggi, scrutinio elettronico, informazione comunale“, sottolineano nel comunicato i tre operatori, aggiungendo che ieri si è espresso “il 6,7% dei parigini iscritti nelle liste elettorali“, equivalente al “4,2% della popolazione parigina“. “Questo – hanno accusato le tre società – conduce a scavare un fossato tra favorevoli e contrari, di una portata raramente osservata in un voto in Francia, che riflette condizioni asimmetriche“. “Il risultato di questa votazione avrà un impatto diretto sugli spostamenti di 400.000 persone al mese“, continuano gli operatori, aggiungendo che “a partire da ora, la nostra priorità in quanto datori di lavoro responsabili è garantire l’avvenire dei nostri dipendenti“, circa 800 a Parigi per le tre società di sharing.

Elettrica, piccola, leggera e green: la sharing mobility continua a crescere

La sharing mobility è in continua crescita nelle città italiane. Tra il 2021 e il 2022 i livelli di utilizzo dei servizi di vehiclesharing (carsharing, scootersharing, bikesharing, monopattino-sharing) tornano a salire come nel periodo pre-pandemia: i viaggi realizzati in sharing mobility sono stati in tutto 35 milioni circa, + 61% rispetto al 2020 e il 25% in più del 2019 e l’83% dei noleggi avviene su un veicolo di micromobilità. Continuano a crescere anche le flotte di sharing mobility che diventano sempre più ‘leggere’, piccole ed elettriche, passando dagli 84,6 mila veicoli del 2020 ai circa 89 mila veicoli nel 2021, ripartiti tra monopattini (51%), bici (31%), scooter (10%) e auto (7%) e i veicoli elettrici passano dal 63% al 77% nell’ultimo anno. La sharing diventa sempre più green con il 94,5% dei veicoli in condivisione a zero emissioni. Cresce anche il fatturato del settore, arrivato a 130 milioni + 52% rispetto al 2020. Le città simbolo della sharing mobility continuano ad essere Milano e Roma, ma anche Palermo e Napoli stanno risalendo la classifica, confermando quindi una crescita del settore nel centro-sud. La fotografia dell’Italia l’ha scattata a ottobre il ‘Rapporto sulla sharing mobility‘, presentato in occasione della 6° Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, ‘Lesscars: drive the revolution’, organizzata dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility, promosso dal ministero della Transizione Ecologica, dal ministero delle Infrastrutture e delle mobilitá sostenibili e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, che quest’anno analizza anche per la prima volta l’incidentalità nella micromobilità e la dimensione economica della sharing mobility. Il Rapporto anticipa anche le tendenze positive del 2022, che si prepara ad essere un anno ancora migliore del 2021, visto che l’insieme dei noleggi registrati dai servizi di sharing mobility cresce tra gennaio e giugno del 113% a Milano e dell’83% a Roma.

Dal rapporto si evidenzia infatti come i noleggi del carsharing free-floating si assestano anche nel 2021 ad un valore pari alla metà di quello registrato nel 2019 (5,7 milioni contro i quasi 12milioni) dunque ancora lontani dal livello pre-pandemia. Anche le percorrenze restano inferiori di un terzo circa rispetto ai km totalizzati due anni prima, sostenute però da noleggi mediamente più lunghi; Nel 2021, i servizi a flusso libero registrano l’8% di noleggi in meno del 2020, ma aumenta la durata dei noleggi arrivata a 43,7 minuti e superiore di 11 minuti circa rispetto al 2019. Vanno meglio invece i servizi di carsharing con stazione che segnano un +22,2% di viaggi rispetto al 2020. Il 32% delle auto è elettrico o ibrido e l’elettrico è aumentato del 12% rispetto al 2020.

L’offerta di bikesharing in Italia nel 2021 retrocede rispetto all’anno precedente a causa di una ricalibrazione delle flotte nelle grandi città e la transizione verso nuovi bandi. Ma tra la fine dell’anno e l’inizio del 2022, in particolare nelle grandi città dove gli stessi operatori dei servizi di monopattino-sharing arricchiscono la loro flotta con migliaia di bici elettriche, il bikesharing fa un rimbalzo rispetto al 2020 sul fronte della domanda: +56% per il bikesharing free-floating con 4,6 milioni di noleggi e + 22% con 3,4 milioni di noleggi per il bikesharing station-based. Un trend particolarmente visibile a Roma e Milano, dove i noleggi rispettivamente aumentano del 90% e del 157% da gennaio a giugno del 2022.

Il 2021 certifica la forte diffusione dei servizi di monopattino-sharing, segmento che da solo ha registrato la metà dei noleggi totali fatti in Italia (17,9milioni), più che raddoppiando la performance dell’anno precedente con un’offerta di oltre 35 mila monopattini. Alle 24 città dove il servizio era attivo nel 2020 se ne sono aggiunte altre 15 nel 2021 (Benevento, Brindisi, Cagliari, Catania, Frosinone, Grosseto, Imperia, Novara, Padova, Palermo, Piacenza, Prato, Ragusa, Reggio Emilia, Teramo).
In forte espansione anche l’uso degli scooter in condivisione, che nel 2021 sono tornati ai livelli di domanda del 2019 (+5%) con un’offerta di circa 9.000 scooter. Anche qui nel 2021 si sono aggiunte nuove città in cui è disponibile il servizio (Benevento, Bergamo, Grosseto, La Spezia, Lago di Garda, Lecce, Pescara, Taranto). La flotta italiana di scooter in sharing è quasi completamente elettrificata.

In generale, negli ultimi anni, i servizi di mobilità condivisa hanno integrato l’offerta di TPL, mettendo a disposizione nuove alternative all’uso del mezzo privato per gli spostamenti in città. Il car sharing è presente in 37 comuni capoluogo (di cui solo 8 nel Mezzogiorno). Come si evidenzia nel rapporto del Mims, pubblicato a maggio di quest’anno, ‘Verso un nuovo modello di mobilità locale sostenibile’ Il numero di veicoli ogni 10.000 abitanti era pari a 4,6, un valore che è quasi raddoppiato nel corso degli ultimi cinque anni. Tale valore è più elevato al Centro-Nord (oltre 6) e più basso nel Mezzogiorno (0,8). Il fenomeno, inoltre, è concentrato nei comuni capoluogo di città metropolitane (8,4), mentre è sostanzialmente assente nelle altre città (0,4). Evidenze simili si ottengono dall’analisi dei dati dello scooter sharing, sebbene su livelli più contenuti (2,7 mezzi ogni 10.000).

I capoluoghi con servizi di bike sharing sono 53 (di cui solo 8 nel Mezzogiorno). L’offerta pro capite è più che triplicata nel corso degli ultimi anni, da 6 a 19 biciclette ogni 10.000 abitanti tra il 2015 e il 2019. Anche in questo caso l’offerta è più elevata nei comuni capoluogo di provincia del Centro (17) e del Nord (32), a fronte di valori modesti nel Mezzogiorno (2). Il fenomeno è concentrato prevalentemente nei comuni capoluogo delle città metropolitane come Firenze (109 biciclette ogni 10.000 abitanti), Milano (96), Bologna (68) e Torino (35). L’estensione complessiva delle piste ciclabili supera i 4.700 km (in crescita di oltre il 15 per cento dal 2015). La densità è molto maggiore nelle città del Nord (57,9 km per 100 km2, contro 15,7 del Centro e 5,4 del Mezzogiorno). Tra i capoluoghi metropolitani, Torino e Milano presentano i valori più elevati (166,1 e 123,3 km per 100 km2), seguiti da Bologna e Firenze (poco meno di 100). L’infrastruttura ciclabile resta carente, invece, nel Mezzogiorno

Le uniche regioni che a fine 2021 non hanno servizi significativi, sono l’Umbria, il Molise, e la Basilicata. Nella classifica delle prime migliori 10 città della sharing mobility, Milano e Roma si confermano ai vertici per flotte disponibili, noleggi e km percorsi. In particolare, Milano evidenzia ancora un’offerta e una domanda (noleggi) ripartite in maniera molto equilibrata tra i diversi servizi. Nella top ten dell’offerta di servizi di sharing ci sono, nell’ ordine: Milano, Roma, Torino, Firenze, Palermo, Napoli, Verona, Bologna, Rimini e Bari.
Per quanto riguarda la sicurezza, la prima indagine dell’Osservatorio dimostra che il monopattino in sharing registra un livello di incidentalità di poco superiore a quello dello scooter sharing, esattamente 2,07 incidenti ogni 100 mila km contro 1,72 del ciclomotore, distanti entrambi dalla bicicletta con il valore di 0,74. Addirittura rapportando gli incidenti al numero di viaggi la classifica si inverte e lo scooter sharing precede tutti con 7,77 incidenti ogni 100 mila spostamenti, con il monopattino che segue con 5,01 incidenti, e infine la bicicletta con 1,35 incidenti ogni 100 mila spostamenti.

Crescono i numeri dello sharing in Italia: trainano i monopattini

La mobilità è sempre più condivisa. La sharing mobility sta infatti registrando ottimi numeri nel nostro Paese (seppur con alcune eccezioni), trainata in particolare dal ‘fenomeno monopattino’: un tema caldo, anche a causa delle notizie di incidenti presenti spesso nelle cronache. Eppure i vantaggi sono numerosi. Ma qual è la situazione nel nostro Paese? Secondo il sesto Rapporto nazionale sul tema elaborato dall’Osservatorio nazionale Sharing Mobility i dati sono in crescita: i viaggi effettuati nel 2021 con questa modalità sono stati circa 35 milioni, con un aumento del 61% rispetto al 2020 e del 25% sul 2019 (ultimo anno pre-pandemia). Questa soluzione, inoltre, è sempre più diffusa anche a livello di città interessate: in Italia si contano 62 capoluoghi di provincia con almeno un servizio di sharing (46, invece, quelle senza). Infine, sono stati oltre 130 milioni i chilometri percorsi in condivisione, con un incremento del 30% sul 2020.
Quanto alla tipologia, la micromobilità svolge un ruolo determinante: biciclette, scooter e monopattini rappresentano il 93% della flotta totale, contro il 77% del 2020. In questo contesto, va sottolineata l’importanza dei monopattini: la metà dei noleggi effettuati in Italia (17,9 milioni) ha coinvolto questi mezzi. Una tendenza in decisa crescita: i numeri sono raddoppiati rispetto all’anno precedente. Negative, invece, le cifre del car sharing free floating (-52% sul 2019).

Le ragioni di questo successo sono strettamente legate ai vantaggi apportati dalla mobilità condivisa. Secondo il report ‘Social benefits of shared mobility’ elaborato da Acea (Automobile Manufacturers’ Association), organizzazione europea che riunisce alcuni dei principali produttori di auto, van e bus, questa opzione è particolarmente valida per coprire il primo e ultimo miglio. Inoltre molti di questi servizi sono accessibili 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. È dunque utile nella fasce orarie in cui non sono presenti i mezzi pubblici, ad esempio di notte.
Infine, è possibile ridurre il traffico e limitare l’inquinamento. A questo proposito, il rapporto dell’osservatorio sulla Sharing Mobility sottolinea come “il 94,5% dei veicoli in condivisione è già a zero emissioni perché o composta da veicoli completamente elettrici (dunque senza emissioni locali) o perché si tratta di veicoli senza motore, come la grande parte delle biciclette in sharing”.

Ma non mancano i problemi, in particolare per quanto riguarda i monopattini. La loro diffusione improvvisa ha suscitato polemiche e numerosi dibattiti sulla loro pericolosità. C’è infatti chi chiede ulteriori limitazioni, oltre a quelle già previste dalla legge. Ma qual è il loro reale impatto? Tra i 935 incidenti registrati nell’ambito della micromobilità (pari allo 0,5% dei sinistri complessivi), questi mezzi rappresentano il 68% del totale, ovvero i due terzi. Tuttavia, questo dato deve essere inquadrato con maggiore precisione. In base ai chilometri percorsi, il monopattino risulta ancora il più ‘pericoloso’, con 2,07 sinistri ogni 100mila km (1,72 per gli scooter e 0,74 per le e-bike). È invece al secondo posto se si valuta il numero di noleggi: 5,01 incidenti ogni 100mila spostamenti, preceduti dagli scooter (7,77).

Uno dei fattori correlati alla maggiore incidentalità dei monopattini è l’età: questi mezzi vengono usati dagli under 30 in quasi il 60% dei casi. Talvolta, infatti, i ragazzi non hanno ancora sviluppato quelle attitudini – quali la prudenza e l’adozione di comportamenti corretti alla guida – che in genere si radicano con l’esperienza sulla strada (dopo aver preso la patente). Inoltre bisogna considerare che questi mezzi sono una novità e quindi richiedono una maggiore dimestichezza. Di solito gli incidenti avvengono infatti soprattutto in occasione dei primi utilizzi.